Comune di Sassari, muro contro muro tra le due anime del Pd

I prossimi giorni saranno decisivi per il futuro dello stesso sindaco Nicola Sanna. Azzerare la Giunta non sembra una strada praticabile. I numeri per governare da solo non ci sono. L’appello di Ganau

NicolaSannaSindaco3Sassari. I prossimi giorni saranno decisivi per il futuro del sindaco Nicola Sanna e della sua Giunta. Sarà un incontro con il gruppo consiliare del Pd, programmato per lunedì pomeriggio a cui seguirà un vertice con tutta la coalizione, a fare capire se la richiesta degli 11 consiglieri espressione delle componenti Spissu, Demontis e Lai sarà accolta o meno, anche solo in parte. Al momento, pare di capire anche dando solo un’occhiata alle bacheche di Facebook, luogo temporaneo di dibattito politico in attesa dell’insediamento del Consiglio comunale in calendario per venerdì prossimo, è solo muro contro muro. Proprio la seduta del 4 luglio sarà decisiva per capire se la Giunta Sanna potrà proseguire il suo lavoro o arriverà uno stop immediato e dovrà fermarsi, addirittura definitivamente, prima ancora che il Consiglio completi il suo organigramma. La seduta di insediamento sarà comunque presieduta dal consigliere “anziano”, ovvero il più votato, Antonio Piu (ben 1250 preferenze), che potrebbe essere il candidato presidente degli 11 consiglieri espressione delle componente che avevano appoggiato Angela Mameli alle primarie di aprile. A questi potrebbero aggiungersi altri tre consiglieri, che nelle scorse settimane hanno sottoscritto un altro documento degli stessi 11: totale quindi 14 (con i rappresentanti eletti di Sel, Partito dei Sardi e Idv). La maggioranza del centrosinistra è di 24. A Sanna rimarrebbero sicuramente due consiglieri del Pd (Simone Campus, civatiano, e Mario Pala, del gruppo di Gavino Manca e Bruno Dettori), più i tre consiglieri della sua lista civica “Sassari Bella Dentro” (e due sono già assessori, Alessio Marras e Grazia Manca: venerdì ci saranno le surroghe con i primi due dei non eletti). Poi, sempre nel centrosinistra, ci sono Tonino Falchi (Upc), che da settimane reclama la presidenza dell’Assemblea per se stesso, Franco Era (Centro Democratico), ed i tre dell’altra lista civica “Ora Sì”, Nanna Costa, Lalla Careddu ed Efreem Carta.

SalaConsigliocomunale2È facile capire che se il muro contro muro andrà avanti i numeri per governare non ci saranno da subito. Sui singoli provvedimenti potrebbe esserci una benevolenza dell’opposizione per evitare il commissariamento immediato: approvazione definitiva del Puc, bilancio consuntivo e di previsione per il 2015 e qualcos’altro di urgente. Ma sarebbe una questione di mesi: sono sufficienti le dimissioni certificate da un notaio di almeno 18 consiglieri, ovvero la metà dei componenti dell’Assemblea (34 più il sindaco). La prossima finestra elettorale sarà a maggio del 2015. Una data sulla carta molto lontana, ma che potrebbe subito diventare realtà, con una lunghissima campagna elettorale che vedrebbe un Pd lacerato, tra due anime che, tra l’altro, sono sempre esistite (chi non ricorda i fischi pesantissimi con cui metà partito salutò la presenza di Giacomo Spissu al congresso fondativo del Partito Democratico sassarese nel 2007 al Vialetto di Predda Niedda?) e che si scontrebbero una volta per tutte, ricalcando quanto visto ad Alghero solo poche settimane fa con la vittoria di Mario Bruno, alla fine sostenuto dal presidente della Regione Pigliaru, da Soru, dai parlamentari e dai consiglieri regionali del Pd, ma non dal Partito Democratico ufficiale locale, che invece aveva proposto Enrico Daga (escluso dal ballottaggio) alla carica di sindaco. E a ottobre ci sarà il congresso regionale con l’elezione del successore di Silvio Lai alla segreteria: quali equilibri interni emergeranno?

