Fratelli d’Italia a Sassari vince la sfida dei numeri
Grande partecipazione al convegno dedicato a denatalità e spopolamento promosso dal Circolo Audax
Sassari. Nessun posto libero in Sala Angioy e tanti in piedi. Un successo di partecipazione insomma venerdì scorso per il convegno “Calo demografico e spopolamento, la nostra sfida per il futuro”, promosso dal circolo Sassari Audax di Fratelli d’Italia. Tema quanto mai attuale del resto, di cui la classe politica isolana ha preso finalmente consapevolezza. Ma la curiosità era parecchia anche per capire lo stato di salute a livello locale del partito di Giorgia Meloni. A giudicare dalle presenze di venerdì la risposta è allora scontata: ottima. Un importante viatico in vista degli importanti appuntamenti elettorali del prossimo anno nell’Isola, chiamata in febbraio alle elezioni regionali e poi, tra maggio e giugno, alle amministrative a Sassari e Cagliari. Fratelli d’Italia si conferma così come uno dei pochi soggetti politici strutturato a livello territoriale, capace di richiamare un gran seguito. Non è la prima volta che accade e l’evento di venerdì è stata solo una conferma. In sala anche un padre nobile della destra sassarese, l’ex deputato di An Carmelo Porcu, ormai presenza fissa in queste iniziative. Tra il pubblico, inoltre, diversi volti conosciuti della politica locale, tra i quali il sindaco di Padria Sandro Mura (dirigente di Fdi).
«La Sardegna è vittima della denatalità e dello spopolamento, fenomeni collegati e intrecciati», ha detto in apertura Luca Babudieri, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, che ha tracciato una analisi della realtà isolana. Il problema della denatalità va affrontato iniziando a sfatare qualche mito. «Non è affatto vero che gli italiani non vogliono fare più figli – ha proseguito Babudieri –. Semplicemente non possono. La media del desiderio è in linea con quella degli altri paesi. La famiglia rispetto al passato è però cambiata tantissimo. Non è più prevalentemente monoreddito. I paesi che hanno iniziato il calo delle nascite sono del nord. Ma oggi proprio quei paesi dove le donne non devono scegliere tra famiglia e lavoro e possiedono una struttura di welfare efficiente hanno un tasso di natalità maggiore. Ecco perché bisogna intervenire con politiche impattanti». Il tema è allora dare garanzie sociali, asili nido e agevolazioni. Ma anche il lavoro. «In Sardegna abbiamo la possibilità di mettere a sistema, per esempio, la tipicità dei prodotti sardi, ma anche Sassari stessa può essere polo di coordinamento e dire quale possa essere la nostra visione. Le istituzioni regionali dovranno avere il compito di favorire, con incentivi e facilitazioni per l’accesso al credito, la costituzione di imprese sociali di comunità, consorzi e cooperative. Un modello economico sociale che sappia fare rete e sia capace di industrializzarsi, attraverso forme cooperative e di partecipazione delle imprese agricole che, unendosi, possano dare vita a nuovi marchi di prodotti da immettere nel mercato sardo e continentale. Serve però una visione politica. Questo è il punto sul quale il gruppo di Sassari vuole lavorare, è un tema che ci appassiona».
C’è poi l’altro problema dello spopolamento. «Non è vero che i giovani vogliono andare via dalla Sardegna, viviamo in una terra bellissima. Però vogliamo creare infrastrutture, mancano queste. E con le opportunità comunitarie ce la possiamo fare. La politica può creare una strategia per questo percorso».
Il convegno è stato presentato e moderato dal presidente del Circolo territoriale Pietro Pedoni, che ha introdotto i temi di discussione ed elencato i dati generali sul numero degli abitanti della Sardegna negli ultimi dieci anni, evidenziando il netto calo da un milione e 600mila del 2013 al milione e mezzo dei primi mesi del 2023. Spazio agli ospiti, l’avvocato Alessandro Fiori, presidente dell’Osservatorio storico della Sardegna, e il vicesindaco di Sassari Gianfranco Meazza, assessore ai Servizi Sociali. «Il problema del calo demografico e dello spopolamento va affrontato a monte, ci sono dei limiti strutturali – ha detto subito Meazza –. Le politiche del governo Meloni sono giuste. Ci sono azioni che vanno a tutelare la famiglia. E anche questo governo regionale, al di là di alcune carenze, sta mettendo in campo interventi per sostenere le piccole comunità. Occorre proseguire in questa azione amministrativa. In Sardegna scontiamo scelte errate di politica industriale. Abbiamo però un apparato istituzionale europeo sganciato dalla sovranità degli stati, nel quale domina la logica economicistica della gestione amministrativa».
«Legare i due temi della denatalità e dello spopolamento è una cosa certa e ovvia – ha puntualizzato la senatrice Antonella Zedda, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia –. Quando parliamo di denatalità parliamo di spopolamento. Io sono di Isili, in calo drammatico di residenti e sono la quinta di cinque figli. Le mie sorelle quando sono andate a studiare a Cagliari lì hanno portato la loro residenza. Io invece sono rimasta a Isili. La politica del passato ha una grande colpa, perché ha inculcato una visione negativa, che fare figli per le donne significava non poter fare carriera. La società oggi è però cambiata». La testimonianza della senatrice Zedda è diretta rispetto alle scelte già attuate dal Governo Meloni. «La nostra azione è centrata sulla famiglia. E chi fa figli ha agevolazioni, chi non ne fa ne ha di meno. Anche il reddito di cittadinanza lo abbiamo rimodulato a favore della famiglia». Un passaggio anche sulla maternità surrogata, che si avvia a diventare reato universale. «Anche a sinistra i nodi arrivano al pettine. Con la maternità surrogata assistiamo a una mercificazione del corpo femminile. La donna diventa una incubatrice, una gallina, una scrofa per i ricchi, omo o etero non faccio differenze. Si tratta di un nuovo tipo di prostituzione. E in un quadro generale con grandi contraddizioni le pezze le metteremo noi partendo dal concetto di famiglia».
Luca Foddai