Contro il tifo violento

Anche il sindaco di Sassari mercoledì prossimo a Cagliari alla conferenza regionale permanente convocata dai prefetti delle due città sarde più importanti

TeppistiCagliari1Sassari. Una conferenza regionale permanente per approfondire i temi relativi al tifo selvaggio e costituire un tavolo sulla de-radicalizzazione del tifo violento. Sono gli argomenti della riunione convocata a Cagliari dal prefetto Giuliana Perrotta, d’intesa con il prefetto di Sassari Giuseppe Marani, e alla quale parteciperà anche il sindaco Nicola Sanna.

All’incontro, in programma al Palazzo del Governo di Cagliari per il 26 aprile alle 17, sono stati invitati anche il sindaco di Cagliari, l’amministratore straordinario della Provincia del Sud Sardegna, i questori di Cagliari e Sassari, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e il dirigente dell’ambito scolastico di Cagliari, nonché i presidenti delle società sportive Cagliari Calcio, Sef Torres 1903 e Dinamo basket.

Gli episodi di violenza avvenuti a Sassari lo scorso 25 marzo, quando quasi 200 violenti arrivati dalla provincia di Cagliari diedero vita a una guerriglia cittadina tra corso Vico e la stazione dei treni, saranno sicuramente il tema dal quale partirà la riunione. I fatti di quel giorno, infatti, «evidenziano – si legge nella nota di convocazione – la gravità del fenomeno che si nasconde dietro sigle che si rifanno apparentemente al tifo sportivo».

Nei giorni immediatamente dopo quei fatti, il sindaco Sanna aveva scritto al ministro dell’Interno Minniti, rivolgendo una lunga serie di domande con lo scopo di fare luce su ciò che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto per evitare che Sassari subisse impunemente quelle violenze.

«Non sono rimasti inascoltati il nostro appello e l’indignazione della città – afferma Nicola Sanna – e grazie alla sensibilità dei prefetti di Cagliari e Sassari, il prossimo mercoledì avvieremo un tavolo di riflessione e di approfondimento su un fenomeno che non può e non deve essere sottovalutato».

Una situazione che – si legge ancora nella nota della prefettura di Cagliari – non può essere affrontata solo con strumenti repressivi ma richiede l’individuazione di un percorso condiviso con le istituzioni. Un’azione volta ad affrontare il fenomeno dell’accesa rivalità tra le opposte tifoserie che tenga conto di implicazioni culturali, sociali, psicologiche ed economiche.

«La violenza sugli spalti e fuori dai campi non può essere sottovalutata – riprende il sindaco di Sassari – perché una cosa sono lo sport, lo spirito e i valori che da questo trovano origine. Un’altra cosa, invece, sono le azioni violente che niente hanno a che vedere con questo mondo e con chi pratica un’attività sportiva nel rispetto del prossimo».

La conoscenza, le finalità dei gruppi rappresentano quindi la premessa per l’azione che le istituzioni vogliono portare avanti, cioè la de-radicalizzazione del tifo violento e il recupero alla legalità delle organizzazioni dei tifosi.

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