Difendere l’Autonomia
Il Consiglio regionale ha approvato, con una sola astensione, un apposito ordine del giorno. Pigliaru: «La riforma del Titolo V della Costituzione mette a rischio la specialità della Sardegna ed espande la potestà legislativa dello Stato»
Cagliari. La Regione Autonoma non si tocca. Mercoledì pomeriggio il Consiglio regionale ha approvato, al termine del dibattito sul disegno di legge di revisione costituzionale approvato dal Consiglio dei ministri, un ordine del giorno che impegna il presidente della Giunta Francesco Pigliaru a ricercare ogni sede di confronto con il Governo perché venga salvaguardata la specialità autonomistica della Sardegna.
Con il documento si invitano tutte le rappresentanze sarde nel Parlamento a battersi contro la cancellazione dell’Autonomia regionale. Si propone anche l’inserimento, nel testo della riforma, di una clausola di salvaguardia della specialità che faccia salve le competenze previste dagli Statuti speciali, con l’estensione alla Sardegna solamente delle norme di maggior favore. Si chiede inoltre che sia previsto nell’articolo 116 e nei commi 3 e 4 dell’articolo 117 della Costituzione una procedura di revisione degli statuti speciali che non consenta in alcun modo l’imposizione di modifiche senza il parere vincolante della Sardegna. Ed infine che sia inserito il principio dell’intesa e dell’iter pattizio nelle relazioni finanziarie tra Regione e Stato.
L’ordine del giorno, che sintetizza due distinte mozioni presentate da maggioranza ed opposizione, è stato approvato dall’Assemblea con una sola astensione.
«La riforma del Titolo V della Costituzione mette a rischio la specialità della Sardegna ed espande la potestà legislativa dello Stato», ha rimarcato Francesco Pigliaru. Secondo il presidente della Regione il progetto di riforma aumenta le competenze esclusive dello Stato, tra cui Urbanistica, scuola e tutela del paesaggio. Un intervento che non riguarda le Regioni a Statuto speciale per adesso, ma che tende a destrutturare il regionalismo e l’idea autonomistica, relegando le Regioni a una funzione di sola programmazione e di gestione. Ci sono materie che non devono e non possono essere tolte all’esercizio delle Regioni come l’autonomia finanziaria, il governo del territorio, l’ordinamento degli enti locali e lo sviluppo economico della Sardegna. È fondamentale puntare sulla sovranità come esercizio di responsabilità, facendo vedere al Governo «che siamo in grado di offrire i servizi ai cittadini e garantire i diritti dei sardi meglio di come potrebbe fare il Governo centrale. Non ci sono riforme del Titolo V – ha affermato – che ci faranno indietreggiare su questi punti». La proposta è lanciare una sfida al Governo sulla trasparenza tra la qualità dei nostri servizi e quelli erogati nelle altre regioni. Per domani (oggi, ndr) – ha comunicato il presidente – è stata convocata la Conferenza Stato-Regioni in seduta riservata». Mentre il 14 aprile è previsto a Roma l’incontro delle delegazioni dei Consigli regionali e delle Regioni.
«Apprezzo la sua decisione di sollecitare il dibattito. Partiamo nel migliore dei modi, ma in una situazione che è delle peggiori», ha detto subito dopo, a nome dell’opposizione, l’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci.
L’unica astensione è stata quella dell’ex presidente della Regione Mario Floris (Uds – gruppo Sardegna), secondo il quale l’ordine del giorno è inutile, suggerendo invece che «Bisogna andare fisicamente a Roma».