Un futuro per la Palazzina Liberty dell’Acquedotto

Sopralluogo delle Commissioni II e V del Consiglio comunale di Sassari con gli assessori Ottavio Sanna (Lavori Pubblici) e Amalia Cherchi (Patrimonio)

 

Exacquedotto3Sassari. «Al momento pensiamo di non inserirla nel piano triennale delle opere pubbliche, salvo che non venga individuato un suo indirizzo per il riutilizzo». Lo ha detto l’assessore comunale ai Lavori pubblici Ottavio Sanna che venerdì mattina, insieme all’assessora al Patrimonio Amalia Cherchi, è intervenuto al sopralluogo alla Palazzina Liberty dell’ex Acquedotto cittadino, in viale Adua. L’appuntamento era stato calendarizzato nei giorni scorsi dalle Commissioni consiliari V e II riunite in seduta comune, presiedute rispettivamente da Carla Fundoni (Pd) e da Salvatore Sanna (Pd). Il sopralluogo ha quindi confermato quando emerso nella riunione di commissione dei giorni scorsi, cioè che è necessario dare una destinazione d’uso certa alla palazzina.

Exacquedotto1La struttura, di pregio storico, negli scorsi anni è stata inserita anche tra gli edifici da visitare dell’edizione di Monumenti aperti, e sorge tra viale Adua, largo Atleti Torres e via Romita. «Nel 1880, dopo sei anni tra progettazione e costruzione operata dalla ditta Fumagalli, venne inaugurato il “Nuovo Acquedotto” di Sassari. Purtroppo – si legge nel sito di Monumenti Aperti – da subito ci si accorse della scarsa salubrità delle acque che dalle fonti e dal bacino del Bunnari arrivavano alla città convogliate in un tunnel sotterraneo. I problemi legati alla potabilità delle acque si protrassero per oltre 20 anni. L’Acquedotto di Sassari, dopo un breve periodo di utilizzo a scopo irriguo, venne completamente soppiantato dal nuovo impianto cittadino realizzato solo nel dopoguerra».

Ancora oggi l’acqua scorre nel canale che arriva dal Bunnari e all’interno dell’edificio l’acqua sgorga dalle fontanelle che riempiono alcune vasche ristrutturate. Nei piani interrati, dove sono state realizzate alcune vasche per acquario, si respira ancora la storia della città che già dal 1874, si legge nei volumi del Costa, aveva pensato ad un acquedotto che avrebbe convogliato l’acqua in un grande serbatoio, da costruirsi alle porte della città, nell’area del Molino a vento.

Exacquedotto6Per la sua ristrutturazione, conclusa nel 2009, sono stati investiti 1,8 milioni di euro e successivamente, con i residui dei fondi di ristrutturazione sono stati sistemati il giardino esterno ed effettuati alcuni interventi di manutenzione dell’involucro esterno. «Inutile realizzare lavori all’interno – ha aggiunto l’architetto del Comune Maria Cristina Alicicco – senza una sicura destinazione d’uso. I lavori sono stati fatti con l’obiettivo di renderla un Museo dell’Acqua, inoltre è stato riattivato un pezzo del tunnel». Il percorso dell’acqua che arriva dal Bunnari, però, non è interamente percorribile. Dei 7 km di lunghezza del tunnel se ne possono percorrere, dalle indicazioni emerse durante il sopralluogo della commissione, soltanto tre. Da ultimare ci sarebbe anche una stanza destinata a ospitare una piccola sala proiezioni. «In una sala, inoltre, non sono state realizzate le vasche. Una volta definita la mission della struttura – ha detto l’assessore Ottavio Sanna – l’Assessorato, con l’impresa dell’accordo quadro, potrà intervenire con le ultime migliorie. L’opera non è inserita nel Piano triennale delle opere pubbliche – ha spiegato – perché oggi appare opportuno, con le risorse delle casse comunali, della Regione e della Comunità europea, intervenire per il sociale, l’edilizia residenziale popolare e per il recupero degli impianti sportivi.

Exacquedotto2«Nelle prossime settimane avremo un incontro tra gli Assessorati a Patrimonio, Bilancio, Cultura e Lavori pubblici. Ragioneremo su tutto il patrimonio – ha detto ancora il rappresentante delle Giunta di Nicola Sanna – per capire quale di questo potrà essere messo a disposizione e se per la gestione di alcuni edifici sarà possibile avviare dei project financing oppure altre soluzioni». L’assessore Ottavio Sanna ha anche auspicato, visto l’indirizzo della partecipazione democratica, che la cittadinanza si esprima e promuova proposte per la gestione della palazzina, sia in ambito culturale che economico.

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