Cagliari sconfitto a Bergamo

L’Atalanta domina nel primo tempo e indirizza la partita. Due a zero il finale con reti di Lookman e Pasalic

Ancora una sconfitta e nessuna rete segnata per il Cagliari di Claudio Ranieri, battuto 2-0 dall’Atalanta al Gewiss Stadium. I rossoblù, scesi in campo rimaneggiati, hanno sofferto la qualità nel palleggio e il ritmo alto imposto dai bergamaschi soprattutto nella prima frazione che, si sarebbe potuta chiudere sul 3-0 anziché 1-0 come realmente è successo.

Senza Jankto, Pavoletti e Di Pardo che si sono aggiunti all’ultimo momento ai lungo degenti, Ranieri ha mischiato le carte, proponendo una difesa a tre con Hatzidiakos, Dossena e Obert. Come quinti di centrocampo si sono mossi Azzi e Nandez, con Makoumbou centrale, protetto da Deiola e Sulemana. In attacco la coppia Luvumbo – Shomurodov.

Dopo i primi dieci minuti di sostanziale equilibrio, i padroni di casa hanno alzato i ritmi mettendo alle corde i cagliaritani specie con le iniziative di De Ketelaere e Lookman che hanno fatto venire il mal di testa alla retroguardia rossoblù, sfiorando in più occasioni il vantaggio, poi arrivato poco dopo la mezzora. Nella ripresa il Cagliari ha provato a reagire, senza però mai rendersi realmente pericoloso, sino al raddoppio firmato dal neo entrato Pasalic ad un quarto d’ora dal termine che, ha chiuso la partita. Diverse le insufficienze, su tutte quelle di Deiola, Sulemana, Azzi e Shomurodov. Non hanno convinto neanche Makoumbou, troppo lezioso e Nandez che ha corso spesso a vuoto. Discrete invece le prestazioni del greco Hatzidiakos e del solito Luvumbo, l’unico a creare realmente apprensione ai difensori lombardi, ma ancora una volta eccessivamente fumoso.

Tutto sommato per i rossoblù, quella con l’Atalanta è comunque una sconfitta che ci può stare, subita al cospetto di una squadra nettamente superiore come tasso tecnico e come ritmi di gioco. Le assenze di sicuro non stanno aiutando Ranieri, ma la sensazione è che questo Cagliari non sia al momento all’altezza di un campionato di così alto livello come la Serie A.

Aldo Gallizzi

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