Pagliacci di Leoncavallo stasera al Teatro Comunale di Sassari
Prosegue la stagione lirica dell’Ente Concerti Marialisa de Carolis. Mercoledì scorso la presentazione dell’allestimento all’Accademia “Sironi”

Sassari. È “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo la seconda opera in cartellone per la stagione lirica 2019 dell’Ente Concerti Marialisa de Carolis. L’opera verrà rappresenta stasera alle 20,30 al Teatro Comunale di Sassari con replica domenica pomeriggio. Il capolavoro verista è stato presentato mercoledì scorso nell’aula magna dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”, partner dell’Ente ormai da anni. Gli allievi dell’Accademia, sotto il coordinamento e la supervisione dei loro docenti, si sono occupati di ideare e realizzare scene e costumi, tutto su input dei registi. Una collaborazione che si rinnova e che consente ai giovani talenti locali di confrontarsi con il mondo del lavoro, un’opportunità che in Italia pochissime realtà possono offrire. Alla presentazione sono intervenuti i registi Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi e il direttore d’orchestra Sebastiano Rolli.

Dopo i saluti del presidente dell’Ente Concerti Alessandro Bisail e una dettagliata introduzione storica a cura del vicepresidente dell’Ente Antonello Mattone, è stato Piero Maranghi a spiegare il senso dell’allestimento registico, che si ispira ai dipinti di Felice Casorati, grande pittore ma anche scenografo teatrale, coevo di Giorgio De Chirico e di Mario Sironi. Tra l’altro, Casorati e Sironi condividono un trascorso sassarese (cinque anni nell’adolescenza per Casorati, soltanto il primo anno di vita per Sironi). Nei “Pagliacci”, ha aggiunto Paolo Gavazzeni, si avverte la tensione palpabile propria del metateatro già dal prologo: è una vera e propria riflessione sullo spettacolo e su chi lo fa, sugli attori che sono anche uomini e donne, gente comune, non eroi come nel passato, verismo allo stato puro. È, come ha spiegato il direttore d’orchestra Sebastiano Rolli, un’inversione di tendenza rispetto al romanticismo appena trascorso: qui la morte e la sofferenza non sono sublimate sulle ali della poesia: il verismo ha il gusto patologico della sofferenza e del dolore. Musicalmente “Pagliacci” raggiunge vette che Leoncavallo non toccherà più. È diventata l’emblema, insieme a “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, della stagione musicale verista. Le due opere, spesso, sono rappresentate insieme, anche perché entrambe durano poco più di un’ora.

“Cavalleria” fu rappresentata in prima assoluta il 21 maggio 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, all’epoca destinato a un pubblico più popolare di quello della “Scala”. Il direttore era Arturo Toscanini, ancora giovane ma già sulla strada della gloria del podio. Lo stesso Toscanini avrà poi modo di ricordare di non avere particolarmente amato “Pagliacci” né lo stesso Leoncavallo. In una lettera il grande direttore di Parma scriveva sulla Quinta di Mahler, compositore da lui mai apprezzato: «Avrebbe schifato anche Leoncavallo».
Eppure, dopo oltre un secolo, “Pagliacci” gode di grande fama e apprezzamento, soprattutto per la presenza della celebre aria “Vesti la giubba”, cavallo di battaglia dei più grandi tenori della storia, a cominciare dal mitico Enrico Caruso che la interpretò più volte al Met di New York e che la incise tre volte, con la versione del 1907 primo disco a toccare il milione di copie vendute. «Pagliacci si inserisce tra giganti, come “Falstaff” di Verdi e “Manon” di Puccini, e pur non essendo anch’essa un gigante ha saputo mantenersi costantemente nel repertorio come un manifesto della musica verista», ha detto il direttore Sebastiano Rolli.

Il prezioso lavoro degli studenti di Scenografia e Costume per lo spettacolo è stato sottolineato in tutti gli interventi, moderati dalla musicologa Paola Cossu, in particolare dai docenti dell’Accademia Dario Gessati, Luisella Pintus, Monia Mancusa e Oscar Solinas: sono stati realizzati oltre cento costumi, con mezzi contenuti e lavorando soprattutto con ingegno ed entusiasmo, studiando con grande attenzione ogni sfumatura dei personaggi, compreso il coro.
Pagliacci, in scena venerdì 18 alle 20,30 e domenica 20 alle 16,30 al Teatro Comunale, conta inoltre sul disegno luci di Tony Grandi. Il cast è formato da Antonello Palombi (Canio), Marta Torbidoni (Nedda), Stefano Meo (Tonio), Zoltan Nagy (Silvio) e Marco Puggioni (Peppe). Completano il cast Fabrizio Mangatia e Claudio Deledda (Due contadini). Sebastiano Rolli dirige l’Orchestra e il Coro dell’Ente concerti preparato da Antonio Costa, mentre le Voci bianche della Corale “Canepa” sono istruite da Salvatore Rizzu.
L’opera è andata in scena mercoledì pomeriggio di fronte a circa 700 ragazzi, nella tradizionale Anteprima giovani dedicata agli studenti.






