“Ospiti” vince il Venice Intercultural Film Festival

Il cortometraggio è prodotto dall’Accademia di belle arti Mario Sironi di Sassari

Sassari. Si intitola “Ospiti”, il cortometraggio prodotto dall’Accademia di belle arti Mario Sironi, che nei giorni scorsi ha vinto il primo premio del Venice Intercultural Film Festival. Un premio ambìto e di grande importanza per i ragazzi dell’Accademia “Sironi” che nasce da un progetto portato avanti tra il 2017 e il 2020, sostenuto dalla Regione Sardegna che ha creduto nell’idea. Per un film di trenta minuti confezionato dagli allievi delle scuole di Arte e Media e Scenografia e il corso di Costume per lo Spettacolo dell’Accademia che hanno lavorato a fianco dei loro docenti – Davide Bini, Luisella Pintus, Silvio Farina, Giovanni Follesa, Dario Gessati, Roberto Cois – e che ha visto il prezioso coinvolgimento di alcuni attori e professionisti sardi del settore cinematografico. L’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, della qualità dei percorsi formativi dell’Accademia diretta da Antonio Bisaccia.

La trama prende il via in una mattina nella quale tre rifugiati africani, tra cui una donna incinta, si nascondono nel giardino di una scuola. La scoperta di quella situazione inattesa, porterà scompiglio tra le persone che lavorano in quell’istituto scolastico. Tra ambizioni e paure, tentativi di solidarietà e ricatti, la storia racconta le vicende di una comunità.

Queste alcune delle motivazioni che hanno portato alla premiazione:

«Il film mostra una situazione complessa in cui tutti i soggetti coinvolti sono costretti a prendere una posizione chiara. La situazione mostrata è simile a quella di Antigone: deve prevalere il rispetto della legge o il senso di umanità?», ha detto Adriano Devita, direttore del Festival.

«Incredibile descrizione di come ogni persona o partito politico o istituzione tratti diversamente una questione di umanità considerando sia l’etica umana che il diritto, la visibilità e soprattutto le opportunità. Ci sono poche scelte possibili come esseri umani. Il forte richiamo alle regole istituzionali italiane e l’ostentazione del comportamento formalmente corretto delle persone mostrano quanto sia facile diventare “funzionari” e perdere la capacità di prendere decisioni etiche. Le persone che cercano di costruire teorie del bene e del male – come dovrebbero essere le cose – cercando di stabilire “questioni di principio” che non si possono più discutere. L’autore ha scelto una situazione molto semplice (dare un tetto sicuro e acqua per 24 ore a una famiglia e ad una donna incinta) e ha dipinto perfettamente come la società e le persone cerchino di trarne un beneficio, piccolo o grande che sia», è la posizione della giurata Negin Vaziri.

“Ospiti” è stato inoltre selezionato in altri festival, tra cui il Rameshwaran International Film Festival, un importante festival indiano (http://www.riff.co.in/).

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