Parco dell’Asinara, no alla gestione commissariale

L’ente è senza una governance e non si vede la fine della situazione di incertezza. Regione, Provincia e Comuni di Porto Torres e Sassari chiedono risposte al Governo

Sassari. Lo scorso 30 gennaio è stato nominato dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin il nuovo commissario del Parco nazionale dell’Asinara. È Gianluca Mureddu, 43 anni, di La Maddalena, laureato in scienze biologiche molecolari e componente del direttivo del Parco della Maddalena. I bene informati lo collocano in quota Fratelli d’Italia. Un nome non concordato dal Governo con gli enti locali, in particolare Regione, Provincia (che sta completando la trasformazione in Città Metropolitana) e Comune di Porto Torres, che compongono la Comunità del Parco nazionale dell’Asinara, ma anche gli altri comuni che ricadono nel Golfo dell’Asinara sono ovviamente interessati. Si è saputo della nomina solo a cose fatte. Non è finita. Dal 2016 manca il presidente e nelle ultime settimane sono scaduti altri organismi interni, come, il 29 dicembre del 2024, il collegio dei revisori dei conti. Lo scorso 11 febbraio si è concluso addirittura il mandato del direttore Vittorio Gazale. Il consiglio direttivo non si riunisce dal febbraio del 2020 (e attualmente non c’è). Il Parco è insomma senza governance da tempo e ancora una volta la situazione di incertezza rischia di provocare serie conseguenze per il settore turistico, in particolare per 400 lavoratori, anche perché, a complicare le cose, senza autorizzazioni non si può impostare la stagione. Lunedì mattina, nel palazzo della Provincia in piazza d’Italia, l’amministratore straordinario della Città Metropolitana, insieme ai sindaci di Porto Torres Massimo Mulas e di Sassari Giuseppe Mascia, presenti gli assessori regionali Franco Cuccureddu (Turismo) e Desirè Manca (Lavoro) e il consigliere regionale Valdo Di Nolfo, hanno incontrato la stampa. Collegata da Roma (non poteva essere a Sassari per impegni pregressi) era l’assessora regionale dell’Ambiente Rosanna Laconi.

Gavino Arru, amministratore straordinario della Città Metropolitana di Sassari

La gestione commissariale costituisce una mancanza di rispetto nei confronti degli enti locali ma soprattutto verso i cittadini. «Dobbiamo denunciare questa gravissima situazione, gridare il nostro malcontento. Chiediamo che il Parco dell’Asinara possa finalmente decollare e dare risposte a un territorio che le attende da troppo tempo. Vogliamo dare pieno risalto alla situazione di disagio che stiamo vivendo. La politica ancora una volta litiga sulle poltrone. A noi questo non interessa. E non stiamo facendo una questione di Tizio o di Caio. L’importante è che si scelga una figura importante del territorio, che conosca il Parco e dia risposte a quelle richieste che attendono da troppo tempo», ha spiegato Gavino Arru, amministratore straordinario della Città Metropolitana di Sassari.

Massimo Mulas, sindaco di Porto Torres

Il Parco dell’Asinara costituisce il 51 per cento del territorio comunale di Porto Torres. «Non capiamo come si possa lasciare un ente fondamentale come il Parco da nove anni senza guida – ha subito fatto notare il sindaco turritano Massimo Mulas –. E in questi 29 anni abbiamo avuto tutta una serie di commissari che non hanno un potere di programmazione. Manca un metodo, anzi, sembra una strategia per non fare decollare un intero territorio». Nel nord Sardegna ci sono gli unici parchi che hanno un solo un solo comune nel loro territorio, Asinara, che fa parte di Porto Torres, e La Maddalena, con due situazioni però totalmente differenti. Lo scorso novembre è stata ricostituita la Comunità del Parco dell’Asinara, su iniziativa della Regione. «Questa nomina del nuovo commissario, diciamolo chiaramente – ha proseguito Mulas –, è un vero e proprio sgarro alla presidente Alessandra Todde e ai comuni della Comunità. Vogliamo che sia promossa una nuova idea di governance, basta con il ricorso ai commissari». Duro anche il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia: «Il braccio di ferro politico non può bloccare lo sviluppo del territorio. Non è possibile trattare una parte della Sardegna in questo modo. È una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini».

In alto mare anche il consiglio direttivo, che comprende 12 componenti: quattro nominati dal Ministero, altrettanti a testa dalle associazioni e dalla Comunità del Parco. «A fine dicembre avevo spiegato al sottosegretario Barbaro che senza governance il Parco non può funzionare. Con l’impossibilità, tra l’altro, di rinnovare le concessioni ai soggetti che lavorano all’interno del parco e con il rischio di una stagione turistica che non decollerà – ha ricostruito l’assessora Rosanna Laconi –. Barbaro quindi conosceva la situazione. C’è stato poi un ulteriore sollecito da parte della presidente Todde e mia con alcune telefonate. Hanno risposto che avrebbero nominato un commissario. Abbiamo fatto presente che non avremmo accettato questo tipo di procedura. Nonostante tutto il commissario è stato nominato. La reazione della presidente Todde, condivisa dalla giunta, è stata immediata». Ma niente è cambiato.

Un modello, insomma, da respingere una volta per tutte. Per il semplice motivo che non funziona. «Ci troviamo di fronte a spaccature nel centrodestra regionale, che non trova un accordo tra trombati ed eletti per i tre parchi regionali», ha sintetizzato Valdo Di Nolfo, consigliere regionale eletto nella lista Uniti per Alessandra Todde, che nei giorni scorsi è intervenuto sul tema dei 400 lavoratori a rischio. Un’iniziativa che presto potrebbe diventare realtà sarà una riunione dei consigli comunali congiunti del territorio all’Asinara. «Un ente acefalo crea problemi al turismo – ha sottolineato Franco Cuccureddu, assessore regionale del Turismo –. A La Maddalena la situazione è diversa: il turismo lì è strutturato. All’Asinara non c’è invece un ruolo preciso, c’è un forte interesse ma non ci sono risposte. Dei beni immobili, per esempio, non si sa cosa fare. Ricordo che c’era un progetto dedicato alle tre grandi isole carcere del mondo, Alcatraz, Staten Island e Asinara. Non se ne è più parlato. Eppure Fornelli, unico carcere dove sono stati chiusi i grandi capi della mafia, avrebbe una grande capacità evocativa: pensiamo a “Il padrino”, a tutta la filmografia». «In Giunta e con la presidente Todde ci siamo mossi subito per quanto di nostra competenza con la nuova Comunità del Parco. Della nomina del nuovo commissario invece abbiamo saputo dagli organi di comunicazione – ha aggiunto l’assessora del Lavoro Desirè Manca –. Adesso parliamo di tanti lavoratori a rischio. È un settore per il quale non posso non intervenire: non ci fermeremo qua». (lu.fo.)

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio