Faradda, solo applausi per il sindaco Mascia
All’uscita da Palazzo di Città il giudizio dei cittadini sassaresi. Nessuna contestazione lungo il percorso. Poco prima il tradizionale brindisi a “A zent’anni”
Uno dei momenti più simbolici della Faradda è l’uscita del sindaco e della Municipalità da Palazzo di Città, accolto da applausi se ha ben governato o da fischi se invece non ha convinto gli elettori. In realtà, la tradizione storicamente non prevede alcun “giudizio del popolo”, come avviene invece da qualche decennio a questa parte. Si tratta di una usanza “istituzionalizzata” negli anni ’90, nata, almeno nel carattere contestativo, alla fine della decade precedente, con il sindaco Marco Fumi. Da allora, soprattutto dall’amministrazione di Anna Sanna, si carica di aspettative l’uscita del primo cittadino da Palazzo di Città, antica sede del Comune, fino al trasferimento a Palazzo Ducale a fine 1800. Qualche episodio di contestazione, a dire la verità, è attestato nelle fonti soprattutto delle cronache giornalistiche, addirittura durante il Ventennio, come aveva raccontato Aldo Cesaraccio, insigne firma della Nuova Sardegna. Testimone lui stesso, si era trattato di un gesto isolato, molto probabilmente di qualcuno che aveva alzato troppo il gomito. Ovviamente le cronache dell’epoca non ne parlarono. Ma che qualcosa si ripetesse invece tra gli anni ’50 e ’70 lo si capisce da alcuni articoli sempre del quotidiano cittadino. In ogni caso, si è sempre trattato di episodi sporadici, più legati alla cionfra sassarese e a finalità puramente politiche.
E allora Giuseppe Mascia come è stato giudicato alla sua seconda Faradda? C’è poco da dire: sono stati solo applausi, anche lungo il percorso. Una manifestazione di affetto che forse in questi termini così unanimi non era stata prevista neanche da lui stesso. Adesso si tratta di tradurre in risultati concreti questa grande fiducia, mantenendo lo stesso atteggiamento di apertura e di ascolto verso tutti. Ma già l’empatia con la propria città è un bel segnale.
Poco prima al primo piano è stato rinnovato il rituale del brindisi “A zent’anni” con il gremio dei Massai, presenti la prefetta Grazia La Fauci e l’amministratore diocesano monsignor Antonio Tamponi.