Intanto con le dichiarazioni rilasciate due giorni fa alla Nuova Sardegna Nicola Sanna ha ricordato che la sua proposta di accogliere tre consiglieri in Giunta è sempre valida. Prenderebbero il posto di Luca Taras (Dettori-Manca), Maria Francesca Fantato (civatiana) e Luigi Polano (Spanedda-ex Progetto Sardegna), i quali non più assessori avrebbero però la possibilità di entrare in Consiglio in quanto primi dei non eletti, grazie ai seggi lasciati liberi dai consiglieri nuovi assessori. I rapporti di forza all’interno del gruppo consiliare non sarebbero intaccati, passando da 11-2 a 8-5, sempre a favore quindi delle componenti Spissu-Lai-Demontis. Nicola Sanna alla Nuova Sardegna stavolta però ha detto qualcosa di più proprio sulla richiesta di azzeramento. «Allora si azzerino tutti i ruoli di sottogoverno. Oppure qualcuno mi spieghi, a proposito di trombati, in quale luogo pubblico è stato scelto tra i membri del Pd il vice presidente di una banca sassarese. O perché la stessa Mameli siede ancora nella Fondazione del Banco di Sardegna. Per non parlare, a livello regionale, della nomina del sindaco di Carbonia a presidente del Consiglio delle autonomie, nomina fatta proprio prima del voto di Alghero e Sassari, di cui qualcuno temeva il risultato». Ma non va dimenticato quanto accaduto nel 2010 quando nacque la seconda Giunta Ganau. Allora – ha ricordato Sanna in questi giorni – lui stesso fu nominato assessore pur sapendo che gli equilibri nel gruppo consiliare sarebbero cambiati ed accettò nonostante le perplessità della sua componente, dimostrando completa autonomia nelle scelte. Non così invece stanno agendo gli 11 consiglieri del Pd che gli hanno chiesto di azzerare la Giunta.

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Gianfranco Ganau

Sulla situazione di scontro nel Pd cittadino ha preso posizione il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari fino allo scorso marzo, con una lettera aperta rivolta a Sanna e pubblicata sabato sera sulla sua pagina ufficiale di Facebook. «Caro Nicola – scrive Ganau –, avrei preferito non intervenire in questa delicata fase ma mi pare utile, se siamo ancora in tempo, fare qualche chiarimento su quello che leggo sui giornali e, se possibile, dare il mio contributo alla discussione per evitare che un patrimonio di consensi e credibilità che il centro-sinistra ha confermato in queste elezioni vada disperso e non dia quei frutti di buon governo che sono nelle aspettative degli elettori e dei cittadini. Consentimi di dire che il modello che stai utilizzando per comporre la giunta non ha niente a che fare con quello che ho usato nella composizione delle mie giunte, che è sempre stato rispettoso di tutti, in particolare delle minoranze interne e della coalizione, seguendo un metodo di confronto che prescindeva da “diktat” o proposte “prendere o lasciare” e che ha sempre riguardato la condivisione dei nomi e delle deleghe. Lo dimostra il fatto che grazie a quel “metodo” non ho avuto contestazioni sulle scelte degli assessori e, da subito, maggioranze stabili che ci hanno consentito di amministrare per nove anni la nostra città. Caro Nicola, sei troppo esperto di politica per non usare gli strumenti che ti sono propri dell’equilibrio e della mediazione, caratteristiche determinanti in politica e ancor di più, per in chi si accinge a svolgere il delicato compito di guida della Città per i prossimi anni. Nel richiamare tutti al senso di responsabilità non posso però non ricordarti che questo deve essere esercitato in prima persona e a maggior misura proprio da te. Scusami se mi permetto, ma a che serve oggi spostare il discorso sulla giunta a quello legato agli incarichi di sottogoverno, tra l’altro confondendo questi, oggi nelle tue piene disponibilità, con enti privati, le banche o organi istituzionali, come il Consiglio delle Autonomie Locali, la seconda assemblea costituzionale dopo il Consiglio regionale che come è noto a tutti ha nominato secondo statuto e all’unanimità il proprio presidente? Nicola, dimostra governando questa situazione con gli strumenti che sinora ti riconosco, di essere all’altezza di quel compito, molto più difficile che i cittadini ti hanno affidato, e che il ruolo che ho svolto per superare le criticità immediatamente dopo le primarie e per ritrovare l’unità interna, che è stato la base per il successo elettorale, non è stato inutile. Buon lavoro. Gianfranco Ganau».

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