Porto Torres, Eni Rewind ricorrerà al Consiglio di Stato

«Il provvedimento del Consorzio Industriale Provinciale di Sassari (CIPSS) è infondato, iniquo, sleale e strumentale», è riportato in una nota

Sassari. «In merito alla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna riguardo alle aree del sito industriale di Porto Torres, Eni Rewind ricorrerà al Consiglio di Stato in quanto ritiene il provvedimento del Consorzio Industriale Provinciale di Sassari (CIPSS) infondato, iniquo, sleale e strumentale». Eni Rewind replica così al Consorzio Industriale Provinciale che lunedì 23 ottobre aveva spiegato alla stampa che in seguito alla decisione del Tar poteva «disporre di alcune centinaia di ettari nella zona industriale di Porto Torres, attualmente non utilizzate dalle società del gruppo Eni, che saranno destinate a nuovi insediamenti produttivi e progetti di sviluppo territoriale legati, in particolare, alla filiera dell’idrogeno e dell’economia del mare».

Secondo Eni Rewind il provvedimento del Consorzio è invece «infondato, in quanto la legge del 1998 parla di una facoltà dei Consorzi di “riacquistare aree cedute a privati che dopo 3 anni non le abbiano sviluppate” ma riteniamo che l’interpretazione estensiva di questa norma non dovrebbe arrivare al punto di concedere al Consorzio una facoltà indiscriminata di “espropriare” aree che non sono mai state di sua proprietà. Ricordiamo che Eni Rewind ne è proprietaria non perché le ha acquistate a condizioni di favore, ma perché è subentrata ex lege a SIR, nel 1982, a seguito della sua crisi finanziaria e ha finora speso oltre 500 milioni di euro per interventi ambientali».

Ma il provvedimento è anche «iniquo, perché l’esproprio avviene a un prezzo evidentemente fuori mercato, sulla base di una perizia che valorizza le aree a 1,5 euro/mq, mentre gran parte delle stesse – a procedimento appena avviato – è stata contestualmente e arbitrariamente preassegnata a 7 euro/mq dal Consorzio alla società Nuove Tecno Energie (appartenente al gruppo francese Qair) per la realizzazione di un impianto fotovoltaico con connessa produzione di idrogeno». È inoltre «sleale, perché Qair – su sua richiesta e accompagnata dai vertici del Consorzio – ha visitato le aree Eni Rewind l’11 febbraio 2021, esprimendo interesse all’acquisto, ma alla nostra richiesta di ricevere un’offerta per le aree e una descrizione dei progetti previsti, non ha dato alcun riscontro, preferendo evidentemente proseguire una trattativa con il Consorzio che le ha impropriamente espropriate a Eni Rewind».

Porto Torres, il Tar rigetta il ricorso di Eni Rewind

Infine, il provvedimento in questione è «strumentale e poco trasparente, perché la finalità principale dell’esproprio sembra essere quella di consentire a Nuove Tecno Energie di appropriarsi di un’area Eni e realizzare un impianto fotovoltaico, stesso tipo di impianto per il quale Eni stava finalizzando la progettazione e avviando l’iter autorizzativo. La coincidenza delle date è singolare: il Consorzio ha avviato il procedimento di esproprio il 7 dicembre 2022 e, senza alcun avviso pubblico e senza darne informazione a Eni Rewind, ha preassegnato le aree a Nuove Tecno Energie in modo da consentirle di presentare in tempo utile, entro la scadenza del 28 febbraio, il progetto per il finanziamento in ambito PNRR aggiudicato con apposito Bando pubblicato dalla Regione Sardegna. La partecipazione al Bando regionale presupponeva peraltro tre requisiti: che la società disponesse di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle Imprese (Nuove Tecno Energie è stata costituita il 2 febbraio 2021); disponesse di capacità finanziaria adeguata (Nuove Tecno Energie ha un capitale sociale di 50 mila euro), e, soprattutto, avesse la disponibilità delle aree sulla base di un titolo giuridico idoneo (che chiaramente non può essere rappresentato dalla preassegnazione da parte del Consorzio avvenuta in una fase iniziale del procedimento di esproprio). Nonostante questo, nel marzo 2023 Nuove Tecno Energie è risultata prima aggiudicataria del Bando per 10 milioni di euro di fondi pubblici».

«Eni Rewind presenterà appello al Consiglio di Stato e, in parallelo, farà quanto necessario affinché l’esproprio non comprometta la bonifica della falda e l’efficace proseguimento del piano di monitoraggio ambientale in corso», conclude la nota.

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