A Ilaria Capua il dottorato honoris causa in Scienze veterinarie
Giovedì mattina cerimonia nell’aula magna dell’Università di Sassari. La laudatio in “Salute Circolare”. Consegnato anche il sigillo storico dell’Ateneo
Per la prima volta dalla sua fondazione nel 1562 l’Università di Sassari ha conferito un dottorato honoris causa. Giovedì mattina il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a Ilaria Capua, scienziata di fama internazionale. Una mattina che si è in realtà articolata in due distinti momenti. Intorno alle 9,30 si è proceduto alla piantumazione di un ulivo in ricordo della compianta veterinaria Rina Mazzette, docente dell’Ateneo di Sassari dal 1992. Ilaria Capua, socia fondatrice dell’associazione WeTree, ha spiegato il significato del gesto: ricordare, attraverso la nuova vita di una pianta, figure di donne che hanno dato tanto, distinguendosi con le loro attività per una società migliore.
Dopo le 11 nell’aula magna per palazzo storico in piazza Università la cerimonia solenne di consegna della pergamena e del sigillo storico dell’ateneo, di fronte al Senato Accademico e a una rappresentanza di docenti del dottorato in Scienze veterinarie. Dopo il saluto del rettore Gavino Mariotti, sono intervenuti Eugenio Garribba, direttore della Scuola di Dottorato, Alberto Alberti, coordinatore del corso di dottorato in Scienze Veterinarie, Pier Luigi Fiori, già professore ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica, che ha pronunciato la laudatio, con la lettura del lungo curriculum scientifico della professoressa Capua a partire dalla laurea in Medicina Veterinaria conseguita nel 1989 e poi le diverse docenze in prestigiosi atenei, anche americani. Uno dei contributi scientifici principali della neo dottorata è stato aver reso pubblici i dati genetici del virus dell’influenza aviaria. «Quello conferito oggi è un riconoscimento alla persona e non solo alla scienziata», ha messo in evidenza il professor Garribba.
La professoressa Ilaria Capua ha poi preso la parola per la sua lectio doctoralis “Salute Circolare, la sintesi necessaria fra salute e sostenibilità”. Il concetto stesso deriva dall’intuizione “One health” di Rudolf Virchow nel 1800. Si tratta in particolare di un modello che propone un approccio integrato e interdisciplinare alla salute, come sistema unico che comprende esseri umani, animali, piante e ambiente. La prima parte è stata dedicata al fenomeno dello spillover, ovvero il passaggio di un virus da un animale all’uomo. Come è accaduto dal bue con il morbillo, dai ratti con la peste bubbonica e altre malattie dalla spagnola e dall’Hiv al covid. «L’approccio “One health” riconosce che la salute non la possono mandare avanti solo i medici. Ci vogliono anche i matematici e gli urbanisti. Per esempio, il problema della zanzara tigre, specie apparsa da noi negli ultimissimi decenni, va risolta in maniera integrata, ci vuole il cervello di tutti, uno sforzo di convergenze multidisciplinari al di là della dimensione biomedica della salute. Perché siamo parte di un sistema, serve allora un’ottica circolare». L’ultima frontiera è costituita dall’antibiotico-resistenza, che minano il nostro ambiente immunitario. Ormai si abusa dell’antibiotico e tanto ne è stato utilizzato contro il covid. Prima la stima dei morti causati da antibiotico-resistenza era di dieci milioni al 2050, dopo il covid si è saliti a 40 milioni.
Non solo scienza però. Anche una sollecitazione: che sia dedicato un albero alla virologa esperta di peste suina Cristiana Patta, scomparsa nel 2012.
Ilaria Capua. Nata a Roma il 21 aprile 1966, si è laureata in Medicina Veterinaria cum laude nel 1989; ha conseguito una specializzazione in Virologia all’Università di Pisa e un dottorato in Sanità pubblica a Padova. Ha diretto per oltre tre decenni gruppi di ricerca in Italia e all’estero, dedicandosi allo studio dei virus a potenziale zoonotico e pandemico. È Courtesy Professor e direttore emerito del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida. Ha pubblicato numerosi saggi divulgativi tradotti nelle principali lingue, tra cui Salute circolare. Una rivoluzione necessaria (Egea, 2019); Il dopo. Il virus che ci ha costretto a cambiare mappa mentale (Mondadori, 2020); La meraviglia e la trasformazione. Verso una salute circolare (Mondadori, 2021); Le parole della salute circolare (Aboca, 2023).










