“Pagliacci” in piazza d’Italia, a Sassari la musica si fa evento

Venerdì scorso ottima risposta del pubblico. Una prima volta che avrà un seguito il prossimo anno. La soddisfazione di Mattone e Gazale

(foto Elisa Casula)

Sassari. È stata una festa per la città e per la musica. “Pagliacci”, capolavoro di Ruggero Leoncavallo, uno dei titoli della lirica più conosciuti al mondo (è facile ricordare Roberto De Niro, nel ruolo di Al Capone, che piange in teatro mentre assiste a “Vesti la giubba”, nel pluripremiato “The Untouchables” di Brian De Palma con la strepitosa colonna sonora di Ennio Morricone), è di per sé sinonimo di successo. L’Ente Concerti “de Carolis” non poteva fare una scelta migliore proponendolo al pubblico sassarese in piazza d’Italia. Venerdì scorso è stata allora una vera e propria serata-evento. Tanti, anche questo era scontato, gli appassionati. Ma parecchi, e questo non lo era affatto, sono stati coloro che attirati dalla presenza di un inedito palcoscenico con tanto di scenografia e orchestra hanno voluto seguire l’opera appoggiati alle transenne. Una bella immagine, che fa capire che anche la musica che qualcuno si intestardisce a chiamare “seria” può richiamare il pubblico in piazza. Certo, non le folle che vediamo ai mega raduni degli eventi rock o pop. E senza dubbio il target a cui può rivolgersi uno spettacolo come quello di venerdì sera non è certo quello degli adolescenti o dei più giovani. Tutti, poi, si sta rigorosamente seduti, ovviamente, non in piedi magari a cantare tutti insieme. La lirica è un’altra cosa. Il messaggio però era  chiaro e condivisibile – ci siamo anche noi e contiamo qualcosa – e risposta è stata molto positiva, anche sui media, che spesso danno spazio – merito probabilmente di agenti e manager – all’improbabile trapper digiuno di un minimo di pratica musicale, promosso a star sui social.

Un successo, questo dei “Pagliacci”, che si spera possa essere replicato il prossimo anno. Sassari quindi come le città europee, soprattutto tedesche, che d’estate garantiscono ottimi spettacoli di musica sinfonica e lirica in piazza o in riva al Reno o all’Elba? Intanto, era la prima volta in piazza d’Italia di un’opera completa, con scene, cantanti, coro e orchestra. Non per la lirica in sé. Quello che viene chiamato, con una definizione oggi magari un po’ demodè, il “salotto” di Sassari, ha già ospitato negli anni concerti con orchestra sinfonica o lirica per recital. Un precedente era stato il bel concerto del settembre 2020, dopo i mesi terribili dei lockdown pandemici e prima di una nuova stretta per il virus. Protagonista di quell’evento fu proprio il baritono sassarese Alberto Gazale, adesso direttore artistico del “de Carolis” e venerdì regista di “Pagliacci”. Ma ci sono stati anche altri eventi nel corso degli anni. Mancava un’opera completa, che, all’aperto, a Sassari del resto ha illustri precedenti. Ci riferiamo alla stagione lirica estiva, anzi d’agosto, organizzata nel 1947 dal mitico Sebastiano Pani che su input di Oreste Pieroni, sindaco dell’immediato secondo dopoguerra, allestì in piazza d’Armi, nel grande spiazzo ancora libero dall’edificio della scuola media. Fu un successo strepitoso, con titoli come La forza del destino, Lucia di Lammermoor, La traviata, Rigoletto e Turandot.

Tornando alla serata evento di venerdì, posti a sedere erano circa 900 (numero ufficiale comunicato dall’Ente), tutti numerati e assegnati gratuitamente nei giorni precedenti (gli abbonati alla mini stagione sinfonica di maggio hanno avuto la precedenza). Pochi (ma davvero pochi) posti, rimasti liberi venerdì sera sono stati immediatamente occupati poco prima dell’inizio. Tanti (difficile quantificarne il numero al buio, alcune centinaia sicuramente) sono rimasti appoggiati alle transenne per tutta l’opera. Qualcuno altro ha seguito dai balconi dei palazzi (ma va detto che ospitano soprattutto uffici e un paio sono banche) o dai tavolini dei bar. Purtroppo, come era già successo nel 2020, non sono mancate le azioni da evitare (era tanto difficile per gli operatori dei locali aperti attendere la fine dell’opera per gettare le bottiglie nel cassonetto?). E gli inconvenienti, sopportabili ovviamente: un’ambulanza, nel secondo atto, ha attraversato la piazza a sirene spiegate, interrompendo l’esecuzione. Diversi, infine, gli spettatori illustri. In prima fila il sindaco Campus con gli assessori. E altri esponenti del mondo della cultura e della politica (nelle prime file Mario Segni).

Positivi i commenti dei vertici dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis”. «Lo rifaremo il prossimo anno – ha detto il presidente Antonello Mattone –. A breve decideremo il titolo e proseguiremo con questo importante progetto che è stato accolto con questo ottimo riscontro dal pubblico. Rendere fruibile gratuitamente una produzione così costosa è stato un grande sforzo economico per il “de Carolis” ma siamo certi che sia un’idea da portare avanti e consolidare che darà i suoi frutti nel tempo perché porterà nuova ricchezza culturale alla città e, a cascata, creerà un importante indotto economico».

Come detto, la regia dell’opera è stata di Alberto Gazale, baritono sassarese che canta sui palcoscenici internazionale e che dallo scorso gennaio è direttore artistico dell’Ente Concerti. L’idea di “Pagliacci” in piazza d’Italia è stata sua. «Da sempre – ha detto Gazale – credo nell’importanza delle operazioni di teatro diffuso perché avvicinano l’arte al pubblico, la rendono fruibile a tutti, eliminano le barriere. Sassari ha risposto con un entusiasmo, la nostra città ha bisogno di progetti come questo».

Adesso c’è solo da scegliere il titolo per l’estate del 2024. Occorre “pescare” nel vasto elenco di opere della storia della musica, tenendo presente la durata (“Pagliacci” è stata una scelta vincente anche perché dura un’ora e venti circa) e tutte le altre ovvie limitazioni di un’esecuzione in una piazza (per giunta aperta al traffico seppure di servizio) e non in teatro. Magari andando a ritroso nel tempo, soprattutto nel 1700, quando il genere degli “intermezzi” teatrali comprendeva opere di durata ridotta rispetto alla media (di oltre due ore) e capolavori di grandi autori come Pergolesi o Paisiello.

L.F.

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