Ricordando Camillo Bellieni

Nei giorni scorsi a Sassari il convegno dedicato al pensatore scomparso nel 1975. Presentati il riordino e l’inventariazione dell’archivio privato

«Con orgoglio il nostro istituto porta il nome di un personaggio fondamentale per la storia culturale e politica del Novecento sardo. Non potevamo non omaggiarlo con questa iniziativa per i cinquant’anni dalla scomparsa». Con queste parole la presidente dell’Istituto Camillo Bellieni, Maria Doloretta Lai, ha salutato l’inizio dei lavori del convegno che si è tenuto nell’aula magna del Rettorato dell’Università di Sassari, in occasione dei cinquant’anni dalla morte del pensatore sassarese avvenuta a Napoli nel 1975.

«Bellieni è stata fonte ispiratrice per il fondatore dell’Is.Be, Michele Pinna», ha precisato Daniela Masia, coordinatrice dell’incontro, che ha ricordato come un paio d’anni fa proprio Pinna si adoperò per intitolare la sala consiliare del rettorato a Camillo Bellieni.

Dal saluto di Maria Picciau, soprintendente ai beni archivistici della Sardegna, è trasparsa tutta la soddisfazione per il riordino e l’inventariazione dell’archivio privato di Bellieni, donato dal figlio Nicola nel 2007.

Proprio le prime due relazioni, tenute dal funzionario dell’archivio, Enrico Fenu, e dall’archivista Stefano Alberto Tedde, curatore il primo e operatore il secondo, hanno mostrato la perizia con cui sono stati condotti i lavori che hanno fatto emergere un archivio familiare molto articolato, con carte che risalgono addirittura alla fine del ‘600.

Tedde, storico collaboratore dell’Is.Be, ha posto l’accento sugli aspetti poco conosciuti della famiglia Bellieni-Marras. «Bellieni fu influenzato dai filosofi del diritto che hanno insegnato nei due atenei dell’isola nei primi del ‘900, ed è stato portatore di una forma originale di federalismo”, ha sostenuto Alberto Contu, mentre del Bellieni storico hanno parlato l’emerito rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino e Vanni Piras.

Mastino ha esaminato i rapporti tra lo storico di fama Ettore Pais e Bellieni, attribuendo a quest’ultimo il merito di aver operato un rovesciamento di visuale dell’opera del Pais al fine di dare al popolo sardo un ruolo da protagonista nelle vicende del mondo antico.

Piras ha fatto un resoconto dell’ultima grande opera del Bellieni dedicata al ruolo dei sardi nel Medioevo, evidenziando il filo rosso che dall’ambiente romano-orientale conduce alla nascita dei giudicati. Dopo aver portato i saluti del sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, il direttore scientifico dell’Istituto, Antonello Nasone, ha chiuso i lavori rievocando sia i rapporti tra Bellieni e Giovanni Gentile, sia la centralità della figura di Attilio Deffenu, decisiva nel cammino di formazione del pensatore sassarese.

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