No alle scorie in Sardegna

Il Consiglio comunale di Sassari ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal gruppo di “Ora Sì”. Chiesta alla Regione una forte presa di posizione contro qualsiasi tentativo di stoccaggio di scorie e contro l’installazione del deposito nazionale

 

NoScorie2.jpgSassari. È stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Sassari l’ordine del giorno su “Presa di posizione contro stoccaggio di scorie e l’installazione del deposito nazionale”, documento presentato da Ora Sì. Al termine della seduta giovedì pomeriggio, è stata consegnata al sindaco Nicola Sanna una bandiera del comitato “No scorie”. Con l’ordine del giorno si è dato mandato al sindaco Nicola Sanna di chiedere al presidente della Regione ed al Consiglio regionale una forte presa di posizione contro qualsiasi tentativo di stoccaggio di scorie e contro l’installazione del deposito nazionale.

NoScorie3.jpg«La Sardegna, la nostra terra – ha detto la consigliera Lalla Careddu, che ha illustrato l’ordine del giorno –, vive una crisi economica che dura ormai da decenni. L’insularità, l’asprezza del territorio, la mancanza cronica di infrastrutture hanno causato e causano, ancora spopolamento, disoccupazione. Ci siamo sempre consolati con una narrazione di un’isola benedetta dal clima, da un mare bellissimo, da un patrimonio culturale e di tradizione senza pari o quasi in Italia, di un patrimonio archeologico da far impallidire siti come Stonhenge, per esempio. E su questa narrazione alcuni, pochi, volonterosi sognano e cercano di mettere in pratica politiche che ci facciano diventare un polo di eccellenza nel turismo e nell’agroalimentare. Questo è tutto vero. Ma esiste anche un’altra realtà. In questa terra, la nostra, instiste oltre il 60 per cento delle servitù militari. Territorio sottratto agli abitanti, fortemente inquinato, non bonificabile. Territorio in cui interesse pubblico ma soprattutto interesse industriale privato la fanno da padrone non portando che risibili ricadute economiche, ma sicuramente malattie e morte. In questa terra, la nostra, politiche scellerate di destra e di sinistra, hanno aperto le porte ad avventurieri, che con il miraggio dell’oro, e mentendo sulle quantità di minerale prezioso che si poteva ricavare hanno lasciato disoccupazione e laghi di cianuro. Ad oggi non è partita nessuna bonifica, nè tantomeno sono certi i costi della bonifica. Cinque tonnellate d’oro, solo 110 posti di lavoro polverizzati in pochi anni e l’ambiente di Furtei distrutto per sempre. In questa terra, la nostra, la Enervitabio la controllata della cinese Winsun Luxembourg ha costruito un impianto fotovoltaico sui terreni agricoli siti alle pendici del Montiferru. Nel triangolo del bue rosso, della coltivazione di meloni e al posto degli aranceti 80 ettari di mostruosi riquadri neri. Anche qua ricaduta economica per pochi, panorama e essuto produttivo distrutti. A pochi km, ad Arborea, la Saras, quella che riempie paginate di quotidiani sostenendo che siamo tutti petrolieri, accerchia ed assedia: lì, in un entro in cui si fa agricoltura, allevamento, il granaio di Sardegna, si vuole, per un pugno di banconote, trivellare il terreno in cerca di idrocarburi. Sappiamo già come andrà a finire, se la politica e i cittadini non si mobiliteranno. Fine di Arborea, disastro ambientale e disoccupazione».

NoScorie1.jpg«Potrei andare avanti sino a domattina, ma mi pare che il concetto sia chiaro: la Sardegna ha già dato, e ha dato i suoi gioielli migliori. Pochi mesi fa, la mia collega Giovanna Costa, con una segnalazione paventava il pericolo che questa terra, la nostra terra, potesse diventare anche una pattumiera ove collocare scorie radioattive. Beh, la collega aveva ragione ad avere paura: perchè gli enti preposti all’individuazione di un sito “adatto” a sversare il pattume, si sta delineando velocemente l’identikit di una regione scarsamente popolata, con nessuna attività vulcanica, isolata, con assenza di attività sismica. La Sardegna, la nostra Terra. Una terra in cui nel 2011 il 97 per cento dei suoi abitanti ha detto NO al nucleare e a tutte le sue implicazioni. Una terra che ha dato il suo ambiente, la sua salute, il suo sviluppo naturale, la sua cultura in ostaggio del profitto di pochi. È ora di dire basta, a tutti i livelli. Tutti i comuni della Sardegna si stanno mobilitando, tutte le istituzioni, tutti i cittadini sono chiamati alla mobilitazione per la difesa del nostro territorio, della nostra cultura, della nostra salute, del nostro stesso futuro e di quello dei nostri figli», ha concluso Lalla Careddu.

«Ricordo che domenica prossima alle 11 anche a Sassari in piazza d’Italia è in programma il flash mob del “NoNucle-Die”, giornata contro lo stoaccaggio delle scorie radioattive in Sardegna organizzata dal Coordinamento dei comitati NoNucle-NoScorie», ha aggiunto, tra gli altri, Sofia Fiorillo, consigliere-portavoce del M5S, intervenuta per le dichiarazioni di voto.

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