Maria Vittoria Porcu (Riformatori Sardi): disabilità, networking e storia della Sardegna
Ripartire dalle radici e dall’Insularità in Costituzione per rilanciare l’isola
Alghero. Maria Vittoria Porcu, candidata alle prossime elezioni regionali per i Riformatori Sardi nella circoscrizione di Sassari, ha scelto di mettere a disposizione la sua professionalità per contribuire al progresso della Sardegna, lavorando per il bene del territorio e portando avanti le principali istanze attraverso un confronto costante con il segretario regionale Aldo Salaris. Tra le priorità del suo programma ha inserito anche l’attenzione alle disabilità che deve stare in cima a tutte le agende: regionali, comunali e territoriali. «Non possiamo più avere cittadini di serie A e di serie B – dichiara Maria Vittoria Porcu –. Le istituzioni devono adeguarsi e garantire pari diritti di accessibilità alle strutture, alle delibere, a qualunque servizio. Non tutti i deficit sono visibili, per questo è fondamentale la rimozione di qualsiasi barriera fisica e non. L’attenzione alla disabilità dovrà diventare una norma trasversale alla base di ogni azione civica e politica».
La candidatura della Porcu è maturata nel corso di quest’ultimo anno osservando il lavoro dei Riformatori relativo all’inserimento del principio di insularità in costituzione, una battaglia finalizzata a promuovere le misure necessarie a cancellare gli svantaggi derivanti dal vivere in un’isola. «A convincermi, inoltre, la mozione presentata dal partito sul riconoscimento dei monumenti della civiltà nuragica da parte dell’Unesco – spiega Porcu –, un’importantissima opportunità per il futuro turistico della Sardegna che riguarda l’utilizzo dei beni archeologici per finalità economiche, quale strumento per lo sviluppo sostenibile del territorio». L’idea dell’Associazione Sardegna verso l’Unesco è che le radici nuragiche dell’isola possano essere il binario giusto per lo sviluppo della nostra Sardegna. «I Monumenti della Civiltà Nuragica – riprende la candidata dei Riformatori Sardi – hanno un potenziale di attrattività che nel Mediterraneo è comparabile solo con l’Egitto dei Faraoni. Da questa consapevolezza nasce l’impegno dell’Associazione La Sardegna verso l’Unesco, un’iniziativa nata per sfruttare in modo intelligente e con una pianificazione appropriata una risorsa molto ricca di potenzialità ma che è ancora largamente sottoutilizzata. L’Europa sta immettendo nel sistema una quantità di risorse con l’obiettivo di sostenere l’economia. È un’occasione unica, che la Sardegna non può perdere. Grazie ai nostri nuraghi possiamo creare economia, sfruttando in modo sostenibile la nostra storia».
Alla base è quindi necessaria una cultura della Sardegna, della nostra storia, e ripartire quindi dallo studio dell’Antica Civiltà Sarda nelle scuole. «Come Riformatori – dice ancora – abbiamo presentato una proposta di legge sulla promozione dell’insegnamento della storia dell’antica civiltà sarda nelle scuole dell’isola. L’introduzione dello studio della storia sarda nei programmi scolastici della Sardegna è stata inserita tra le attività speciali atte a migliorare il percorso formativo dei più giovani, stimolare il senso di appartenenza e completare il percorso della Sardegna verso l’Unesco. Un passo fondamentale per garantire la difesa della nostra identità e valorizzare i beni che testimoniano la nostra storia. In questo stesso percorso è importante inserire anche il bilinguismo ufficiale. Le parole hanno un peso e se dette nella lingua del cuore ci rappresentano ancora meglio».
Tra gli i punti principali del programma dei Riformatori, portato avanti con successo c’è il principio di Insularità in Costituzione che ha inserito nell’Art.119 della Costituzione il comma in cui sono da “promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dal vivere su un’isola”. «Grazie a quel comma – prosegue Maria Vittori Porcu – ora abbiamo la prospettiva di poter contare su ingenti risorse che potranno essere usate per la continuità territoriale aerea e marittima, per colmare il gap infrastrutturale e introdurre forme di fiscalità di sviluppo essenziali per attrarre investimenti. Il Governo nazionale svolge un ruolo cruciale: esso si interfaccia con l’Unione Europea, e ad esso spetta di stanziare le risorse. L’Unione Europea deve riconoscere che c’è uno svantaggio per chi vive in un’isola. L’iniziativa promossa dai Riformatori Sardi ha portato all’inserimento del principio di insularità in Costituzione al fine di garantire una parità di condizioni tra i cittadini sardi e i nostri connazionali».
Parallelamente alla necessità di colmare il gap infrastrutturale è necessario nell’isola fare rete nei territori, tra comuni, imprese, cooperative al fine di rendere più agevole e produttivo il lavoro, garantire maggiori servizi alla cittadinanza e valorizzare le risorse già presenti. «Abbiamo inserito nel nostro programma i progetti per favorire la realizzazione e il rafforzamento di reti di imprese, un atto dovuto se vogliamo permettere l’accesso a fondi europei ai piccoli comuni. Il confronto costante aiuta a fare sintesi e mette in risalto le reali necessità ed emergenze delle diverse anime del nord Sardegna. Se si facesse più rete nei territori, tra comuni, imprese, cooperative, di sicuro sarebbe più facile lavorare e garantire maggiori servizi alla cittadinanza e valorizzare le risorse già presenti, soprattutto nei piccoli comuni che soffrono lo spopolamento», conclude Maria Vittoria Porcu.









