Ritorna la peste suina

Focolai a Bonorva, Mores e Sennori. Sotto vincolo sanitario circa 900 aziende

MaialiSassari. Ancora una volta il virus della peste suina africana colpisce gli allevamenti della provincia di Sassari. In tre aziende, a Bonorva, Mores e Sennori, i veterinari della Asl di Sassari hanno segnalato la sospetta presenza del virus, poi confermata dai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico. Sono state immediatamente avviate tutte le azioni previste per la rapida estinzione dei focolai con l’intervento delle Unità Mobili di abbattimento e disinfezione.

L’Unità di Crisi Locale ha definito le modalità d’intervento che prevedono l’istituzione delle zone di vincolo: quella di Protezione nel raggio dei 3 km e di Sorveglianza nell’ambito dei 10 km. Tutti gli allevatori interessati dai vincoli e soggetti al divieto di movimentazione sono stati avvisati con sms alert. I veterinari hanno già programmato le visite cliniche previste nella zona di protezione.

Questi ultimi tre casi, insieme a quelli riscontrati negli areali di Nulvi e di Pattada, portano ad oltre 1500 (su un totale di 3700 allevamenti presenti) le aziende suine sotto vincolo sanitario nell’ambito del territorio della Asl di Sassari. In tutte le aziende i veterinari eseguiranno i prelievi sierologici e le visite cliniche al fine di arrivare alla revoca delle zone di vincolo. Si tratta un’attività imponente che ormai da due anni sta mettendo a dura prova il personale veterinario e tecnico del Servizio di Sanità Animale, che contemporaneamente deve assolvere in tutte le aziende i controlli previsti dal Piano Straordinario per la Peste Suina Africana, per verificare il rispetto delle norme in materia di anagrafe, identificazione degli animali, misure di biosicurezza e controlli sierologici.

«Si sta rincorrendo la malattia con un impiego di risorse ed energie che non sta portando a risultati apprezzabili», è il commento del direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Sassari Francesco Sgarangella. «È ora che si adottino misure più efficaci che possano essere condivise dagli allevatori come il vuoto biologico per cinque anni nelle aree comunali, il divieto assoluto del pascolo brado per 5 anni in tutte le altre aree, premialità per chi rispetta le misure di biosicurezza, ristrutturazione delle aziende suine, anagrafe individuale dei capi, tracciabilità sicura delle carni, valorizzazione delle filiere garantite».

Nel 2013 i Veterinari della Asl 1 hanno effettuato oltre 28mila prelievi sierologici e oltre 3mila controlli ufficiali con check list in azienda.

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