A Santa Maria la storia di Sassari

Grande interesse per la due giorni promossa dal Fai. Visite guidate nel complesso conventuale francescano: oltre alla chiesa erano aperti chiostro e biblioteca

 

SantaMaria7Sassari. Grande partecipazione sin dall’apertura di sabato mattina alle visite guidate nella chiesa e nel complesso conventuale di Santa Maria di Betlem. La due giorni del Fai in città era interamente dedicata ad uno degli edifici simbolo della religiosità sassarese: qui, la sera del 14 agosto si conclude la Faradda, con l’ingresso dei Candelieri e lo scioglimento del voto a Maria Assunta. I volontari del Fondo Ambiente Italiano – Sezione di Sassari hanno allestito gazebo informativi a fianco all’ingresso: qui era possibile anche iscriversi al Fai e aderire alla raccolta fondi per il sostegno delle varie iniziative portate avanti in città. I visitatori sono stati accompagnati dagli Apprendisti Ciceroni, 200 ragazzi e ragazze dell’Istituto Tecnico Industriale “G.M. Angioy”, del Liceo Classico “Azuni”, del Liceo Scientifico “G. Spano”, dell’Istituto Tecnico Agrario “Pellegrini” e del Liceo Artistico “Figari.

Il coordinamento dell’iniziativa è stato dalla docente Caterina Trogu, con la partecipazione di tutti i delegati e dei volontari Fai coinvolti già in precedenti iniziative, in piena collaborazione con l’Amministrazione comunale, il comando dei Vigili urbani, la Protezione civile ed i Gremi titolari dei Candelieri che hanno la loro sede storica nella chiesa.

SantaMaria6«I sassaresi si dimostrano molto attenti a questo tipo di iniziative. Le Giornate che promuoviamo hanno l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini ma anche le istituzioni alla tutela dei monumenti. I riscontri di pubblico che abbiamo avuto negli anni alle nostre iniziative confermano che l’interesse c’è ed è anche molto forte», spiega la presidente del Fai Sassari Maria Teresa Accardo Longinotti.

Santa Maria è un simbolo della città e riserva potenzialità anche sul piano turistico. Un aspetto da tenere presente: l’intero complesso di Santa Maria, legato anche al nome del Beato Francesco Zirano, attende una compiuta valorizzazione. I visitatori di sabato e domenica sono stati attirati dal fascino della biblioteca e del chiostro, ma anche da alcuni particolari della chiesa, come le cappelle ed i candelieri custoditi in alcune di esse. Grande curiosità hanno avuto i modellini che riproducono le fasi evolutive degli edifici del convento e le diverse fasi di ampliamento e ricostruzione della chiesa, fino alla sistemazione di frate Cano nei primi decenni del XIX secolo, quando fu costruita la cupola ellittica, la “zimboina”. «Questa è stata un’occasione per i sassaresi per riscoprire la loro storia. La valorizzazione delle ricchezze artistiche e monumentali è del resto uno dei punti qualificanti del programma amministrativo che stiamo portando avanti. L’auspicio, vista la partecipazione del pubblico, è di una collaborazione sempre più stretta col Fai», è il commento dell’assessora comunale alla Cultura Monica Spanedda, presente all’inaugurazione di sabato mattina insieme al presidente dell’Intergremio Salvatore Spada, oltre al provinciale padre Salvatore Sanna ed a padre Ettore Floris e padre Luca Atzeni del Convento di Santa Maria. Il sindaco Nicola Sanna ha invece visitato il complesso monumentale domenica pomeriggio.

 

 

La chiesa di Santa Maria di Betlem è un simbolo della storia di Sassari e assomma significati religiosi e storici poiché è un sito pluri-stratificato e revisionato a partire dai primi anni del XIII secolo. È il luogo che ha accolto uno degli edifici di culto extra moenia, Santa Maria in Campulongu, sulla direttrice della diocesi di Sorres. A partire dal 1600 Santa Maria è la sede storica dei candelieri delle corporazioni di arti e mestieri. Dal 2014 i candelieri, che rinnovano la discesa lungo il centro storico fino alla cerimonia conclusiva nella chiesa di Santa Maria, sono stati riconosciuti Patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. La comunità dei Frati Minori Conventuali (OfmConv) ha edificato l’edificio del monastero contiguo all’ampliamento della chiesa che aveva inglobato parte dell’edificio antecedente il 1200. Non è escluso un insediamento archeologico precedente indiziato da ritrovamenti sporadici e dalla ricchezza di acque sorgive.

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