Il candidato alle europee del PD a Sassari per l’iniziativa con il vescovo di Beirut Youhanna Jihad Battah
Sassari. Rafforzare il dialogo tra Mediterraneo ed Europa per delineare orizzonti di pace e di sviluppo. Con questo ambizioso obiettivo tre associazioni sassaresi hanno promosso questo pomeriggio un’iniziativa che ha visto tra i protagonisti il vescovo di Beirut Youhanna Jihad Battah e Renato Soru. Ha aperto i lavori il Professor Salvatore Rubino dell’associazione “Linee di confine” che insieme a “Rosa Rossa” e “Ponti non muri” ha invitato a Sassari Monsignor Battah.
Tra gli interventi quello di Silvio Lai, segretario regionale del Partito Democratico che ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento odierno non facendo mancare una polemica con il concomitante comizio di Beppe Grillo a Cagliari. “Parlare di pace e di sviluppo è una grande opportunità e la Sardegna, tradizionalmente luogo di incontro e di condivisione di saperi e tradizioni, può svolgere un’importante funzione favorendo il dialogo tra Europa e mediterraneo. In questa campagna elettorale – ha aggiunto Lai – c’è chi utilizza parole distruttive (quelle di Grillo che chiede di uscire dall’Europa e dall’Euro) e chi invece l’Europa vuole difenderla, come il PD”. All’incontro ha partecipato anche il Rettore dell’Università Attilio Mastino, di ritorno da un viaggio in Afghanistan dove ha visitato l’Università di Herat e l’attività svolta dai docenti dell’ateneo turritano.
Monsignor Battah nel suo intervento ha voluto prima di tutto sottolineare come sia il popolo arabo che quello sardo siano contraddistinti da uno spirito di ospitalità. Su un punto il vescovo di Beirut si è soffermato in particolare. “Il dialogo è fondamentale per creare una pace duratura tra i popoli”. Battah ha ricordato le visite di Papa Giovanni Paolo II in Siria, ma anche le preghiere di Papa Francesco per la Siria, preghiere che hanno fermato una guerra.
E il tema della pace e del dialogo è stato ripreso anche da Renato Soru che ha parlato dell’importante funzione svolta nel dopo guerra dall’Europa. “Io sono nato nell’anno del trattato di Roma. Quell’Europa é nata in un continente distrutto. Con popoli che si erano odiati ed erano stati in conflitto tra loro. L’idea di Europa é stato il più grande progetto di pacificazione mai fatto, non un capriccio. Sembra che sia un mondo lontano – ha aggiunto il candidato del PD – e secondo alcuni di cui possiamo far a meno. E invece dove non c’è Europa vediamo cosa succede. Lo vediamo nei Balcani, o in Ucraina. Non credo che sia più facile creare ricchezza o posti di lavoro on l’egoismo. La risposta per me è lavorare insieme”. Soru poi ha ricordato di aver iniziato la campagna elettorale a Lampedusa. “La visita di Papa Francesco poche settimane dopo la sua proclamazione. Era il simbolo e il crocevia di quel che stava accadendo. Un continente più povero e uno più ricco che voleva mettere un muro. Papa Francesco ha acceso un faro su quella situazione. Quando a ottobre 366 persone sono morte il sindaco di Lampedusa ha mandato una lettera a Letta e lo ha invitato ad andare a contare insieme a lui il numero dei morti tra cui molti bambini. Dopo pochi giorni l’atteggiamento italiano davanti al fenomeno delle persone che scappano per arrivare in Italia è cambiato. Noi oggi soccorriamo senza se e senza ma e poi cerchiamo di dare seguito a quell’assistenza con progetti di accoglienza e di inclusione. C’è stata un Italia diversa nel recente passato, quella della Bossi Fini che respinge. Noi oggi – ha concluso Soru – speriamo che nasca un Europa diversa che accoglie e che include”.
Pang
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