Cultura

Sardu e Inglesu cara a cara

L’Istituto Alberghiero di Sassari ha pubblicato un quaderno didattico che mette a confronto sardo e inglese. Le autrici sono le insegnanti Maria Antonietta Meloni e Clara Farina

SarduInglesuCaraaCaraPresentazione1Sassari. Non è una grammatica della lingua sarda ma uno strumento rivolto agli studenti che mette a confronto direttamente sardo e inglese. È il quaderno didattico “Sardu e Inglesu cara a cara – Sardinian and English face to face”, pubblicazione finale del progetto finanziato con i fondi della Legge Regionale n°26/1997, erogati dall’Amministrazione Provinciale di Sassari. Stampato dalla Edes di Sassari, con la grafica di Giovanni Silecchia, il quaderno è il frutto del lavoro degli alunni della classe II I (nello scorso anno scolastico) dell’Istituto Alberghiero (Ipseoa) di Sassari. Un progetto realizzato grazie all’impegno del professor Salvatore Sfodello, nel ruolo di coordinatore, e delle professoresse Maria Antonietta Meloni e Clara Farina, che hanno condotto gli studenti alla riscoperta e all’utilizzo della lingua sarda, tramite attività interattive in classe svolte in sardo e in inglese secondo il modello dei testi paralleli su argomenti comunicativi di livello A1 (sulla base delle indicazioni del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue). In poco meno di 80 pagine sono inserite sei brevi unità didattiche ambientate a Sassari e nell’Istituto Alberghiero, con abbondanza di fotografie, schemi e disegni. In particolare, l’ultima unità è stata costruita secondo il modello CLIL e dedicata alla storia cittadina.

SarduInglesuCaraaCaraPresentazione2«È un lavoro che dà lustro alla nostra scuola. Da tempo abbiamo sposato l’idea che la valorizzazione del nostro territorio possa costituire uno dei pilastri sui quali ricostruire la disastrata economica della nostra Isola, partendo dal rilancio del valore aggiunto rappresentato da cibo, tradizioni, patrimonio paesaggistico e patrimonio culturale. Nel 2011 avevamo dato alle stampe un altro volumetto “Coghina e mesa”, un glossario molto apprezzato», ha detto in apertura di intervento il dirigente scolastico Roberto Cesaraccio. Mercoledì mattina, in occasione della presentazione del Cuadernu didaticu de sardu e inglesu, oltre alle autrici Maria Antonietta Meloni e Clara Farina, hanno partecipato il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino, per il Centro Linguistico d’Ateneo il professor Antonio Pinna, docenti della scuola e gli studenti che hanno curato il lavoro.

«Abbiamo scelto argomenti che potevano andare in sardo ed in inglese. Mi sono rifatta al documento del Consiglio d’Europa su come insegnare le lingue. Anche il sardo può essere oggetto di un lavoro di questo tipo. Il livello è quello basico, A1: questo non è un libro di grammatica ma di comunicazione», ha detto Maria Antonietta Meloni. «È un quaderno e non libro. Il punto di partenza è che il sardo si possa imparare cara a cara, “faccia a faccia”. Dobbiamo fare fronte comune a difesa del sardo e lo standard scritto, la Lsc, che abbiamo applicato a questo lavoro, non è una lingua di plastica ma frutto di una mediazione giusta», ha aggiunto, in sardo, Clara Farina.

