Faradda, quest’anno lo scioglimento del Voto all’1,30

Incidente al candeliere dei Falegnami: il fusto si è spezzato alla base. La disperazione di gremianti e portatori. Tanti applausi e bagno di folla per il sindaco Mascia

Sassari. È l’1,34 quando il padre guardiano del convento francescano di Santa Maria di Betlem Salvatore Sanna proclama “Il Voto è sciolto. A zent’anni!”. Quest’anno ci si è messi d’impegno per ridurre i tempi, che nel 2023 avevano visto la conclusione della festa di Sassari, con la cerimonia religiosa, relegata addirittura alle 2,50. Nonostante l’imprevisto del candeliere dei Falegnami che ha ceduto di netto alla base del fusto proprio al momento dell’ingresso nella parte alta di piazza Santa Maria, all’incrocio con corso Vico, durante le manovre per evitare i cavi di Sirio. Una edizione della Faradda forse con meno gente, ma senza dubbio più composta degli ultimi anni. E solo applausi per il sindaco Giuseppe Mascia, insediato da un paio di mesi. Quarto elemento di rilievo la parte finale, che per il secondo anno consecutivo si è svolta nel piazzale di fronte alla facciata della chiesa, con l’auspicio che già dal 2025 si ritorni all’interno per la cerimonia, questa davvero suggestiva, dello scioglimento del Voto. Al termine i candelieri, insieme all’Assunta, sono stati sistemati nel chiostro del convento, come già fatto nel 2023.

Padre Salvatore Sanna e l’arcivescovo Gian Franco Saba

«La comunità dei frati francescani di Santa Maria di Betlem è veramente lieta di porgere a tutti e a ciascuno di voi il saluto di pace e bene. Siamo qui anche quest’anno nella piazza della chiesa di Santa Maria per sciogliere il Voto della nostra città alla Beata Vergine Assunta in cielo. Ci ritroviamo ancora insieme a compiere questo atto di fede coinvolgendo tutti in una danza di gioia, come ci hanno dimostrato gremianti e portatori dei candelieri. Anche se esausti dopo tanta fatica per le strade della nostra città, come i nostri padri ci hanno insegnato siamo qui a fare festa, ed è “Festha manna”, tutto questo perché nel mistero della pasqua di Maria, madre di Gesù, tutti noi possiamo contemplare quel segno di consolazione e sicura speranza per tutti noi pellegrini su questa terra», le parole di padre Salvatore Sanna, a cui, sempre secondo la tradizione plurisecolare, spetta accogliere ciascun gremio e porgere la candela all’obriere di candeliere (compito che può però essere delegato a un confratello frate minore conventuale). Le candele di ciascun gremio vengono così collocate vicino all’Assunta, un retaggio dell’antica cerimonia medioevale di origine pisana. Padre Salvatore, per lo scioglimento del Voto e la recita della preghiera all’Assunta, ha chiamato accanto a sé l’arcivescovo Gian Franco Saba, che al termine ha impartito la benedizione solenne. In conclusione, il coro “Laudate et benedicite” di Santa Maria, diretto da Jana Bitti, ha intonato il Salve Regina.

Ha assistito a tutta la Faradda anche Patrizia Nardi, responsabile tecnico-scientifico del Progetto Unesco della Rete delle Feste con le Grandi Macchine a Spalla, e Luca de Risi, presidente della Rete Gramas.

Due le bande musicali coinvolte, il Corpo Bandistico Luigi Canepa sotto Palazzo di Città e in chiusura di corteo e la Banda Giuseppe Verdi che ha aperto la Discesa.

I 13 candelieri erano partiti alle 18 da piazza Castello, subito dopo la preghiera comunitaria guidata dall’arcivescovo Saba. I balli lungo il percorso sono stati particolarmente apprezzati dal pubblico, sempre numeroso, che con il passare delle ore è cresciuto a vista d’occhio, soprattutto nella parte finale del corso Vittorio Emanuele e poi in corso Vico fino a piazza Santa Maria.

Alle 21,22 (lo scorso anno era avvenuto alle 21,50 e nel 2022, alla ripresa post covid, alle 21,43) il brindisi “A zent’anni!” con i Massai e subito dopo l’uscita da Palazzo di Città del sindaco e della Municipalità.

Dopo le 22, con netto anticipo rispetto al passato, l’ingresso in piazza Santa Maria del primo candeliere, quello dei Braccianti. Intorno alle 22,50, l’incidente al candeliere dei Falegnami, che ha gettato nello sconforto gremianti e portatori del grande cero di legno (adesso dovrà essere restaurato, anche se per qualcuno dei gremianti sarebbe preferibile realizzarne uno completamente nuovo, finanziamenti da recuperare permettendo: tutte valutazioni però che saranno fatte nei prossimi giorni). Il fusto è stato subito sistemato in orizzontale su due transenne, accanto è rimasta la base con le stanghe. Immediata è arrivata la solidarietà degli altri gremi mentre il pubblico tributava un grande applauso ai Falegnami e padre Salvatore Sanna rincuorava i Falegnami. I candelieri sono stati inizialmente disposti nella porzione alta di piazza Santa Maria, subito dopo corso Vico. Nella fase della cerimonia del Voto sono stati avvicinati al sagrato con le modalità seguite secondo il cerimoniale in chiesa, quindi con l’inchino triplice di fronte alla Vergine Dormiente dei grandi ceri, collocati a corona del simulacro settecentesco (compreso quello dei Falegnami, adagiato sulle due transenne). I candelieri sono stati poi sistemati nel chiostro, dove rimarranno sino all’Ottava del 22 agosto.

Luca Foddai

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