Palmadula senza migranti

Trasferiti in altre strutture gli ospiti dell’agriturismo della borgata nell’agro di Sassari. Enrico Sini (Sassari è): «Un errore portarne qui così tanti. Andava garantita la migliore accoglienza possibile»

 

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I pullman con i migranti partono da Palmadula

Palmadula. Hanno lasciato mercoledì sera la borgata di Palmadula e sono stati distribuiti in altri centri di accoglienza del nord ovest della Sardegna (la maggior parte sono a Cargeghe). I migranti ospitati da un paio di mesi in un agriturismo riadattato per l’emergenza nell’ultimo periodo erano calati di numero, da 116 a 94. Scortati da Carabinieri e Polizia Municipale, i pullman sono partiti diretti verso altre destinazioni, esaudendo anche una richiesta esplicita degli stessi immigrati che avevano più volte domandato di poter lasciare il piccolo centro nell’agro di Sassari, tanto che un paio di settimane fa erano addirittura scesi in strada con cartelli e manifesti improvvisati reclamando la possibilità di andare via. Una manifestazione che aveva colto tutti di sorpresa e che aveva rischiato di portare tensione in un contesto nel quale i problemi quotidiani, a cominciare da quello dei collegamenti con il centro cittadino, non mancano.

Una situazione che adesso è superata. «Il problema principale, come ho già detto a sindaco ed assessori in una delle ultime sedute dell’Assemblea Civica – spiega il consigliere comunale Enrico Sini (Sassari è), che vive e lavora a Palmadula – era soprattutto il numero dei migranti accolto. Questo è stato l’errore che reputo andava evitato sin dal principio dalla Prefettura. Oltre cento per una borgata che ha poco più di 500 abitanti è una soglia davvero elevata. Come se Sassari in una sola notte aumentasse la sua popolazione di circa il 25 per cento». Che – con un rapido conteggio – per la città sarebbero 25-30mila abitanti in più, una cifra che vista in queste proporzioni fa capire quale sia stato l’impatto per un centro come Palmadula. E per ospitare un numero così elevato di migranti erano anche necessarie condizioni migliori. Al titolare dell’agriturismo va riconosciuto il massimo impegno, ma servono anche maggiori fondi per gestire un’emergenza di tale portata.

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