Allarme sociale nel Sassarese, già 4500 i lavoratori in cassa integrazione

Pier Luigi Ledda, segretario generale territoriale della Cisl: «Serve un’intesa straordinaria tra le forze del territorio o sarà il declino totale»

Pier Luigi Ledda, segretario territoriale della Cisl di Sassari

Sassari. Nel Sassarese 4.500 lavoratori sono già in cassa integrazione per effetto dell’emergenza sanitaria, una situazione potenzialmente esplosiva che nel breve e medio periodo potrebbe produrre pesanti ricadute anche sulla coesione sociale, senza considerare l’economia di un territorio già provato da un decennio di crisi. Si tratta di un primo dato destinato a crescere in modo davvero sensibile.

Dati alla mano, la Cisl lancia l’allarme e avverte: «Serve un’intesa straordinaria tra le forze del territorio o sarà il declino totale».

Dall’analisi delle misure Cigo (cassa integrazione guadagni ordinaria), Fis (fondo di integrazione salariale) e Cigd (cassa integrazione guadagni in deroga) adottate per sostenere i lavoratori in questo momento terribile ecco il quadro in dettaglio:

Terziario (Fonte Fisascat): 530 accordi sindacali, per 2.120 lavoratori interessati dall’utilizzo del Fis e della Cigd.

Energia, moda chimica e affini (Fonte Femca): 22 aziende interessate, 307 lavoratori.

Trasporti e igiene ambientale (Fonte Fit) 30 aziende coinvolte per un totale di 1.117 lavoratori.

Edilizia e affini (Fonte Filca): 283 aziende colpite, 1.053 lavoratori.

Metalmeccanici (Fonte Fim): 63 aziende colpite, 443 lavoratori.

A questi vanno aggiunti gli accordi firmati a livello nazionale con aziende presenti nel nostro territorio e chiuse.

L’emergenza sanitaria sta ricadendo malamente sulla Sardegna, sul Sassarese in particolare, sommando disagi in un contesto già abbastanza critico.

Il Nord ovest della Sardegna vive da tempo una grave situazione economica e sociale, in una Sardegna mortificata dalle crisi del 2008 e del 2012 che nella classifica delle regioni aveva riportato l’Isola tra quelle più povere dell’Unione Europea determinando al contempo la chiusura o il ridimensionamento di centinaia di aziende.

Da qui l’esigenza di un’intesa straordinaria che coinvolga le istituzioni e il sindacato confederale, uno sforzo comune e straordinario per lo sviluppo e la crescita del Sassarese. «Siamo convinti – spiega Pier Luigi Ledda, segretario territoriale della Cisl – che si possa invertire la rotta solo se si diventa promotori e protagonisti di una rivoluzione delle strutture produttive, dell’istruzione, della formazione, delle infrastrutture». «In questa prospettiva occorre mettere allo stesso tavolo sindacato, imprese e istituzioni per capire come ripartire e con quali strumenti, tenendo conto delle risorse che possono mettere a disposizione lo Stato e la Regione».

«Nei luoghi di lavoro – incalza il segretario territoriale della Cisl – non dovranno mancare mascherine, guanti, occhiali protettivi, cuffie, camici, gel igienizzanti. Bisognerà garantire sanificazione, disinfezione e ventilazione degli spazi. Impedire assembramenti durante i trasporti e nelle linee produttive. Le distanze dovranno essere rispettate durante le fasi lavorative, ma anche negli spazi comuni. Negli spogliatoi, nelle mense e negli alloggi dei cantieri per le grandi opere. Occorrerà quindi riorganizzare i turni. E infine prendere tutte le precauzioni necessarie indicate dall’autorità scientifica, compresa la misurazione della temperatura dei lavoratori agli ingressi».

«Siamo in campo con i delegati sindacali, con gli operatori del Patronato e del Caf, per sostenere le ragioni del lavoro, le speranze e le attese dei tanti che oggi vivono questa crisi – conclude Ledda – e che con timore affidano al sindacato la speranza di una rinascita. A tutti loro la Cisl garantisce presenza, impegno e sostegno in questo momento di grave emergenza senza precedenti».

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