Ricamos, durches e impastos: s’arte de sa traditzione sarda
Dal 12 dicembre al 23 gennaio alla Biblioteca Universitaria di piazza Fiume la mostra “Ricami, dolci e impasti: l’arte della tradizione sarda”
Ricami, dolci e impasti della tradizione sarda si fondono nelle immagini della fotografa Alma Danièle De Silvestro. L’originale allestimento della mostra Ricamos, durches e impastos: s’arte de sa traditzione sarda mette in relazione le immagini con i pani e i dolci, i ricami nei tessuti preziosi, gli impasti di semole e di argille, e troverà spazio nelle sale della Biblioteca Universitaria del MiC in piazza Fiume a Sassari, dal 12 dicembre al 23 gennaio, con orario continuato 9-19 dal lunedì al venerdì.
L’inaugurazione è prevista alle 17,30 del 12 dicembre, alla presenza dell’autrice, delle autorità locali e degli artisti e artigiani che hanno realizzato le opere e collaborato alla realizzazione della Mostra.
Le bacheche della Biblioteca ospiteranno pani e dolci gioiello, ricami degli abiti tradizionali sardi, le farine prodotte con macine di pietra e le argille utilizzate per la costruzione dei mattoni crudi: i “ladiri”.
Tra gli espositori sono presenti il Laboratorio Piroddu di Sennori e il Laboratorio “La casa delle idee” delle sorelle Salaris di Uri con i ricami tradizionali, l’ Atelier orafo di Elia Idini di Sennori, l’artista della decorazione dolciaria Mariangela Podda di Putifigari, la Pro loco con le artigiane panificatrici di Olmedo con i pani gioiello, “Mulinu – La Macina di Sardegna” produttori di farine e pasta tradizionale di Alghero che mettono a disposizione un percorso tattile e organolettico con varie tipologie di farine e semole, l’Artigianato Fancello – Arte Sarda di Nuoro, l’Artigiano dei ladiri Stefano Coccodi di Serramanna, Contessa d’Arco-design di Maria Grazia Tuveri di Sassari.
A corollario dell’esposizione sarà presente una ricca selezione bibliografica, curata dal direttore della Biblioteca Universitaria Giovanni Fiori e un’opera dell’artista Francesco Farina che ritrae una donna con l’abito tradizionale di Sennori.
I testi dei pannelli descrittivi dell’esposizione sono stati tradotti in sardo da Giovanna Tuffu e in inglese da Silvia Pinna e realizzati da m&m service di Monica Farina .
Il Coro “Associazione Coro Baratz” con il maestro Andrea Zinchiri offrirà un’esibizione di canto popolare sardo in occasione dell’inaugurazione.
Sono inoltre programmate, per i giorni 20 dicembre 2025 e 3 gennaio 2026, dalle 16 alle 20, negli spazi coperti messi a disposizione dal Comune di Sassari nella Piazza Fiume, le performance di decorazione dei pani gioiello a cura delle artigiane panificatrici Mariella Pinna e Maria Talia Tidore con la Pro loco di Olmedo.
Nel mese di gennaio 2026 saranno infine previste conferenze sui temi proposti dalla Mostra con la partecipazione di archeologi, etno-demo-antropologi, esperti di alimentazione e agricoltura, artigiani/artisti e produttori.
L’evento è sostenuto dal contributo della Fondazione di Sardegna, dalla Confcommercio di Sassari con il CCN Stelle del Centro, con il patrocinio della Città Metropolitana di Sassari, del Comune di Olmedo, dell’Associazione Culturale Sardi in Toscana-ACSIT di Firenze, dell’Associazione Italiana Fotografi- UIF, dall’Associazione Infoto di Firenze.
L’iniziativa è ideata e organizzata dallo Studio fotografico di Alma Danièle De Silvestro con Gianni Marras, dall’Associazione culturale CLIC-Circolo delle Lingue, delle Informazioni, delle Culture con Alba Canu, Carlo Consolati e Clara Corona, da Canale 12, dalla Biblioteca Universitaria di Sassari – MiC con il direttore Giovanni Fiori, dal CCN Stelle del Centro con la presidente Giuseppina Mura, con la collaborazione della m&m service di Monica Farina e della GEA Costruzioni di Giovanni Canu con Raffaele Canu.
La fotografa Alma Danièle De Silvestro sottolinea che «per secoli i saperi ancestrali sono stati tramandati alle generazioni successive e gli artigiani e le artigiane, con le proprie produzioni artistiche, ricollegano sapientemente i tanti saperi antichi alla realtà moderna, così che la tradizione identitaria resti e si continui a tramandare alle giovani generazioni. Con le mie immagini fotografiche ho voluto mettere a confronto e riallacciare la delicatezza dei dolci decorati, lo splendore dei ricami sulle vesti tradizionali, le decorazioni raffinate dei pani in un collegamento culturale che non separa mai i tanti saperi delle arti antiche».
«Si tratta di un Patrimonio culturale, materiale e immateriale, fatto di conservazione, tradizione e innovazione che sta riprendendo vita nella ricerca antropologica sul tema della produzione identitaria, alimentare, artistica e artigianale della Sardegna – dichiara Alba Canu –. Alcuni temi della Mostra giocano sull’idea della “materia impastata”, che sia terra e acqua o farina e acqua, come metafora di una civiltà antica che, a partire dalla terra, costruisce e si nutre: fango per gli antichi mattoni crudi del sud Sardegna, farine per il pane, da sempre sacro per ogni comunità».
Per Giovanni Fiori esiste una nutrita bibliografia sul tema delle produzioni artigianali identitarie e ne proponiamo un’ampia selezione a testimonianza della volontà della Sardegna di voler valorizzare le competenze ancora ben presenti e di essere proiettata verso lo sviluppo futuro dell’artigianato di qualità, con le radici ben piantate nella preziosa cultura della Sardegna. La produzione del pane artigianale rappresenta un gesto antico che unisce storia, arte e identità culturale. Impastare e cuocere il pane è sempre stato molto più di un atto quotidiano: una pratica simbolica, capace di raccontare il rapporto dell’uomo con la terra, il lavoro e la comunità. Nella sua semplicità, il pane diventa un’opera d’arte collettiva, frutto di tecniche tramandate, di mani esperte e di un sapere che attraversa i secoli. Oggi, valorizzare la produzione artigianale significa custodire una tradizione millenaria e rinnovare un legame profondo con le radici della nostra civiltà. Un patrimonio da preservare, condividere e continuare a far vivere».









