Le interviste/ Maurilio Murru (M5S)
Sassari vista dal candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. «Saremo i portavoce dei cittadini. È necessaria più partecipazione». Lavoro, centro storico, Candelieri e cultura

Sassari. Maurilio Murru è il candidato sindaco di Sassari per il Movimento 5 Stelle, che per la prima volta si propone alle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale (alle regionali di febbraio invece non erano presenti). L’attesa per il risultato della lista e del candidato primo cittadino il prossimo 25 maggio è grande: nel 2013, alle elezioni politiche, il M5S fu il partito più votato in città, con il 31,5 per cento alla Camera.
Maurilio Murru ha 42 anni. È laureato in Scienze Politiche e lavora in una società di servizi di Porto Torres. È il portavoce – candidato sindaco – per il Movimento 5 Stelle (con il Meetup 79) al Comune di Sassari.
Innanzitutto, la vostra è una proposta davvero nuova per l’Amministrazione comunale sassarese.
«Nuova soprattutto nel metodo. Abbiamo impostato i temi del programma insieme ai cittadini, con incontri, tavoli, dibattiti, puntando in particolare sull’ascolto e la condivisione. Non ci sono e non ci saranno decisioni calate dall’alto. Noi siamo e saremo i portavoce dei cittadini».
In queste settimane di campagna elettorale lei ha incontrato i sassaresi, ha avuto modo di vedere la realtà quotidiana. Sassari è davvero in crisi?
«Senza alcun dubbio. Non stiamo facendo riferimenti a colori politici. Chi ha amministrato la città finora aveva come interesse il bene personale o di una stretta cerchia di amici. Con noi a Palazzo Ducale tutto questo non ci sarà più».
Entriamo nel programma. Iniziamo dal centro storico.
«È necessario intervenire facendo riavvicinare le persone al centro, non le auto. Occorre insistere su strumenti come la fiscalità di vantaggio per le attività commerciali o sulla residenza universitaria diffusa. Parliamo anche di un ritorno degli uffici comunali nel centro cittadino. E poi di vie di mestieri, di regolamentazione, di aree pedonali, che tra l’altro sono richieste dagli stessi commercianti in determinate zone. Dal centro storico bisogna partire per rilanciare tutta la città».
E la Ztl come si inserisce in questo ragionamento?
«La Zona a Traffico Limitato è stata emblematica di un modo di decidere, tutto d’imperio, dell’ultima Giunta. Le proteste fatte sotto Palazzo Ducale dicono tutto. Noi vogliamo un referendum consultivo tra i cittadini che vivono al centro e le attività commerciali, in maniera tale che si possa arrivare a definire una Ztl migliore, da un punto di vista economico e sociale».
La cultura può essere un’occasione di sviluppo economico?
«Sassari deve ritornare ad esprimere il proprio significato e la molteplicità delle culture che sono presenti. Partiamo dai Candelieri. Non è possibile ricordarsene solo per il 14 agosto. Chi viene qui, anche per un solo giorno, deve sapere che Sassari è la città dei Candelieri. Che sono stati trascurati dall’ultima amministrazione: ce ne siamo resi conto in occasione degli incontri che abbiamo fatto con gremi e gremianti. Paradossalmente appena diventati patrimonio dell’Unesco i Candelieri non sono più patrimonio del Comune di Sassari. Rimane una distanza enorme».
Proponete l’istituzione di una Consulta dei Gremi.
«È uno strumento composto dal sindaco e dai rappresentanti dell’Intergremio privo di connotazioni politiche che verrebbe convocato almeno una volta al mese per discutere di problematiche della città e per trovare possibili soluzioni. Anche i gremianti sono inseriti nel tessuto sociale cittadino».
Ma non ci sono solo i Candelieri.
«Nel programma abbiamo altri punti importanti che riguardano la cultura. Come le vie dell’arte: ogni settimana gli artisti avranno libero accesso alle vie per esprimere ed animare la vita cittadina. O le opere e i giorni: ogni mese dell’anno sarà dedicato ad un’arte in particolare. E i percorsi permanenti per le arti visive, con rotazioni negli spazi per le associazioni che operano nel settore».
Parliamo di lavoro. Avete delle proposte specifiche?
«Il Comune non può dare direttamente lavoro. Ma creare le condizioni perché questo possa svilupparsi sì. Come abbiamo già detto, entro i primi cento giorni presenteremo un piano per l’occupazione, che non deve essere limitato ai giovani ma che coinvolga anche le persone che a 40 e 50 anni hanno professionalità acquisite e sono considerate dimenticate. Il nostro piano prevede tre passaggi. Il primo è un patto che vorremmo stringere insieme ai professionisti e alle associazioni di categoria per vedere su quali temi od aspetti definire proposte concrete. Il secondo passaggio riguarda invece la fase dello start up: il Comune aiuta queste nuove attività, anche da un punto di vista burocratico. E il terzo, che riguarda il reperimento delle risorse sia attraverso il microcredito diffuso, che abbiamo introdotto anche nel programma nazionale (i privati finanziano altri privati, come avviene già in Francia, attraverso un sistema di rete di banche, garantito dalla Banca d’Italia), sia tramite la creazione di un fondo patrimoniale di solidarietà, con il contributo degli amministratori locali che chiameremo a versare almeno un 5 per cento di questo fondo».
Avete idee innovative anche relativamente al funzionamento del Consiglio comunale.
«Il M5S rappresenta i cittadini, che entrano direttamente a Palazzo Ducale. Sono necessari i confronti tra chi sarà chiamato a ricoprire il ruolo di portavoce ed i cittadini stessi. L’idea è di promuovere un question time settimanale, aperto al sindaco ed ai cittadini, che possono presentare osservazioni: il primo cittadino dovrà rispondere immediatamente. Non solo. Per esempio, introdurremo un altro strumento: l’Amministrazione incontra la città, con una delegazione di assessori e consiglieri che dovrà direttamente confrontarsi con gli elettori».
Aprirete Palazzo Ducale come una scatoletta di tonno?
«Loro, gli altri, non lo sanno, ma lo abbiamo già fatto. I dati dei bilanci, le determine e le delibere le conosciamo. Avremo la possibilità di evitare giochi che attualmente ci sono. I cittadini saranno i protagonisti del proprio futuro».
Parliamo di ballottaggio. Che farete?
«Noi abbiamo un programma. Chiunque si rispecchia in questo può assolutamente dare un appoggio. Successivamente avremo la necessità di creare una struttura e una Giunta di competenze che sarà formata da professionalità. Recupereremo curriculum e valuteremo insieme i requisiti. Questo è il punto di partenza, su cui tutto si costruisce».
Gli altri candidati, e in particolare coloro che hanno amministrato Sassari negli ultimi anni, temono di perdere qualcosa?
«L’impressione è che abbiano paura. Lo hanno già dimostrato presentandosi con questo schieramento enorme di candidati e di liste. L’obiettivo sembra più quello dei numeri che costruire un progetto per la città. Ragioniamo: se hai lavorato bene non dovresti avere timore dei cittadini. Noi abbiamo preparato una lista di 30 cittadini sulla base di un progetto costruito dai cittadini. Il Movimento 5 Stelle partecipa alle Comunali per la prima volta e siamo consapevoli che il risultato potrebbe non essere quello delle politiche del 2013, quando eravamo stati i più votati in città con oltre il 30 per cento dei voti. Quotidianamente, ai nostri banchetti, riscontriamo comunque grande consenso e partecipazione».
Luca Foddai
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