Processione del Voto a Sassari, ancora insieme per la pace

È la Madonnina dei sassaresi. Nel 2023 saranno 80 anni dall’affidamento della città da parte dell’arcivescovo Mazzotti

Sassari. La festa del Voto ritorna con il pubblico dopo due anni di pandemia. «È un motivo di gioia comunicare ai credenti e anche a quanti non si riconoscono nella fede della chiesa di partecipare a questo appuntamento». Così sabato mattina nella Sala Isgrò dell’Episcopio l’arcivescovo Gian Franco Saba ha aperto l’incontro con la stampa dedicato all’appuntamento di oggi con la Processione del Voto alla Madonnina della Grazie. «La Processione è un’esperienza di cammino e dialogo – ha proseguito –. Si vede il popolo in cammino, nel suo pellegrinaggio al Santuario delle Grazie. Desidero rivolgere un pensiero ai dialoghi con la Madonnina per parlare con lei della loro vita e delle loro esperienze, di fedeli, religiosi e vescovo, tutti, affinché Maria presenti al Signore questi semplici dialoghi». Ma c’è anche l’aspetto della pace. «Come pastore vorrei connottasse questa festa, nata per preservare la città dai bombardamenti. Il Papa ha costantemente fatto appello alla pace contro la guerra. Offriamo allora questa Festa del voto per la pace, anche nelle terre dove ci sono focolai nascosti».

L’evento di questa sera sarà importante anche come ritorno alla (quasi) normalità dopo la pandemia. «A Sassari parliamo di lei in termini possessivi, diciamo “la nostra Madonnina”. Non è semplicemente un’abitudine ma esprime un concetto di devozione e di colleganza con la comunità», ha aggiunto il sindaco Nanni Campus, intervenuto alla conferenza stampa insieme al padre guardiano del convento dei Frati Minori di San Pietro di Silki Massimo Chieruzzi. «Era “nostra” ancor prima che ci fosse il Voto del 43. E indubbiamente da allora si è davvero radicato. È una festa partecipata anche da quelli che non hanno magari lo stesso spirito religioso ma hanno uno spirito di comunità. Lo abbiamo visto in questi due anni, con la processione che si è svolta in forma privata. Ricordo le lacrime di infermieri e infermiere delle cliniche e dell’ospedale. Tornare adesso a una partecipazione normale, anche fisica, ci fa capire che gli sforzi che abbiamo fatto per superare quella crisi non sono stati inutili e i numeri oggi ci danno ragione. Dico ancora una volta questo giorno del Voto è il momento nel quale mi sento più orgoglioso di essere il sindaco di Sassari».

«Le risposte che possiamo dare sono sempre più piccole, non possiamo che affidarci all’intercessione della Vergine», ha ricordato subito dopo padre Massimo Chieruzzi. «Sebbene siamo originari di altre regioni e luoghi siamo legati a lei. Il nostro provinciale che sta ad Assisi ci ha chiesto di fare di più. Il Santurio è un luogo che avvicina persone che vivono esperienze difficili e le testimonianze lasciate in queste settimane sono toccanti. Il Santuario è insomma un luogo di rigenerazione e speranza. Perché però la tradizione possa continuare a essere viva serve il supporto delle istituzioni. Credo sia arrivato il tempo di fermarci a riflettere. Il Santuario è carente di servizi e quelli che si sono sono spesso fatiscenti. C’è soprattutto la questione del piazzale, ampliato per il Voto del 1950. Già monsingor Isgrò pensò che il piazzale potesse essere esteso per accogliere più fedeli. Ci sono ora margini per agire? Speriamo che si vada verso un dialogo sempre più fitto ed esteso. La festa si conclude del resto con lo scioglimento del Voto in piazza. L’anno prossimo sarà l’80esimo anniversario e vorremmo fare qualcosa di più».

In realtà, sul piazzale non sarà semplice intervenire. «È davvero una situzione intricata. Ho cercato di trovare una soluzione ma ho paura che si dovrà forse affidare tutto ai legali anche preché ci sono degli scritti che probabilmente i frati avrebbero dovuto stare più attenti a sottoscrivere», ha chiarito il sindaco. È necessario però un tavolo aperto ai protagonisti del Voto, ovvero Comune, Provincia dei Frati Minori e Diocesi. «Non voglio anticipare niente. Avremo da assolvere al Voto straordinario del prossimo anno», ha assicurato l’arcivescovo Saba. E sarà il numero 80.

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