Sì all’area metropolitana del nord Sardegna
Il Consiglio comunale vota all’unanimità la mozione illustrata da Simone Campus (Pd). Da Sassari a Olbia, ovvero il territorio della vecchia provincia
Sassari. Stavolta è il Consiglio comunale a dire sì all’area metropolitana nel nord Sardegna. E lo fa all’unanimità. Giovedì pomeriggio la mozione illustrato da Simone Campus (Pd), ma sottoscritta anche da altri consiglieri, ha convinto tutta l’Assemblea Civica, che impegna in questo modo il sindaco di Sassari «a promuovere – d’intesa con gli altri sindaci del Nord Sardegna interessati – la mobilitazione di tutte le forze politiche, sociali, sindacali, imprenditoriali e istituzionali (Università, Camera di Commercio, autorità di vario tipo) al fine di evitare la concentrazione su un unico polo regionale di competenze, poteri, uffici, finanziamenti, e servizi tale da rompere la coesione tra i territori isolani accentuando quel “Cagliaricentrismo” che è ormai tristemente sotto gli occhi di tutti e che vanificherebbe di fatto quel processo di panificazione strategica che in questi ultimi anni ha visto il Nord Sardegna in prima linea per il rilancio del nostro territorio». Ecco perché si punta «a promuovere la costituzione di un’ampia area metropolitana del Nord Sardegna, non su un “modello ristretto” come indicato dalla Regione nel Disegno di Legge, ma esteso a tutta la provincia di Sassari (compresa la Gallura), tale da poter sovraintendere alle funzioni fondamentali della pianificazione territoriale di coordinamento in tema sanitario, di tutela e valorizzazione dell’ambiente, di pianificazione dei servizi di mobilità infrastrutturale, di trasporto pubblico e privato, di programmazione della rete e dei servizi scolastici, di promozione dello sviluppo economico e organizzazione dei servizi alle imprese e in ambito occupazionale». Inoltre, si dà mandato al primo cittadino di «assicurare il proprio impegno in sede istituzionale, e in seno all’Associazione dei Comuni, per promuovere la potestà aggregativa volontaria, nei tempi sufficienti per la maturazione delle volontà delle comunità, verificate le effettive economicità che sarà possibile conseguire nell’aggregazione e nella gestione comune di alcune funzioni».

Quale allora la soluzione per il nord Sardegna? Per Cagliari si prefigura una città metropolitana di 16 comuni dell’area vasta. «Proporre per simmetria una città metropolitana di Sassari con i soli 7 comuni della nostra area vasta non sembra allo stato una via politicamente percorribile per quanto essa coincida con la perimetrazione dell’area di crisi di Porto Torres oggetto di interventi e progettualità che non vanno assolutamente dispersi», ha detto Simone Campus. Sarebbe più utile invece la creazione di un’area metropolitana estesa, coincidente con tutta la vecchia provincia di Sassari (quella di rango costituzionale) secondo il modello Delrio, capace di svolgere un coordinamento politico, di servizio ed assistenza tecnico-amministrativa forte per tutti comuni che vorranno accettare nei tempi e nelle dimensioni adeguate alle volontà manifestate dalle popolazioni rappresentate. Sassari avrebbe in questa fase un ruolo di guida morale, civile, economica e amministrativa senza imporsi sugli altri comuni più piccoli, ma divenendo luogo di elaborazione politica, centro di servizi di area metropolitana e di programmazione del territorio che senza riflussi nostalgici garantisca una nuova rappresentanza politico-istituzionale nel segno dell’efficienza, economicità e adeguatezza delle funzioni all’intero Nord Sardegna.
Per Nicola Lucchi (Sassari è) «l’Unione Europea ha sempre visto la sardegna secondo una visione bipolare, nord e sud». Sì anche dal M5S. «Questa è una delle poche volte in cui il nostro gruppo si trova perfettamente d’accordo con la maggioranza», ha detto Desirè Manca. «Occorre fare un salto di qualità, non più sostenendo le diversità ma l’unità del territorio isolano. Va superata l’idea di considerare la Sardegna come un insieme di territori impermeabili. Ecco perché vanno garantiti a tutti i cittadini gli stessi servizi», ha ammonito Efreem Carta (Città Futura). «La nostra vittoria ma anche la nostra soppravvivenza è pensare ad una città metropolitana al servizio del territorio. Il nostro sindaco sia portatore di una idea del progetto», ha detto Carla Fundoni (Pd). «Mettiamo da parte i campanilismi: solo uniti valiamo qualcosa mentre divisi non possiamo portare le istanze del territorio. Questo è il punto centrale sul quale il sindaco deve lavorare molto con la collaborazione tutti gli amministratori locali», ha aggiunto Esmeralda Ughi (Pd).

«È chiaro che le vecchie province sono state bocciate dalla volontà popolare anche perché riuscivano ad essere sufficientemente distanti dagli interessi diretti dei cittadini. Allo stesso tempo è innegabile quanto sia necessaria una realtà intermedia, soprattutto in Sardegna», ha rimarcato il sindaco Nicola Sanna nel suo intervento. «Dobbiamo considerare la nostra isola nel quadro di uno sviluppo integrato ed equilibrato. Accanto ad una città metropolitana con un territorio compatto come quella di Cagliari, serve nel nord un’area metropolitana di rilievo regionale. Adesso il disegno di legge è all’attenzione delle Commissioni permanenti del Consiglio regionale: i sindaci devono essere ascoltati. Ma contemporaneamente ci deve essere una ridistribuzione delle risorse nelle altre aree urbane se nasce quella metropolitana di Cagliari. Noi nel nord Sardegna abbiamo tutti i requisiti metropolitani elevati: una rete ospedaliera che verrà potenziata, porto, aeroporto e parchi nel polo di Sassari, Alghero e Porto Torres; idem per l’altro polo urbano a Olbia. Tutto questo, ripeto – ha concluso il primo cittadino -, classifica il nord Sardegna come area metropolitana, anche da definire di livello regionale».
L’ordine del giorno è stato approvato, come detto, all’unanimità (ha votato a favore anche il presidente Antonio Piu). Da segnalare la presenza in aula di soli quattro consiglieri del Pd (oltre al proponente Simone Campus, sono rimasti per il voto il capogruppo Esmeralda Ughi, Mario Pala e Carla Fundoni). Un caso o un segnale? La settimana prossima le sedute di giovedì e venerdì saranno dedicate alla discussione ed all’approvazione del bilancio, il primo della consiliatura (lo scorso anno era stato il commissario straordinario ad esaminare l’intera pratica prima delle elezioni). Ma già martedì in Commissione si discuterà del tema degli asili nido comunali. E un accordo al riguardo tra la Giunta ed una consistente parte della maggioranza (in particolare le aree maggioritarie del Pd), che nelle ultime settimane non ha fatto mancare critiche anche dure, appare a portata di mano e in ogni caso non rinviabile.








