Optimed, opportunità di sviluppo per lo scalo di Porto Torres

Il progetto, che durerà 24 mesi ed è finanziato con fondi europei, punta a trasformare il porto in un hub del Mediterraneo

PortoPortoTorresPorto Torres. «Il lancio del progetto Optimed evidenzia la strategicità e la potenzialità del porto di Porto Torres, vista la sua posizione ottimale nella direttrice sud est – nord ovest del bacino del Mediterraneo, che permette di soddisfare sia la richiesta dell’ Europa di svuotare le autostrade sia di incrementare i traffici marittimi». Il sindaco Beniamino Scarpa sostiene con forza il piano presentato nei giorni scorsi a Cagliari, che può rappresentare una grande opportunità per la città.

«Il progetto, nei suoi 24 mesi di durata, verificherà a quanto ammonta la domanda di mercato soddisfabile, coinvolgendo le aziende che stanno già scambiando merci in questo arco territoriale ma che attualmente usano percorsi e vettori non ottimizzati e non economici», aggiunge l’assessore alla Portualità, Mauro Norcia. Porto Torres attualmente ha uno scalo d’interesse internazionale, con collegamenti già esistenti con Spagna e Francia, quest’ultimo ulteriormente consolidato dal progetto In.Porto che ha portato al ripristino del terzo collegamento settimanale. «Il tassello attualmente mancante – sottolinea il presidente della Commissione Portualità, Massimo Piras, che ha rappresentato a Cagliari il Comune di Porto Torres – è quello del collegamento diretto con la sponda sud rimarcato durante l’incontro dall’ingegnere Martinoli, rappresentante di Confitarma. Quel collegamento conta attualmente un bacino d’utenza di circa 600 milioni di persone e il cui trend è in netta crescita». Il Presidente della Commissione Portualità indica la rotta: «Fondamentali per il buon esito del progetto a Porto Torres saranno la grande disponibilità di aree retroportuali, incluse nel complesso discorso delle bonifiche Eni/Syndial, i fondali e le banchine del bacino industriale sul quale sarà necessario investire risorse pubbliche per una loro ottimizzazione. L’obiettivo sarà quello di meccanizzare le banchine al fine di limitare al minimo i tempi di attracco delle navi, di carico e scarico delle merci e dei semirimorchi, di indirizzamento e posizionamento nel piazzale, oltre che di ottimizzazione delle funzioni di gestione interna dei carichi. Con gli ampi piazzali sul fronte banchina si sarà in grado di effettuare eventuali rotture di carico e scambi di merce all’interno delle stesse unità di carico». Le prospettive crescono con la chimica verde e la zona franca doganale: «Si potrà sfruttare anche la leva commerciale che il Polo della Chimica Verde rappresenta a livello mondiale per Porto Torres. Poiché di questo progetto si avvantaggerà tutto il sistema portuale integrato del Nord Sardegna, l’obiettivo è il coinvolgimento di tutti gli attori dell’area Ritorna quindi in auge la possibilità di riprendere il percorso già intrapreso in comune accordo dall’amministrazione comunale, dalla Provincia, dall’Autorithy e dal Consorzio Industriale per la realizzazione della Zona Franca Doganale, sull’area “pontile dei secchi” – “centro intermodale”, per la lavorazione di merci provenienti e destinate a paesi extra UE. Ma la grande importanza che riveste un eventuale collegamento con le rotte mediorientali è il possibile via libera per l’inserimento di Porto Torres nel “core network corridors” delle reti Ten-T, in cui è stata inserita Cagliari. In questo modo – conclude Piras – potremmo ottenere nuove risorse per gli investimenti strutturali necessari per il nostro porto».

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