No alla violenza contro le donne alla Asl di Sassari
Anche l’Azienda Sanitaria n.1 ha aderito all’iniziativa un “Posto occupato”. Mercoledì mattina convegno nell’aula magna dell’Università
Nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne del 25 novembre, ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999, la Asl di Sassari aderisce alla campagna nazionale “Posto Occupato”, promossa in Sardegna dal Difensore Civico della Regione, Marco Enrico. Da questa mattina in alcune delle sedi dell’Azienda sanitaria è comparsa una sedia “occupata” dal volantino informativo della campagna, scritto anche in “limba”, per rappresentare il posto di una donna che non c’è più: la sede aziendale della Asl, in piazza Fiume, ma anche gli ospedali di Alghero e Ozieri, come le sedi dei distretti di Alghero, Ozieri e Sassari, il Dipartimento di Salute mentale e delle dipendenze, il Consultorio Familiare, i complessi sanitari Conti e San Camillo. Un segnale importante per ribadire tutti insieme un fermo e convinto “no” alla violenza sulle donne.
«La violenza di genere è una ferita profonda che attraversa la nostra società e che chiede, oggi più che mai, un impegno concreto e condiviso – spiega Gianfranca Nieddu, direttrice dei Servizi socio sanitari della Asl di Sassari –. Come evidenziato nel Manifesto di Intenti della nostra Azienda, il contrasto alla violenza non può limitarsi alla sola risposta emergenziale, ma deve fondarsi su un’azione sistemica che unisca prevenzione, ascolto, tutela e accompagnamento delle persone che vivono situazioni di vulnerabilità e non solo. E’ un atto culturale. Affermare che la salute non è solo assenza di malattia, ma possibilità di vivere in relazioni rispettose, libere e sicure, significa riconoscere la radice profonda del benessere individuale e collettivo. Il rispetto è una forma di prevenzione: dove c’è rispetto non c’è abuso, non c’è violenza. Attualmente la Asl ha intrapreso un percorso interno che vede coinvolti diversi operatori sanitari impegnati nella costituzione di un tavolo tecnico, volto alla strutturazione di un percorso aziendale che mette al centro la necessità di un cambiamento culturale, lessicale e strutturale che affronti la violenza e la violenza di genere. Un percorso articolato che passa anche per la formazione, perché formare significa preparare professionisti in grado non solo di intervenire, ma anche di prevenire, di leggere i contesti e di offrire risposte qualificate».
«In questo percorso, il posto che ciascuno di noi occupa diventa essenziale: istituzioni, operatori sanitari e sociali, comunità educante, cittadini. Solo riconoscendo il nostro ruolo e la nostra responsabilità all’interno della società, possiamo contribuire alla costruzione di un ambiente relazionale sicuro, rispettoso e capace di accogliere. La violenza di genere non è un destino né un fatto privato: è un problema sociale, culturale e istituzionale», conclude Gianfranca Nieddu.
Questo il tema del convegno “La Rete istituzionale contro la violenza sulle donne: prevenzione, tutela e responsabilità”, in programma domani (mercoledì) in Aula Magna, con inizio dei lavori alle 10, organizzato dalla Asl n. 1 di Sassari, con il patrocinio dell’Università di Sassari, per promuovere una giornata di confronto tra istituzioni regionali e locali, servizi sanitari, forze dell’ordine e realtà sociali del territorio.
All’incontro, oltre ai vertici della Direzione aziendale della Asl di Sassari, è prevista la partecipazione di Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari, Grazia La Fauci, prefetta, Giuseppe Mascia, sindaco metropolitana,, Filiberto Mastrapasqua, questore, Anna Maria Massenti, responsabile dell’Ufficio Scolastico Regionale, ambito territoriale di Sassari, Salvatore Lorenzoni, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici, Carla Fundoni, presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, e Maria Antonietta Muroni, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Sassari.










