Insonnia, la paura di non lavorare
Giornata Mondiale contro i disturbi legati al sonno. Il riposo notturno è disturbato dal timore di perdere il posto di lavoro. Uno studio promosso dalla rivista Dimensione Benessere
Vanno a letto tardi, hanno la mente sempre rivolta agli impegni lavorativi e familiari, trovano difficoltà a concentrarsi durante il giorno. Ben 6 intervistati su 10 non riposano a sufficienza la notte, principalmente a causa delle preoccupazioni e dello stress lavorativo. Le difficoltà principali riguardano l’addormentarsi (30 per cento) ed il mantenere il sonno (24 per cento). L’insonnia è una problematica che colpisce principalmente le donne (55 per cento), le coppie (59 per cento) e soprattutto coloro che vanno dai 25 ai 35 anni (26 per cento).
È quanto emerge da uno studio promosso dalla rivista Dimensione Benessere, la nuova rivista con Direttore editoriale il noto volto tv Tessa Gelisio, in concomitanza con la Giornata Mondiale contro i disturbi legati al sonno, condotto tramite interviste web a oltre 1.200 italiani utenti di blog, forum e community, ai quali è stato chiesto quanto dormono, se soffrono di disturbi del sonno e quali sono.
«L’insonnia è tra i problemi più comuni che toccano un gran numero di italiani – afferma Tessa Gelisio – e proprio per questo abbiamo voluto esaminare, su un campione di intervistati, quali siano le cause più comuni che lo generano, esplorando il disturbo sotto un profilo sociale e cercando di dare a chi ne soffre dei consigli utili. Le stesse finalità che si pone ‘Dimensione Benessere’ con cui ogni mese aiuteremo gli italiani nel raggiungere il loro equilibrio naturale con consigli legati alla salute, bellezza, medicina, casa, sport, alimentazione, moda e ricette».
Quante ore si dorme la notte? La maggioranza (28 per cento) dichiara di dormire 7-8 ore, mentre il 24 per cento ed il 21 per cento riesce a riposare la notte rispettivamente meno di 7 e tra le 8 e 9 ore. Tra questi, il 60 per cento degli intervistati confessa di non riuscire a dormire senza interruzioni. «L’insonnia è un problema più legato alla qualità che alla quantità del sonno, nel mondo ne soffre il 10-15 per cento della gente – afferma Liborio Parrino, presidente dell’Associazione Italiana Medicina del Sonno (AIMS) – Durata, profondità, continuità e stabilità sono gli elementi principali che favoriscono un buon sonno. La mancanza di uno di questi può essere dovuta a cattive abitudini e forti preoccupazioni. Il buon sonno è legato fortemente al benessere personale: esso permette, infatti, di combattere l’invecchiamento e prevenire diabete, ictus, infarti».
Perché si dorme così poco? Gli intervistati confessano di dormire poche ore a causa delle preoccupazioni dovute agli impegni lavorativi (38 per cento), ai problemi familiari (27 per cento) ed alle discussioni che sorgono con colleghi e amici (22 per cento). Tra le preoccupazioni principali legate al lavoro, la paura di perdere il posto (58 per cento) e di non arrivare a fine mese con lo stipendio (24 per cento). Le conseguenze più comuni? Per oltre 6 intervistati su 10 (63 per cento) il poco sonno è causa principale di litigi ed incomprensioni con il proprio partner, sia nel corso della notte che durante il giorno. Altre conseguenze sono stanchezza e sonnolenza durante le ore diurne (56 per cento), difficoltà di concentrazione (51 per cento), e ripercussioni personali a livello di irritabilità (46 per cento).
Come si cerca di combattere l’insonnia? La maggioranza va sul sicuro e decide di rivolgersi al proprio medico di fiducia (57 per cento). Altri (51 per cento) decidono di non guardare l’orologio se si svegliano durante la notte, così da evitare di preoccuparsi di quanto tempo resti per dormire, cosa che potrebbe impedire di riprendere sonno. Alcuni, invece, lasciano accesa tv o la radio con il timer (45 per cento) in modo da addormentarsi dolcemente. I più “freudiani” (39 per cento) cercano di dedicare i loro ultimi pensieri serali prima di chiudere gli occhi a cose rilassanti.