Afghanistan, Mastino scrive ai rettori italiani
In una lettera al presidente della Crui Stefano Paleari suggerisce la possibilità di attivare borse di dottorato a favore di studiosi afghani nei diversi atenei italiani

Sassari. A seguito del suo viaggio in Afghanistan per la proclamazione di due Dottori di ricerca, il rettore dell’Università degli Studi di Sassari, Attilio Mastino, ha inviato una lettera al Presidente della Conferenza CRUI Stefano Paleari e a tutti i rettori italiani per suggerire la possibilità di attivare borse di dottorato a favore di studiosi afghani nei diversi atenei italiani.
Caro Presidente,
sono appena rientrato da Herat, Afghanistan, dove, nel corso di una cerimonia presso l’Università, alla presenza delle Autorità afgane e italiane, abbiamo proclamato Dottori di Ricerca in Scienze e Biotecnologie dei Sistemi Agrari e Forestali e delle Produzioni alimentari due Ricercatori che hanno frequentato l’omonima Scuola di Dottorato della nostra Università. Da tempo una quota delle borse di dottorato del nostro Ateneo è riservata a studenti stranieri.
Durante le giornate trascorse ad Herat abbiamo potuto affrontare come delegazione italiana taluni aspetti sulle condizioni storiche, antropologiche, culturali, religiose dell’Afganistan, sul futuro assetto sociale del Paese, sulla tutela del patrimonio, sul forte divario tra le città e le aree rurali, sulla giustizia sociale e l’ambiente; sui diritti primari quali l’istruzione, sull’economia, in particolare su importanti attività quali l’agricoltura.
Dopo il lungo incontro con il Cancellor of Herat University, Prof. Abdul Zaher Mohtasebzadah, col Preside della Facoltà di Agraria Mohammad Youssof Jami, col Direttore del Dipartimento di scienze degli animali Abdul Rahim Omid, col Procuratore capo della Provincia di Herat Maria Bashir, ne abbiamo tratto la convinzione che è solo attraverso l’istruzione e la formazione del capitale umano che l’Afghanistan potrà aspirare ad un futuro migliore.
Tuttavia, l’esempio di cooperazione fra la nostra Università e quella di Herat, come quelli di diverse Università italiane con altre Università afghane, rischia di essere un fatto isolato, seppure apprezzato, se non viene resa continuativa la collaborazione tra i nostri Atenei e le Università afgane, quando gli attuali impegni italiani cesseranno del tutto, almeno sul piano della sicurezza. Tra qualche settimana si chiuderà la fase elettorale in corso nel Paese, con la partecipazione altissima di votanti, che ha visto il totale insuccesso dei nemici dell’Afganistan.
Ora è necessario allargare e non restringere la cooperazione civile, finalizzata a creare le condizioni per stabilizzare la pace e il progresso in Afganistan, dopo tanti sacrifici compiuti dal nostro Paese. La responsabilità delle Università italiane è particolarmente rilevante per incamminarci verso un mondo nuovo fondato sulla pace, per aprire orizzonti di cooperazione, contro le chiusure e le intolleranze, verso una nuova dimensione internazionale, per una classe dirigente de nostri Paesi (l’Afganistan e l’Italia) che sia all’altezza delle sfide che ci attendono. Per un dialogo tra popoli, per nuove relazioni internazionali che qualifichino insieme le nostre Università. Per uno sviluppo economico sostenibile.
Mi permetto di suggerire ai colleghi Rettori la possibilità di attivare borse di dottorato per studiosi afgani nei diversi atenei italiani.
Con la presente Ti chiedo di voler valutare la possibilità di sostenere questa proposta anche in sede di Conferenza dei Rettori.
Ti ringrazio per quanto vorrai fare e, con l’occasione, Ti saluto cordialmente.
IL RETTORE
Prof. Attilio Mastino