Abolizione Province, a Renzi la tessera onoraria dei Riformatori

Il deputato Pierpaolo Vargiu: «Azione coraggiosa del premier». Michele Cossa: «Mentre a Roma si mette il turbo, il Pd sardo continua a essere latitante»

MatteoRenzi

Cagliari. «Dopo il voto del Senato, è a un passo dal traguardo la legge che porta avanti la cancellazione delle Province. E Renzi, con l’hastag “#lavoltabuona” annuncia trionfalmente su twitter che finalmente “tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani”. È la conferma che in Sardegna avevano visto lungo i Riformatori e i 525000 sardi che hanno plebiscitariamente votato i referendum per la cancellazione degli enti inutili». È quanto dice il deputato dei Riformatori sardi e presidente della commissione Sanità della Camera. Pierpaolo Vargiu, commentando il voto di fiducia con cui il Senato ha dato il via libera al disegno di legge Delrio.

PalazzoProvincia

«Ma è anche un monito a tutti i neorenziani sardi – dice ancora Vargiu – perché sia “#lavoltabuona” anche in Sardegna, portando davvero a compimento il processo di abolizione delle Province, che la parte più conservatrice del Pd ha sinora impedito. Con la sua coraggiosa azione di innovazione per la cancellazione degli enti inutili, Renzi si guadagna la tessera onoraria dei Riformatori. Analoga benemerenza, qualora si fossero pentiti seguendo Renzi, i Riformatori sperano presto di poterla consegnare ai tanti strenui difensori delle Province sinora arruolati nelle fila del Partito Democratico».

«Mentre a Roma Renzi cerca di mettere il turbo sull’abolizione delle Province e sulle riforme, il Pd sardo continua a essere non pervenuto e latitante. In Sardegna siamo molto più avanti del Parlamento che comunque approva solo lo “svuota Province” e abbiamo ancora l’occasione storica per fare una riforma degli enti locali che superi definitivamente le Province, abolite con i referendum del 2012», è il commento del coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa. «Sfidiamo il Pd e il centrosinistra – dice – a venire in Consiglio regionale con la riforma. Noi abbiamo già presentato il nostro testo. Se davvero vogliono fare le riforme, come dicono, partano dalle Province e la smettano di prendere tempo».

Cossa conclude augurandosi che «contestualmente alla riforma del titolo V della Costituzione, che cancellerà definitivamente la parola Province dalla Carta, sia approvata anche la modifica dell’articolo 43 dello Statuto che elimina le Province dal nostro ordinamento». Se così non fosse si creerebbe una situazione paradossale, con la Sardegna che è più avanti di tutti costretta a mantenere le province.

L’ultimo commento è del capogruppo in Consiglio regionale Attilio Dedoni. «Siamo curiosi di vedere se la posizione del Partito Democratico sardo sull’abolizione delle Province è destinata a cambiare, ora che il suo leader romano, novello capo del Governo, ha deciso di intervenire con la massima determinazione per portare a casa la soppressione degli Enti intermedi. Mentre il Pd isolano si conferma il partito guida della conservazione e continua a fare orecchie da mercante davanti all’esito dei referendum con cui i sardi si sono pronunciati a favore della soppressione – sottolinea Dedoni – Renzi ha scelto di giocarsi la faccia e la carriera politica, chiedendo il voto di fiducia sul maxi-emendamento che sancisce la fine delle Province. Visto l’entusiasmo con cui i democratici sardi hanno sostenuto la candidatura dell’ex sindaco di Firenze alle primarie, ricambiata dal forte sostegno ricevuto dal governatore Pigliaru in campagna elettorale – conclude il capogruppo – ci aspettiamo che ora si adeguino al nuovo corso inaugurato da Renzi e smettano di fare le barricate per impedire la riforma in Sardegna, come hanno fatto finora».

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