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Doppiododecalogo per difendersi da dirigenti scolastici “prepotenti” e vuoti di memoria – Prima parte

Avvio, con questo scritto, una serie di pubblicazioni relative alle problematiche quotidiane delle Scuola. Se volete saperne di più, scrivete a strumentomusicale.sardegna@anief.net

1° INCARICHI PSEUDO-OBBLIGATORI: Il/La Docente non è obbligato/a ad accettare incarichi, non di rado spacciati per “obbligatori” da Dirigenti Scolastici “prepotenti”: per esempio quello di “Coordinatrice/Coordinatore di Classe”. Il Coordinatore è il Preside o persona da lui delegata, a patto che chi viene delegato accetti liberamente la delega. Ma se non accetta la delega, non può essere delegato. Unico obbligo, a turno, redigere i Verbali del Consiglio di Classe, nel ruolo di “Segretario verbalizzante”.

2° DOVERI DI SCIOPERO: Il preavviso di adesione a uno sciopero non è obbligatorio; se un docente non comunica altre motivazioni (salute, impegni di famiglia non procrastinabili, etc.) e non si presenta in servizio, viene considerato in sciopero. Il Dirigente Scolastico ha la facoltà di convocare alla prima ora di lezione tutti gli insegnanti in servizio nel giorno dello sciopero: può impegnarli esclusivamente per lo stesso numero di ore previste dall’orario settimanale per il giorno dello sciopero. Non si possono sostituire le Colleghe e i Colleghi in sciopero; si può vigilare su una classe priva di docente in sciopero, ma senza svolgere lezione.

3° DOCENTI DI SOSTEGNO “JOLLY”? Le/I Prof.sse/Proff. di Sostegno non sono “jolly”!!! In caso di emergenza, il Dirigente Scolastico e i suoi Collaboratori (Primo e Secondo), possono inviare in altra classe il Docente di materia in compresenza con quello di Sostegno. Qualora fosse assente l’Insegnante di materia, si dovrebbe nominare un sostituto (ora eccedente, ora di ex “potenziamento” in compresenza, Banca delle Ore, etc.); qualora questo non risultasse fattibile, il Docente di Sostegno farebbe lezione a tutta la classe. Stessa logica per anticipi o posticipi delle ore di Sostegno: l’attività didattica programmata non può essere “spostata” da un’ora all’altra per tamponare l’assenza di un docente di disciplina, salvo situazioni di emergenza.

4° LE VARIAZIONI D’ORARIO “A VOCE” NON HANNO VALORE! La Scuola funziona con “Ordini di servizio” scritti e firmati dal Dirigente Scolastico o da uno dei suoi Collaboratori o dal Referente di Plesso. Le/I Docenti hanno il diritto di chiedere che qualsiasi Ordine di servizio venga messo per iscritto; a quel punto, salvo richieste “contra legem” (picchiare un Collega, insultare gli alunni, gettare per terra e calpestare i documenti della Segreteria, etc.), esiste l’obbligo di ottemperare all’Ordine stesso, salvo poi impugnarlo nelle sedi competenti.

5° AMICHETTE E AMICHETTI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PRIVILEGIATI? L’Orario delle lezioni, fin dall’Epoca Pre-Isterica, in non pochi Istituti Scolastici, ha dato ragione a George Orwell: tutti gli Insegnanti sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri!!! Esiste un metodo per verificare il tasso di discriminazione celato nell’Orario, cioè il “Numero del Malessere”. Sommate il numero di entrate alla prima ora di lezione, di uscite all’ultima e di ore buche: se avete la “settimana corta”, il “Numero del Malessere” sarà di 8/9. Con la settimana di sei giorni, il “Numero del Malessere” si abbassa intorno al 6/7, con la variabile del “giorno libero”, strumento di potere in mano a chi struttura l’Orario. In caso di Orario discriminatorio, si chiedono le modifiche; di fronte a presunte “impossibilità” di riequilibrio, l’Orario si impugna!

Antonio Deiara

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