Principio di insularità, la prossima settimana l’approvazione definitiva

In seconda lettura alla Camera, si modifica l’articolo 119 della Costituzione. La soddisfazione dei Riformatori Sardi, che nel 2017 avviarono l’iter

Sassari. Il voto finale è calendarizzato per lunedì prossimo quando, a meno di inattesi rinvii (la politica romana è ritornata in ebollizione), la Camera approverà in seconda e definitiva (è la quarta finale tra i due rami del Parlamento) lettura la modifica dell’articolo 119 della Costituzione, con l’introduzione nel testo della Carta fondamentale della Repubblica del principio di insularità: «La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità».

Martedì pomeriggio, nella sala conferenze dell’hotel Grazia Deledda, il coordinamento regionale dei Riformatori Sardi ha promosso un incontro sul tema, “Insularità in costituzione. Vantaggi e prospettive per la nostra Isola”. Sono intervenuti la presidente del partito Mara Lai, Michele Cossa, consigliere regionale e presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità, il coordinatore sassarese dei Riformatori Michele Saba, insieme a referenti e amministratori locali. I lavori, moderati da Fabio Pala, sono stati chiusi dall’assessore regionale e segretario dei Riformatori, Aldo Salaris.

I commenti ironici del 2017, quando i Riformatori avviarono nell’Isola la raccolta delle firme per un referendum regionale, non ammesso, e poi per la proposta di legge nazionale di iniziativa popolare, oggi sono solo un ricordo sbiadito. Si tratta di una iniziativa storica, che non ha precedenti, anche per i numeri registrati nei due rami del Parlamento, con il testo passato praticamente all’unanimità. Ecco perché ci si aspetta che l’ultimo step sarà una formalità. «Il percorso ebbe inizio da una grande intuizione di Massimo Fantola – ha ricordato Michele Cossa –. La radice della maggior parte dei problemi della nostra regione si chiama insularità. Questo rimane il peccato originale. Anche studiare è più difficile, curarsi, fare attività sportiva, tutto. In continente prendi un treno e arrivi dappertutto. Noi non possiamo farlo».

Un successo anche perché sono stati uniti i sindaci sardi. «Tutti i comuni hanno approvato un ordine del giorno sull’insularità. Abbiamo avuto il sostegno del mondo della scuola, del lavoro, del mondo produttivo, dei vescovi. E di tutti i partiti e tutti i parlamentari. Abbiamo la locomotiva, adesso bisogna attaccare tutti i vagoni. E saremo soli. La continuità territoriale, per esempio, è fondamentale ottenerla, e per la Sicilia non è la priorità. Non dimentichiamoci che è di 5700 euro la tassa che grava di fatto su ogni sardo. Questo il costo economico totale dell’insularità: 9 miliardi e mezzo di euro».

«Ricordiamo anche Roberto Frongia, un patriota sardo, che ha contribuito a scrivere queste righe – ha detto Michele Saba –. In poche parole lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio e dispone le misure necessarie perché si raggiunga una effettiva parità. Bisogna stare attenti ai termini: la Corte costituzionale potrebbe essere attivata se qualcosa fosse contrario al principio di insularità. E spingere il legislatore a fare scelte virtuose. Spetterà alla Regione Sardegna attivarli».

«È stata una battaglia che abbiamo condotto tutti – ha sottolineato in conclusione Aldo Salaris –. Siamo stati bravi, è vero. E c’è stata anche una convergenza ampia del mondo politico. Lo dico ancora: Massimo Fantola e Michele Cossa, siete stati bravissimi. Il nostro è un partito che fa sintesi. Dalla settimana prossima dovremo cercare di essere bravi a fare calare a terra questo principio».

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