Con il Mun più competitività per le imprese isolane

È il Marchio unico nazionale. A Sassari evento organizzato da Conflavoro in collaborazione con Assoreti Pmi

 

MarchioUnicoConflavoro2Sassari. I prodotti locali hanno un’arma vincente: la loro unicità, che va tutelata. Il Marchio unico nazionale serve proprio a questo: far capire ai consumatori che le eccellenze possono essere replicate e il mercato non ne individua le differenze. Conflavoro ha rilanciato venerdì scorso, nell’evento organizzato in collaborazione con Assoreti Pmi, l’importanza della certificazione con il Marchio unico nazionale. Molte aziende si stanno attrezzando per conseguirlo e altre ci pensano in prospettiva di un mercato che apprezza sempre più i prodotti del nostro Paese. Il Marchio può rappresentare, infatti, per le aziende, un fattore di successo e più in generale di rilancio per il sistema economico, come quello italiano, i cui prodotti sono da sempre riconosciuti per qualità ed eccellenza.

MarchioUnicoConflavoro1Il Marchio unico nazionale è un’occasione ed una opportunità di importanza strategica circa le possibilità che hanno le imprese di rendere trasparente l’origine e la tipicità dei loro prodotti rispetto ai requisiti del marchio stesso che di fatto è il Made in Italy certificato. Il marchio unico rappresenta la possibilità di dimostrare tangibilmente sul mercato la qualità e l’origine di prodotti o servizi interamente italiani. Che devono essere in linea con i requisiti e il disciplinare tecnico creato dal Lloyd Register e Conflavoro. «Certificare l’eccellenza fornisce numerosi vantaggi per le imprese che puntano sull’internazionalizzazione dei loro prodotti. In questo senso la comunicazione della qualità dei prodotti italiani consente di poter disporre di un vantaggio competitivo nei confronti delle altre aziende concorrenti – è il commento del vicepresidente nazionale di Conflavoro, Mario Ara –. E la certificazione del Marchio unico in questo senso è uno step rilevante per i processi aziendali che abbiano come obbiettivo la crescita sui loro rispettivi mercati. Soprattutto per una realtà come la nostra che può competere senza timore».

I numeri sono presto detti. Il Marchio, una volta a regime, è stimato valga 800 mila posti di lavoro in più a livello nazionale. Non solo. In cinque anni, si garantirebbe una riduzione delle importazioni pari al 25 per cento ed un aumento delle esportazioni che supererebbe il 40. Tutte le imprese possono chiedere la certificazione, a prescindere dal settore merceologico o dalle dimensioni. Non solo, possono anche decidere di far certificare tutto il sistema aziendale o solo una parte, magari proprio quella dedicata alla filiera di produzione di un bene o di un servizio. Perché il Marchio unico nazionale rappresenta non solo una certificazione, ma un valore aggiunto al prodotto, capace di determinarne la sua unicità rispetto ai tanti e troppi falsi esistenti che creano numerosi danni economici e d’immagine alle produzioni nazionali. Non solo, l’incontro, ha fatto conoscere alle aziende l’accordo siglato con Monte dei Paschi di Siena a sostegno del Made in Italy. Per le imprese certificate è a disposizione un plafond commerciale da cento milioni di euro a livello nazionale a copertura delle necessità finanziarie legate alla gestione aziendale.

I lavori sono stati introdotti dal vicepresidente nazionale di Conflavoro Pmi, Mario Ara. Nel corso della mattinata sono intervenuti il presidente nazionale di Conflavoro Pmi Roberto Capobianco, Antonio Rossi, responsabile del Marchio Unico Nazionale, Giuseppina Pinna, responsabile Assoreti pmi Sardegna, Rosario Previtera, presidente della rete di impresa Lykon, Domenico Milani e Barbara Fais, rispettivamente direttore territoriale e coordinatore commerciale area Sardegna del Monte dei Paschi di Siena e il presidente della Commissione Attività Produttive del Consiglio regionale sardo, Luigi Lotto.

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