Todde: «Costituiremo una Società energetica regionale»

L'annuncio della presidente della Regione. Al lavoro sul nuovo piano energetico. Per l'eolico si individueranno aree idonee, non idonee, ordinarie e a vincoli speciali

La presidente Alessandra Todde

«In più occasioni mi avete chiesto se la nostra legge 5, approvata dal Consiglio Regionale lo scorso 3 luglio necessaria a tutelare e salvaguardare l’ambiente e il paesaggio della Sardegna, stia realmente bloccando tutte le autorizzazioni che non hanno iniziato i lavori. Sì, le sta bloccando». La presidente della Regione Alessandra Todde interviene ancora una volta sul tema politico più dibattito in Sardegna nelle ultime settimane: la salvaguardia dell’ambiente e il no alla speculazione energetica. E lo ha fatto ieri su Facebook, con un post che dopo 24 ore contava ben 2800 like e 839 commenti.

Innanzitutto, un messaggio chiaro. Il blocco alle autorizzazioni degli impianti eolici funziona. «Ne abbiamo avuto conferma parlando in questi giorni con tantissimi sindaci. E continuerà a bloccare fino a quando la Corte Costituzionale non si esprimerà sull’impugnazione richiesta dal Governo Meloni. Nel frattempo, lavoriamo per identificare e regolare le aree idonee, quelle non idonee, quelle ordinarie e quelle a vincoli speciali per mettere al sicuro il nostro territorio. E stiamo anche lavorando sul nuovo piano energetico regionale e sulla costituzione della società energetica regionale per trasformare finalmente la Sardegna in un produttore grossista di energia elettrica necessaria per i cittadini e le imprese sarde». Ovvero i sardi non dipenderanno più da altri e ci saranno bollette meno costose.

«Giusto per chiarezza – prosegue Todde –, così da continuare a spiegare il nostro lavoro ai sardi mantenendo sempre alta la trasparenza che ci contraddistingue, condivido con voi parte del ricorso presentato dall’avvocatura di Stato contro la nostra legge che ferma la speculazione e difende la nostra terra. “Va evidenziato che la moratoria di ben 18 mesi  […] delle procedure autorizzatorie per le fonti energetiche rinnovabili (FER), approvata dalla Regione Sardegna con l’art. 3 della legge regionale impugnata n. 5/2024, comporta un pregiudizio irreparabile all’interesse pubblico, in quanto la sospensione delle procedure autorizzatorie necessarie a conseguire, da parte della Regione, l’obiettivo di incremento di energia prodotta da fonti rinnovabili, […] fa mancare la quota regionale di potenza aggiuntiva […] necessaria per raggiungere l’obiettivo di potenza complessiva da traguardare al 2030″».

«Quindi, la nostra legge VA CONTRO IL DECRETO DRAGHI. ED È STATA IMPUGNATA PER QUESTO. Chi sostiene che la legge sarda non blocca nulla, legga il testo e lo vada a spiegare all’Avvocatura di Stato che difende il Governo Meloni davanti alla Corte Costituzionale a tutela della Legge Draghi. E lo faccia con argomentazioni serie e reali che superino quanto scritto nel ricorso contro la Regione Sardegna. E soprattutto tenti di spiegare, a noi e ai nostri giovani, perché vuole che la Sardegna rimanga condannata alle centrali a carbone, o vincolata alla produzione di energia elettrica con gli scarti di raffinazione che contribuiscono all’inquinamento senza abbattere le bollette. Oppure spieghi ai sardi chi paga il gas visto che noi non lo produciamo», conclude Alessandra Todde.

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