Un sit-in a sostegno dei curdi contro i fondamentalisti islamici

A Sassari in piazza del Comune iRS, l’associazione culturale Governo Provvisorio e Fem – Federazione Mediterranea Marenostrum

 

IrsStincurdiSassari. Si è svolto ieri sabato 7 febbraio a Sassari un sit-in di solidarietà internazionale a favore del popolo curdo e di Kobane (Siria) in assedio da parte dei fondamentalisti islamici e dello stato islamico dell’Isis. L’iniziativa è stata organizzata da iRS, dall’associazione culturale Governo Provvisorio e dalla Fem – Federazione Mediterranea Marenostrum della quale fanno parte Sardegna, Catalunya e Corsica.

«Questo sit-in – spiega Marta Spada, portavoce di iRS indipendentzia Repubrica de Sardigna – è coordinato a livello internazionale e si svolge in contemporanea anche a Barcellona, Madrid, Valencia, Francoforte, Strasburgo, Lussemburgo, Berna e Bilbao e altre città nel mondo. iRS – continua Marta Spada – è solidale con il popolo curdo che lotta per la propria libertà». «Abbiamo scelto di fare il sit-in sotto la statua di Giovanni Maria Angioy – aggiunge Simone Maulu – che è stato un rivoluzionario indipendentista sardo di cui oggi si parla poco».

Nella lotta di liberazione del Kurdistan e nella battaglia di Kobane la partecipazione attiva delle donne nella lotta contro i terroristi di Isis ha avuto un ruolo determinate. Secondo la Nbc un terzo dei combattenti delle Unità di protezione curde sono donne, circa 10mila.

Al sit-in erano presenti due ragazze curde arrivate a Sassari in con il programma Erasmus. Esma, 24 anni, studia economia e Aynur, 23 anni, che ha deciso di studiare medicina per aiutare il suo popolo. Aynur arriva da Amed, un paese che fa parte del Kurdistan turco: è a Sassari da settembre e non parla bene l’italiano. È molto legata alla sua terra e al suo popolo. La guerra civile in Siria – racconta Aynur – è scoppiata con l’esercito dell’Isis che stava massacrando le popolazioni irachene, stuprava le donne, uccideva i bambini e tante persone hanno dovuto abbandonare la propria città natale. Sono state le donne e gli uomini del movimento indipendentista curdo, lo YPJ, a fermare l’avanzata dell’Isis e salvare la popolazione della città di Kobane che fa parte del Rojava, regione che si è proclamata indipendente ed è sotto il controllo delle brigate di autodifesa curde dello YPJ. Aynur dice ancora che molte donne, tra cui alcune sue amiche, hanno lasciato la famiglia e gli amici per andare a difendere Kobane, oggi simbolo della resistenza curda, e combattere per la causa del popolo curdo. Quando una ragazza lascia la propria casa e i propri affetti per andare a combattere è normale che i genitori si preoccupano, però allo stesso tempo sono contenti che le proprie figlie stiano difendendo il proprio popolo. L’80 per cento della vittoria di Kobane è avvenuta grazie alle donne.

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