Sassari città universitaria

La riflessione di Giovanni Cocco e Francesco Falchi per Sinistra Sarda. «Gli studenti pendolari e fuorisede sono tutt’oggi considerati cittadini di serie B»

UniversitaSassari. «Mentre l’Ersu di Sassari e l’Amministrazione comunale dibattono su quale area sia più o meno consona alla realizzazione del campus universitario, ci si dimentica di allargare la visuale alla condizione dei servizi connessi alla residenzialità e alle condizioni in cui gli studenti universitari vivono la città. I conflitti tra palazzinari da un lato e la povertà di idee dall’altro lato stanno soffocando quel poco di dibattito aperto negli anni scorsi su “Sassari Città Universitaria”». È quanto sottolineano in una nota, a nome di Sinistra Sarda di Sassari, Giovanni Cocco (Pdci) e Francesco Falchi (Prc).

«La decadenza del sistema di infrastrutture e servizi presenti presso i luoghi di studio o alloggio è davanti agli occhi di tutti, specie per i diretti fruitori. Gli studenti universitari pendolari e fuorisede sono tutt’oggi considerati cittadini di serie B in questa città, pur essendo una grande risorsa, culturale ed economica – sottolineano Cocco e Falchi –. Forse, però, loro non sono considerati abbastanza importanti poiché non sono un bacino elettorale utile per gli amministratori cittadini o forse non si tiene conto delle problematiche che vivono perché non in grado di imprimere la sufficiente pressione per essere ascoltati. L’esempio più eclatante di “promessa mancata” e di condizione di disagio e pericolo è la mancata realizzazione del marciapiede tra la residenza Ersu, in via Verona, e via Rizzeddu, dove gli studenti sono costretti a passare in un tratto con le macchine che sfrecciano a meno di un metro di distanza. La contestazione che facciamo come Sinistra Sarda (Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani) è, pertanto, l’occasione per chiedere che siano rilanciate le piccole opere nelle zone in cui la presenza di studenti fuorisede e pendolari è particolarmente massiccia, coinvolgendo gli stessi per ottenere utili riscontri in merito alle carenze dei servizi offerti e, nel contempo, proponiamo altresì di riaprire un dibattito di ampio respiro sul futuro della “città universitaria”, su ciò che essa potrà offrire e su cosa si possa fare per rendere gli studenti fuorisede cittadini di serie A». (p.p.)

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