«Il quaderno rappresenta un importante passo in avanti. Vorrei ricordare le cose fatte negli anni dall’’Università di Sassari. Il nuovo Statuto, all’articolo 58, prevede che la lingua sarda debba essere al centro dell’insegnamento e che ne siano promosse la conoscenza e la diffusione. È il tema del multiculturalismo e del multilinguismo: superare l’ottica del monolite e dimostrare che il sardo è anche cultura. Sullo sfondo c’è il tema dell’identità della Sardegna. Ma è importante anche capire che la lingua sarda può essere utilizzata all’interno di un modello aperto», ha detto il rettore Attilio Mastino. «Ci sono tante occasioni nelle quali esiste una differenza di qualità, in cui c’è una cultura egemone e culture subalterne. Da poco sono rientrato dall’Afghanistan (tra l’altro ho viaggiato con un centinaio di militari che parlavano solo sardo). Non possiamo pensare di essere una cultura egemone che impone tradizioni esterne. Come ha detto lo stesso generale della Brigata Sassari Manlio Scopigno tutte le culture vanno rispettate. Venendo alla Sardegna, quello che si deve fare è rispettare i sardi e non parlare di accozzaglia di dialetti della lingua. Non possiamo andare verso una solo lingua che li annulli. Dobbiamo partire dal rispetto delle persone e di ciò che siamo. In questo libro-quaderno è stato fatto uno sforzo micidiale, mettendo in contatto il sardo e l’inglese. Tutte le culture sono da rispettare», ha concluso Mastino, che ha ammesso che il programma di formazione degli insegnanti in lingua sarda ha subito uno stop: «Purtroppo alla fine non è stato finanziato per una controversia sulle ore di insegnamento. L’Università di Sassari però ha avuto ed ha tuttora docenti di livello, come Tanda, Paulis, Pittau, Manca, Lupinu, Maxia, Pinna e altri. Abbiamo veramente una serie di attività, eppure sono il primo a dire che siamo carenti. Bisogna comunque sempre collaborare, non va bene che uno pontifica [dall’esterno]».

Sono infine intervenuti il professor Antonio Pinna, responsabile del Centro linguistico d’Ateneo, ed il professor Giuseppe Fara, dell’Ufficio Scolastico Provinciale, l’ex Provveditorato. «L’aspetto fondamentale è lavorare con i ragazzi. Questo può essere lo spunto per altre iniziative, per esempio coinvolgendo i rumeni. Dalla Romania a breve verranno a Sassari professori all’Università. Un lavoro di questo tipo potrebbe essere esteso, con un percorso dedicato a sardo, rumeno e inglese», ha detto Fara.

Il progetto. L’obiettivo del progetto rientra nella ‘mission’ dell’Istituto Alberghiero di Sassari di contribuire alla valorizzazione del nostro territorio partendo dal rilancio del valore aggiunto rappresentato dalle quattro variabili d’eccellenza che il popolo sardo è in grado di esprimere: cibo, tradizioni, patrimonio paesaggistico, patrimonio culturale. Quest’ultima voce, in particolare, non può prescindere dalla conoscenza e dalla pratica della lingua originaria, al di là delle varie declinazioni territoriali e di tutte le diatribe più o meno cattedratiche che ne hanno frenato la piena valorizzazione.

L’esperimento attuato dal progetto, con il passaggio diretto dalla nostra lingua comune alla lingua inglese, riconosciuta nel mondo quale nuovo esperanto, coltiva l’ambizione di far appassionare gli alunni alla ricerca delle proprie radici. Allo stesso tempo, anche attraverso la riscoperta della propria tradizione linguistica, si vuole trasmettere agli studenti il gusto di apprendere una lingua veicolare la cui conoscenza è indispensabile per potersi inserire nel mercato globale del lavoro. All’origine del desiderio di sapere e dell’apertura al mondo si trova infatti il senso di appartenenza ad un popolo che non è secondo a nessuno nella costruzione della storia con la S maiuscola ma è trascurato dai libri di testo e dagli insegnamenti ministeriali.

Il piccolo volumetto didattico citato, che ha coronato il lavoro effettuato nelle due lingue, costituisce un esperimento affatto nuovo che, al di là di tutte le valutazioni tecniche, non potrà che attirare l’attenzione di tutti coloro che si occupano di bilinguismo, dell’utilizzo delle lingue minoritarie e delle problematiche linguistiche in generale. I lettori sardi scopriranno con orgoglio che la loro lingua può “bypassare” la lingua italiana e confrontarsi con pari dignità con la lingua più utilizzata nel mondo per la comunicazione. I lettori italiani che amano la terra sarda, dal canto loro, comprenderanno lo spirito della proposta didattica e potranno cimentarsi nell’utilizzo del manuale per trarne idee e, perché no, traslarle nelle rispettive realtà. Gli altri potranno utilizzare la lingua inglese per capire come dietro le immagini da cartolina che esaltano la bellezza dei paesaggi della Sardegna, oltre le spiagge candide e il mare smeraldino, c’è un popolo vitale che vale la pena di conoscere meglio.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio