Nicola Sanna: «Crash di Campus sulle prospettive turistiche per la città di Sassari»

«La tranvata rimediata dalla Regione nel tentativo di abolire la procedura concorsuale per le macroaree Zone F4, avviate con il mio mandato, è gigantesca e scandalosa»

Nicola Sanna

Sarà perché la sua maggioranza è stampellata dai pentastellati, convinti assertori del detto che “Sassari non è una città turistica”, sarà perché il nostro sindaco è un inguaribile iconoclasta, uno che pretende di cancellare tutto ciò che lo ha preceduto, sarà come sarà ma una cosa è certa: il crash, lo schianto, la tranvata rimediata dalla Giunta Campus in Regione, nel tentativo di abolire la procedura concorsuale per le macroaree turistiche Zone f4, avviate con il mio mandato, è gigantesca e scandalosa. Scandalosa perché, a fronte di sicuri investimenti per svariate centinaia di milioni, si è persa una grandiosa occasione per lo sviluppo dell’economia del territorio. Il piano delle zone F4 da noi proposto fu approvato dalla Regione perchè compatibile con il Piano Paesaggistico, infatti all’interno delle macroaree  erano ammessi circa 52mila posti letto. Piuttosto questa amministrazione comunale avrebbe dovuto istruire puntualmente e nel dettaglio le nove proposte imprenditoriali, depositate in Comune: il “procedimento istruttorio ha avuto uno sviluppo non certamente lineare”, come ha scritto il TAR nella sentenza del 2 febbraio di quest’anno.

Lo schiaffo ricevuto dagli uffici regionali è gigantesco, oltre a decretare la inutile perdita di tempo di 5 anni impiegali invece per concretizzare una chiara prospettiva di sviluppo turistico eco-sostenibile compatibile con il P.P.R.; la controproposta di variante n. 12 di Campus è stata bocciata dalla Regione su tutta la linea. A scanso di equivoci la Regione dice che questa variante produrrebbe la cementificazione delle nostre aree costiere, perché al posto di 259mila mc programmati nelle zone F4 con il mio piano, con la variante Campus si passerebbe invece a 543mila.

Campus si vantava di essere più ambientalista degli ambientalisti ma, guarda caso, gli andrebbe invece riconosciuta la corona di Attila: nel suo Piano la zona F4 di Platamona ricadrebbe interamente nella fascia costiera dei 2 km, proprio quella fascia di protezione prevista dal Piano Paesaggistico e, addirittura, vorrebbe far costruire sia nella fascia di tutela integrale di 300 dalla battigia marina e sia in quella dello stagno di Platamona e, ancora più temerariamente, vorrebbe far costruire nelle zone Hg2, quelle dove è altissima la pericolosità di frana. Insomma, pur essendo solo 10 gli ettari nei quali si potrebbe costruire qualcosa, in quanto non vincolati, in nuovo Attila vorrebbe costruire su 70 ettari, 60 dei quali sottoposti a vincoli rigidissimi. Pertanto, la Regione giustamente fa pollice verso ricordando che va confermato l’attuale PUC che classifica correttamente la zona di Platamona come H2.2, complessi dunali e sistemi di spiaggia.

Nella sua seconda esperienza di sindaco abbiamo dovuto prendere atto della conversione di Campus al “luddismo”. Non si spiega altrimenti questa voglia di ridurre drasticamente il perimetro dell’area industriale di Fiume Santo per introdurvi insediamenti turistici. Anche in questo caso sonora bocciatura a chi, probabilmente, dimentica l’abc dell’urbanistica regionale. Quelle aree rientrano infatti nella competenza pianificatoria di livello gerarchico sovraordinato a quello comunale perché di competenza del Consorzio Industriale di Sassari, Alghero e Porto Torres. Ma è nella zona adiacente allo stagno di Pilo che la personalità di Attila-Campus riprende vigore, volendo trasformare la zona H2.4, di rispetto e salvaguardia, già utilizzata a parcheggio sterrato nei mesi estivi e compatibile con le norme ambientali, in zona G, e qui la Regione conferma l’attuale previsione del Puc coerente al PPR.

A Rena Majore il cementificator Campus raggiunge l’apoteosi: con la variante 12 vorrebbe passare dai 4.390 metri cubi a circa 22mila, costruendo anche nella fascia dei 300 metri di tutela integrale; a Biancareddu vorrebbe fare un insediamento lineare lungo la strada provinciale 57, incompatibile con la tradizione edificatoria locale; all’Argentiera, che ricade nel perimetro del Parco Geominerario, intenderebbe trasformare la zona A – centro storico in una novella zona F – Turistica, violando il PPR; a porto Palmas e Palmadula avrebbe voluto far costruire in aree Hi.4 ad alta pericolosità idraulica.

In tutto questo suo spennellare nel dettaglio i singoli mappali, in modo tale da trasformarli da zone agricole a zone turistiche, appare emergere un interesse troppo particolare ai singoli beneficiari del colore. Al contrario, con la procedura concorsuale avviata nel mio mandato, i proprietari dei terreni ricadenti nelle macroaree erano posti nelle stesse identiche condizioni di partenza. La trasformazione di un terreno agricolo in zona turistica poteva avvenire solo se gli interventi per nuovi insediamenti turistico-alberghieri proposti avrebbero garantito la realizzazione del miglior modello di sviluppo turistico sostenibile, legato alla fruizione del territorio nel suo complesso, tale da articolare un sistema a rete, capace di mettere in relazione e integrare più realtà economiche esistenti nel territorio, coinvolgendo l’intera filiera e tutte le imprese interessate, artigiane, agricole e di servizi ristorazione, trasporti, cultura e divertimento. Quest’analisi istruttoria andava fatta dagli uffici comunali, ma il vertice l’ha impedita.

Nicola Sanna, già sindaco di Sassari

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