Dinamo, niente permessi e riflessioni in atto
L’ultima sconfitta a Trieste è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Robinson e Onuaku sotto esame?
Non ci si nasconde dietro l’evidenza, come è giusto che sia. I problemi ci sono e vanno affrontati senza mettere la testa sotto la sabbia. La sconfitta maturata a Trieste, la quinta in altrettante trasferte, ma soprattutto le modalità con le quali è arrivata, ha fatto suonare forte il campanello d’allarme che tintinnava già da qualche settimana e fatto arrabbiare parecchio società e allenatore. Dapprima il coach Bucchi, (critico per la prima volta con i suoi giocatori che aveva sempre difeso) in sala stampa nel dopo gara e a seguire la società che ha di fatto dato un primo segnale bloccando tutti i permessi inizialmente previsti nella settimana in cui il campionato si ferma per lasciar spazio alle nazionali.
Secondo i ben informati, sarebbero anche iniziate delle serie riflessioni riguardo a uno o due giocatori. Non si fanno nomi, ma il campo non mente e fino a questo momento ha detto che l’asse play pivot ha qualche “problemino”.
Robinson e Onuaku potrebbero dunque essere sotto la lente di ingrandimento con alcuni ragionamenti in corso. Robinson ha delle attenuanti, ma nella sostanza è il lontano parente di quel giocatore che lo scorso anno, insieme a Bilan (e a Bucchi) aveva di fatto consentito alla Dinamo di svoltare una stagione iniziata male, più o meno come questa, che nel giro di pochi mesi aveva visto rivoluzionato il gruppo a partire dalla guida tecnica per proseguire con i tre americani. La sensazione quest’anno è che il timoniere non sia in discussione e dunque il mirino sia puntato su alcuni giocatori. Tornando al playmaker di Nashville, l’attenuante principale è il mese di preparazione saltato che, l’ha evidentemente condizionato, ma ora che le gambe dovrebbero essere a posto o quasi, mancano la personalità e la lucidità che lo avevano contraddistinto in passato. Le precarie condizioni fisiche delle scorse settimane, avevano fatto pensare che il problema fosse solo quello, ma ora visto il perdurare della situazione, iniziano a farsi strada altre ipotesi, o quantomeno a dover essere prese in considerazione. Di fatto il rendimento di chi dovrebbe guidare e mettere in ritmo la squadra è al di sotto della sufficienza e la crescita della squadra passa imprescindibilmente anche da questo fondamentale.
L’altra attenuante potrebbe essere l’assenza di Chris Dowe con il quale Robinson avrebbe dovuto dividersi minuti e leadership nei momenti caldi. L’anno scorso c’era (il tanto bistrattato) Logan che silenziosamente si assumeva le responsabilità e in alternativa si dava palla sotto a Bilan e qualcosa si portava a casa quasi sempre. Di fatto tutto ciò consentiva ad esempio a un giocatore come Robinson di essere più leggero mentalmente e di rendere così al meglio.
Palla sotto a Bilan dicevamo, ecco l’altra differenza sostanziale. Onuaku ha grandissime potenzialità, può diventare un centro dominante in Europa, ma al momento è solo un giovanotto di belle speranze, ma senza esperienza. Alterna ottime giocate a scelte sbagliate (per non dire folli) in attacco, così come in difesa dove commette troppi falli, spesso evitabili che costringono Bucchi a tenerlo molti minuti in panchina. La gestione dei falli è un problema anche di Jamal Jones e questo a cascata amplifica un altro problema, ovvero l’assenza di Treier che costringe Bendzius a stare in campo 35 minuti a partita con la lucidità che ovviamente non può essere ottimale. In sostanza, se Jones fosse meno falloso e fosse in grado di gestirsi meglio, potrebbe per alcuni frangenti di gara dar riposo a Bendzius nello spot di ala piccola, cosa questa al momento poco proponibile per via appunto del problema falli, che ne condizionano il minutaggio. < L’anno scorso in Turchia giocava in una squadra molto lunga ed era sostanzialmente uno dei tanti, se usciva per falli c’era chi lo sostituiva, ora deve capire che la situazione per lui è diversa e che in questa squadra ha più responsabilità >. Così disse Bucchi un paio di settimane fa a proposito di JJ, ma nel frattempo non si sono visti miglioramenti in tal senso. Il buon Jamal continua ad avere problemi di falli e il coach, suo malgrado è condizionato da questo nella gestione del minutaggio del giocatore.
Casomai, se un appunto va mosso alla società, è quello di aver in qualche modo sottovalutato la lunga assenza di Treier, ma questo si ricollega strettamente al concetto appena espresso, pensando di poter gestire la situazione con le rotazioni e senza sostituirlo adeguatamente sul mercato. Ci si è “accontentati” di tesserare Tommy Raspino, che fa il massimo ed è da applaudire per abnegazione e impegno, ma non ha la fisicità e le qualità per reggere questo livello.
Va da se dunque che in questo momento oltre alla mancanza di fiducia che regna in seno alla squadra, i pezzi del puzzle siano sparsi un po’ dappertutto e ben lontani dall’essere composti o ricomposti che dir si voglia. Keep calm, come si usava dire molto spesso qualche tempo fa quando si parlava di Dinamo. La settimana senza impegni ufficiali probabilmente giunge a puntino per potersi confrontare chiarendo eventuali equivoci o frizioni e tornando a lavorare per ritrovare compattezza e un briciolo di serenità. La società ha dimostrato in passato di saper affrontare e risolvere situazioni di difficoltà e questo autorizza a pensare che anche questa volta farà altrettanto.
Aldo Gallizzi









