Inaugurazione anno accademico a Sassari, Schillaci: «Sono qua con grande piacere»

Il ministro della Salute martedì mattina ha partecipato alla cerimonia nell’aula magna del Rettorato. «Un ateneo che ha una grande e lunga tradizione nella medicina»

Il ministro della Saluto Orazio Schillaci

Sassari. «Sono qua con grande piacere. L’Università di Sassari ha una grande e lunga tradizione, oltre 400 anni di storia. È un ateneo che conosco molto bene. Quando ero professore sono stato qua più di una volta, mantenendo rapporti soprattutto con la facoltà di Medicina». Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha salutato così i giornalisti che lo attendevano all’ingresso del Rettorato in piazza Università. Pochi attimi per una veloce dichiarazione e poi al piano di sopra, nell’aula magna, per la cerimonia di inaugurazione del 463° anno accademico dell’Università di Sassari. Accolto in piazza dalla prefetta Grazia La Fauci, dall’assessore Franco Cuccureddu in rappresentanza della presidente Alessandra Todde, dal sindaco Giuseppe Mascia e dall’amministratore straordinario della (istituenda) Città metropolitana Gavino Arru, è stato il rettore Gavino Mariotti a dare il benvenuto a Schillaci. «È un’università prestigiosa, che per la medicina ha sempre dato un grande contributo sia nel campo della ricerca sia nell’attività clinica. E quindi rimane un punto di riferimento a livello nazionale, con tante persone valide. Credo rappresenti quello che poi è il punto forte della sanità italiana, cioè la qualità degli operatori sanitari, dei medici e degli infermieri, di tutti coloro che ogni giorno operano all’interno del servizio sanitario nazionale», ha detto ancora il ministro ai giornalisti. Schillaci, medico, rettore dell’Università di Tor Vergata fino all’ottobre del 2022, ha ricoperto ruoli in numerosi organismi scientifici. È autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche su riviste peer-reviewed. Il ministro ha ricevuto in dono il sigillo dell’Università di Sassari.

Concetti ribaditi durante l’intervento in aula magna. «Sono profondamente onorato di essere qui oggi, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Sassari, un ateneo che ha scritto pagine importanti della storia culturale e scientifica della nostra nazione – ha esordito Schillaci –, e che ha saputo coniugare l’eccellenza accademica con un forte radicamento territoriale, superando con determinazione le sfide legate alla sua insularità e affermandosi come un punto di riferimento per la formazione che va ben oltre la dimensione regionale».

Il ministro ha poi ricordati i grandi nomi tra i docenti dell’università sassarese. Non solo Antonio Segni e Francesco Cossiga, presidenti della Repubblica, ma anche Daniel Bovet, premio Nobel, che ha insegnato farmacologia dal 1964 al 1971. «Il loro contributo testimonia l’elevato livello scientifico e accademico che questa Università ha sempre espresso, in ambito giuridico e umanistico, così come in quello medico e naturalistico. Ancora oggi l’Università di Sassari continua a svolgere un ruolo cruciale nella formazione e nella ricerca. La crescita della comunità accademica, lo sforzo per potenziare l’offerta didattica ed i laboratori, disegnano una chiara prospettiva di crescita e questo approccio interessa in maniera rilevante anche gli studi in ambito medico che come ministro della Salute mi stanno naturalmente molto a cuore. Prova ne è il nuovo Centro di Simulazione Medica dell’Università di Sassari, inaugurato lo scorso 27 febbraio nel Polo Bionaturalistico». Uno spazio importantissimo «per garantire una formazione all’avanguardia agli studenti di Medicina e delle Professioni sanitarie. Grazie alle moderne tecnologie di simulazione, i futuri professionisti della salute potranno acquisire esperienza diretta in un ambiente sicuro e altamente realistico».

Inaugurato il 463° anno accademico dell’Università di Sassari

«L’innovazione – ha proseguito Orazio Schillaci – sta innescando su larga scala una vera e propria rivoluzione che interessa la diagnostica così come l’assistenza, le cure prestate in ospedale come quelle a domicilio, anche grazie alle soluzioni di telemedicina, la prevenzione così come la programmazione sanitaria. Su tutti questi fronti – voglio ricordarlo – il Ministero della Salute sta portando avanti investimenti importanti, grazie anche alle risorse del Pnrr. Presto potremo servirci, come mai prima è accaduto, di accurati modelli predittivi dei fabbisogni di salute della popolazione e di strumenti importanti per la simulazione degli scenari. Ma per cogliere al meglio tutte le nuove opportunità ci servono e ci serviranno medici e professionisti con una formazione adeguata. È quindi un fatto importante l’investimento che questa università sta destinando all’implementazione dell’innovazione e della connettività digitale, che in prospettiva saranno fondamentali per rendere più moderno il nostro sistema d’assistenza. In questo senso e in riferimento a quanto annunciato dal rettore, non posso che apprezzare l’avvio nel nuovo Dipartimento di Ingegneria di corsi di laurea e dottorato in Intelligenza Artificiale, che sta già sviluppando numerose applicazioni in ambito sanitario».

Un altro aspetto importantissimo è l’internazionalizzazione. «Trovo molto significativo che qui si sia registrato un aumento della mobilità internazionale in ingresso, addirittura maggiore rispetto all’aumento della mobilità in uscita. La collaborazione con istituti nazionali e internazionali, la varietà dei corsi di laurea e post-laurea e il costante investimento in progetti innovativi dimostrano la volontà di questo ateneo di offrire percorsi sempre più qualificati e competitivi». Fondamentale non solo formare giovani con un elevato livello di competenze ma anche attrarli dall’estero. «E questo è il dato più significativo, perché la mobilità non è di per sé un fattore negativo, soprattutto nella ricerca, ma ciò che importa è che il saldo finale sia attivo, ovvero che i giovani scelgano poi di tornare e di restare in Italia – ha sottolineato il ministro –. Questo aspetto voglio sottolinearlo soprattutto per i giovani che scelgono gli studi in medicina. Vogliamo che alla fine dei vostri studi possiate mettere a frutto le vostre competenze in Italia e magari nel vostro territorio. Per sostenere questo radicamento ed evitare la fuga dei nostri giovani più brillanti verso l’estero, siamo impegnati su più fronti, in modo che la vostra futura professione risulti più attrattiva in Italia e in particolare i giovani siano più motivati ad avvicinarsi ad alcune discipline. Ricordo che già per l’anno accademico 25-26 abbiamo previsto l’aumento del 5% della parte fissa del trattamento economico per tutte le specializzazioni e del 50% della parte variabile per altre che risultano meno attrattive, come l’Emergenza-urgenza, l’Anatomia patologica, le Cure Palliative, la Radioterapia».

Infine, un augurio agli studenti. «Il vostro impegno e la vostra passione sono la chiave per costruire un futuro migliore per la nostra società. L’Università di Sassari vi offre gli strumenti e le conoscenze per affrontare le sfide del domani: fatene tesoro e siate protagonisti del cambiamento», ha concluso Schillaci.

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