A Porto Torres sarà valorizzato il Nuraghe Nieddu
Il sito archeologico torna nella piena disponibilità del Comune. Per decenni era rimasto all’interno del perimetro dello stabilimento industriale. La Syndial lo concede in comodato d’uso gratuito
Porto Torres. Un accesso dedicato, esterno al perimetro della zona industriale, e la cessione al Comune dell’area archeologica in comodato d’uso gratuito: la proposta avanzata dall’Amministrazione comunale per recuperare il Nuraghe Nieddu, per decenni all’interno del perimetro dello stabilimento industriale, è stata accolta da Syndial, proprietaria del terreno su cui sorge il monumento. L’azienda ha dato il via libera all’operazione, per permettere al Comune di gettare le basi per i progetti di valorizzazione, promozione e fruibilità del bene culturale e di tutta l’area d’interesse archeologico.
La zona, raggiungibile attraverso una strada realizzata appositamente, a cui si accede dallo svincolo per il centro intermodale posto sulla strada provinciale in direzione Stintino, è stata già delimitata e consegnata questa mattina durante una conferenza che si è svolta ai piedi del nuraghe. Erano presenti il sindaco Beniamino Scarpa, l’assessore alla Valorizzazione dei Beni archeologici, Alessandra Peloso, l’assessore all’Ambiente, Gavino Gaspa, i presidenti delle commissioni consiliari competenti, Pietro Madeddu, Antonello Giovanetti e Gilda Usai, la Responsabile della sede operativa turritana della Soprintendenza per i Beni archeologici, Gabriella Gasperetti, i delegati del Consorzio Industriale e Provinciale, le forze dell’ordine e per Syndial Enrica Barbaresi e Gianluca D’Aquila. La superficie complessiva dell’area concessa in comodato d’uso è di 85.500 metri quadri. Oltre al nuraghe è compreso un vasto appezzamento di terreno su cui sorgono i resti di un edificio che ospitava il collegium dei Padri Gesuiti. Il nuraghe, in trachite e monotorre, presenta una “camera” centrale in buone condizioni. Attorno al monumento si trovano blocchi che fanno ipotizzare la presenza di un antico villaggio. «L’azienda ha accolto le nostre richieste, dimostrando sensibilità verso la conservazione del nostro patrimonio culturale. Il Nuraghe Nieddu – afferma Beniamino Scarpa – potrà essere oggetto di studi per l’elaborazione di progetti di fruizione che ci consentiranno di promuovere la città non solo per i suoi straordinari siti di età imperiale e medievale, ma anche per il sito di età nuragica». L’assessore alla Valorizzazione dei Beni archeologici, Alessandra Peloso ha sottolineato «l’importanza della formalizzazione dell’atto. Con la collaborazione della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro studieremo le modalità di attuazione dei progetti per valorizzare l’area. Questo fine settimana, durante Monumenti Aperti, il sito sarà aperto a tutti i cittadini che – conclude l’assessore – potranno accedere liberamente all’area, senza necessità di accrediti all’ingresso».
SITO ARCHEOLOGICO NURAGHE NIEDDU: SCHEDA
Il Nuraghe Nieddu si erge su una modesta altura, 45 m s.l.m., in località Nuragaddu (Nuracati è il nome di un villaggio medievale che sorgeva in questo sito), a breve distanza da piccoli corsi d’acqua che si immettevano anticamente nello Stagno di Gennano (circa 1 Km a Nord del monumento) ed alimentavano i terreni circostanti. Si tratta di un nuraghe ‘a tholos’ con camera centrale ancora in buone condizioni. Dalle indagini effettuate il monumento è stato definito un nuraghe semplice (monotorre) con scala elicoidale interna che conduce ai piani superiori, nicchia d’andito e una camera centrale con tre ulteriori nicchie disposte a croce. La torre è costruita con massi trachitici, prelevati dalla vicine cave di Minciaredda, di medie dimensioni, accuratamente sbozzati e disposti a filari orizzontali. Il paramento murario esterno risulta per gran parte crollato a Sud e ad Ovest, dove rimangono ancora un massimo di 3 filari di pietre; a Nord la muratura raggiunge invece un’altezza massima di circa 7.5 metri su 21 filari. L’ingresso, volto a Sud-est, risulta completamente interrato: di esso è, infatti, possibile individuare soltanto l’architrave che spunta dall’attuale piano di calpestio e risulta spezzata nel punto mediano. L’accesso al nuraghe avviene, quindi, attraverso una breccia creatasi dal crollo del paramento al di sopra dell’ingresso originario. Attorno al monumento si evince la presenza di altri blocchi e bozze disposti in maniera coerente che fanno ipotizzare la presenza di un antemurale di protezione alla torre e del probabile villaggio. Tuttavia tale ipotesi potrà essere confermata solo attraverso un’attenta indagine archeologica.