Fondazione Dinamo al fianco della campagna “Posto occupato”

Sabato scorso in occasione della partita con Trieste, è stato rinnovato l’impegno nel sociale aderendo all’iniziativa di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne

Dinamo e Fondazione Dinamo insieme per la campagna di sensibilizzazione Posto Occupato

Prima della palla a due della gara giocata sabato scorso al PalaSerradimigni fra la Dinamo e Trieste, il Presidente del Consiglio regionale della Regione Autonoma della Sardegna Piero Comandini, e il Difensore Civico regionale, Marco Enrico, hanno consegnato all’Amministratore Delegato della Dinamo Francesco Sardara e al vice capitano Luca Vincini il cartello simbolico dell’iniziativa “Posto Occupato”. Con un gesto semplice ma significativo, negli spalti del palazzetto sassarese è stato idealmente riservato un posto a una donna che avrebbe voluto, potuto e dovuto esserci, se non fosse stata uccisa dalla violenza maschile.

Un segno silenzioso, un monito per tutti, un modo per dare voce a chi non ne ha più e ricordare che la violenza non va mai sottovalutata e non deve mai trovare complicità nel silenzio o nell’indifferenza – si legge nella nota diffusa dalla Dinamo.

La campagna “Posto Occupato”, nata nel 2013 a Rometta (Messina) da un’idea di Maria Andaloro, è oggi un’ iniziativa virale, gratuita e apartitica, che ha l’obiettivo di tenere sempre alta l’attenzione sul drammatico fenomeno della violenza di genere. Un posto lasciato volutamente “vuoto” per riempire le coscienze di consapevolezza, perché la violenza sulle donne non è un’emergenza sporadica, ma un problema culturale e una responsabilità sociale che riguarda tutti.

Fondazione Dinamo, da sempre al centro delle attività di impegno sociale e civile del club, ha fortemente voluto che il messaggio entrasse anche nel cuore dell’evento sportivo: lo sport come veicolo di valori, educazione e presa di posizione netta contro ogni forma di violenza, 365 giorni l’anno.

Per questa ragione, Dinamo e Fondazione Dinamo hanno scelto di occupare simbolicamente quel posto, trasformando l’indignazione in un gesto concreto e condiviso.

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