Fabrizio Moro, fotografo della cortesia
Il giornalista sassarese stroncato da un infarto fulminante a soli 36 anni. Fotoreporter tra i più noti e apprezzati in città, aveva lavorato per l’Unione Sarda e per Metro

Il primo pensiero è stato: no, non può essere vero. E poi: ma non è giusto, perché proprio lui? La vita non sempre premia la correttezza e l’amicizia è l’amara riflessione. Fabrizio Moro era un amico, corretto, disponibile, non solo un collega serio nel lavoro. È stato per anni uno dei fotografi dell’Unione Sarda, seppure freelance, esterno alla redazione. E da precari eravamo diventati colleghi ed amici nei mesi – perché l’avventura non durò neanche un anno – di Metro, il free press di origine svedese sbarcato in Sardegna nel 2011 con due edizioni, una cagliaritana ed una sassarese. Fu quella un’esperienza in chiaroscuro sotto l’aspetto del trattamento economico. I soldi arrivavano, non così il contratto. La testata poi chiuse i battenti a Sassari, qualche mese dopo anche a Cagliari: ci ritrovammo, e non era certo la prima volta, a spasso. Facevamo anche altro, ovviamente, perché per sopravvivere servono più impegni lavorativi. Così, io avevo anche il giornale online, SARdies, il progenitore di sardies.it. E per Sardies Fabrizio, che era anche giornalista, curò una breve inchiesta sul Puc di Sassari, con interviste e approfondimenti, mettendo a frutto la sua sensibilità ambientale e soprattutto gli studi universitari in pianificazione territoriale. Aveva infatti studiato Scienze della Comunicazione, ma poi aveva scelto di cambiare completamente e di prendersi un’altra laurea, in Architettura, entrando nel progetto del collettivo Tamalacà (Tutta Mia La Città) del Dipartimento di Architettura e nel Fronte di Liberazione Pizzini Pizzoni. Il 23 maggio scorso il suo ultimo comunicato sulla cerimonia di chiusura della campagna elettorale del Fronte di Liberazione dei Pizzinni Pizzoni, con i bambini di San Donato.
Venerdì era in piazza Santa Caterina per l’inaugurazione della nuova sede dell’Informa Giovani. Ci siamo salutati con affetto, seppure velocemente perché doveva riprendere l’esibizione con il gruppo di capoeira, una sua passione. Lunedì, ieri sera, un infarto fulminante, lo stesso problema al cuore che aveva stroncato la vita del fratello qualche anno fa, lo ha portato via ad appena 36 anni durante un allenamento di capoeira all’ex-Q. Inutili i soccorsi degli amici, inutile l’intervento del 118. (lucafoddai)
La redazione di SardegnaDies si unisce al dolore dei familiari di Fabrizio.