L’Impresario delle Smirne

La commedia di Carlo Goldoni lunedì e martedì al Teatro Comunale di Sassari per la stagione del CeDAC. Con Roberto Valerio (anche regista)

Smirne4Sassari. Viaggio dietro le quinte – tra piccole invidie e rivalità, talenti e ambizioni degli artisti della scena – con “L’Impresario delle Smirne” di Carlo Goldoni, nell’allestimento dell’Associazione Teatrale Pistoiese/ in collaborazione con Valzer Srl, per la regia di Roberto Valerio, in cartellone lunedì 7 e martedì 8 aprile alle 21 al Nuovo Teatro Comunale di Sassari per un duplice appuntamento in seno alla Stagione del CeDAC (nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo).

Dopo il debutto nell’Isola al Teatro Massimo di Cagliari, sbarca nel nord dell’Isola la divertente pièce ispirata alla difficile condizione degli artisti, sempre combattuti tra l’esigenza di far valere il proprio talento e la necessità di pagare i conti, tra la libertà d’espressione e i vantaggi dati dalla protezione di qualche illustre personaggio.

Smirne3La commedia del grande veneziano racconta – con sottile e a tratti amara ironia, che rivela una perfetta conoscenza del mondo dello spettacolo – un microcosmo formato da cantanti lirici (o aspiranti tali) e musicisti, aristocratici mecenati e impresari senza scrupoli: il miraggio di una tournée in Oriente scatena entusiasmi e gelosie, in una frenesia di preparativi tra vezzi da primedonne e tentativi di strappare un compenso “adeguato” e soprattutto ottenere la parte migliore.

Roberto Valerio trasporta la vicenda nel teatro di prosa, nell’Italia del dopoguerra tra il ricordo dell’epopea degli “scavalcamontagne”, gli attori che giravano di paese in paese, di città in città nella prima metà del Novecento e l’avvento del teatro d’avanspettacolo, come forma di divertimento popolare.Tra le righe, oltre il raffinato gioco delle apparenze in cui ciascuno – e ciascuna – cerca di mostrarsi al meglio, senza risparmiar critiche a possibili rivali, s’intuiscono le difficoltà del quotidiano, la fame e la miseria, i compromessi tra la pura arte e la necessità di sopravvivere, fino al coup de théâtre finale che scompiglia di nuovo le carte del destino.

Smirne2Sotto i riflettori un’affiatata compagnia: accanto a Roberto Valerio (che firma anche l’adattamento del testo), spiccano i nomi di Valentina Sperlì, Antonino Iuorio e Nicola Rignanese, con Massimo Grigò e ancora Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani e Peter Weyel. Le scenografie sono di Giorgio Gori, i costumi di Lucia Mariani e le luci di Emiliano Pona.

Il vivido affresco dell’Italia del Settecento disegnato da Goldoni risulta attualissimo ancor oggi, in una società in cui i professionisti della scena – attori e registi, cantanti e musicisti, drammaturghi scenografi e costumisti – devono ingegnarsi ogni volta per trovare scritture e contratti, e soprattutto committenti in grado di sostenere le spese e rendere possibile la magia del teatro.

Smirne1La pièce svela i fragili equilibri, le simpatie e le antipatie, i feroci antagonismi tra i personaggi, in uno spaccato di varia umanità da cui emergono dubbi e insicurezze di chi ogni giorno è costretto a mettersi alla prova davanti a un pubblico (a patto di trovarlo un pubblico) e al piacere degli applausi vede contrapporsi la paura dell’insuccesso. Quando l’intera esistenza è legata a un filo (di parole o note) basta un mutamento del gusto e delle mode, la rovina di un mecenate o il fallimento di un impresario a mettere in forse ogni conquista e ogni pretesa di stabilità. Il fascino della vita nomade e l’emozione della ribalta comportano un prezzo abbastanza alto da pagare, e lo studio e l’impegno indispensabili per perfezionarsi in un’arte – come il talento, più del quale spesso vale l’avvenenza – non bastano a garantire la riuscita di una carriera.

La cifra lieve della commedia mette l’accento più sugli aspetti buffi e grotteschi, permette di ridere e sorridere delle stravaganze dei personaggi, di riconoscersi ma non troppo in vizi e virtù, pregi e difetti dell’uno o dell’altra per una riflessione su ciò che in fondo è solo umano, troppo umano.

“L’Impresario delle Smirne” diventa, necessariamente, un intrigante spettacolo metateatrale, un coinvolgente e divertente gioco di teatro nel teatro, in cui gli attori interpretano dei loro alter ego (alquanto “caratteriali”), tra smanie di protagonismo, invidia e sogni di gloria (e ricchezza). Insieme a una sapida galleria di ritratti, dai divi (o presunti tali) ai loro ammiratori e agli organizzatori, va in scena la vita degli artisti, con le questioni sempre attuali del prezzo della fama e del successo, e la necessità di conciliare etica ed estetica dell’arte con il gusto e la sensibilità del pubblico (o della committenza).

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“L’Impresario delle Smirne” di Carlo Goldoni andò in scena – per dieci sere di seguito – al Teatro San Luca di Venezia nel 1579, inaugurando la stagione del Carnevale del 1760. L’originale era in versi martelliani, ridotti in prosa nella versione a stampa dell’edizione Pasquali (con rinuncia alle caratterizzazioni dialettali delle tre cantanti: la fiorentina Lucrezia, la bolognese Annina e la veneziana Tognina). La gustosa parodia del mondo del belcanto e del teatro d’opera venne apprezzata dal pubblico della città lagunare, con la sua stravagante fauna di “virtuose” e d’improbabili tenori, di presunti poeti, di musicisti e impresari, e potenziali mecenati (più interessati alle grazie delle cantanti che all’arte).

 

INFO & BIGLIETTI

SASSARI/ Nuovo Teatro Comunale

Biglietti

  • primi posti: intero €18 – ridotto €15
  • secondi posti: intero €15 – ridotto €13
  • * tariffe scontate Arci, Endas, Cral aziendali, Carta giovani, Over 65

info: 339 1560328 – circuitoteatralesardo@gmail.com – www.cedacsardegna.it

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