Oltre le mura di San Sebastiano
Il 22 e 23 marzo, per la 22esima edizione delle Giornate Fai di Primavera, aprono al pubblico per la prima volta le carceri ottocentesche di Sassari, oggi chiuse (i detenuti sono adesso ospitati nel nuovo penitenziario di Bancali)
Sassari. Da 22 anni la giornata FAI di Primavera costituisce un appuntamento irrinunciabile all’insegna della cultura e della riscoperta del patrimonio storico-artistico spesso dimenticato. Chiese, archivi storici, aree archeologiche, giardini, palazzi, torri, mulini e persino arsenali, carceri, ipogei, eremi e sedi dell’informazione aspettano le visite di cittadini curiosi di conoscere meglio le proprie città e luoghi spesso chiusi al pubblico. Fino ad ora la giornata Fai di Primavera ha coinvolto più di sette milioni di persone. Quest’anno si svolge sabato 22 e domenica 23 marzo ed è dedicata ad Augusto nel secondo millenario della sua morte. Tra le 750 aperture in tutte le regioni d’Italia, 120 aperture racconteranno il grande imperatore romano.
A Sassari è aperta al pubblico per la prima volta nella storia la struttura ottocentesca delle ex carceri di San Sebastiano, segnalata dal Fai come una delle aperture di maggiore interesse nazionale. “Oltre le mura di San Sebastiano. 150 anni di carcere nascosti alla città” è il titolo scelto dalla delegazione Fai di Sassari per presentare l’evento speciale che spalancherà per la prima volta i cancelli del carcere. L’edificio solo da qualche mese non ospita più i detenuti, che sono stati trasferiti nella moderna struttura di Bancali, fuori città, restituendo alla città, in pieno centro, uno spazio di particolare valore architettonico e ricco di memoria storica. L’apertura di San Sebastiano prevede visite guidate (sabato 22 e domenica 23 dalle 10 alle 18) a cura degli apprendisti ciceroni delle seguenti scuole cittadine: Convitto Nazionale Canopoleno Liceo Classico, Liceo Scientifico “Spano”, Istituto di Istruzione Superiore “Nicolò Pellegrini”, Liceo Classico “D. A. Azuni”, Istituto Professionale per il Commercio, Liceo Artistico “F. Figari”, Istituto Tecnico Commerciale “Dessì-Lamarmora”.
La delegazione Fai di Sassari ha lavorato all’apertura di San Sebastiano con grande impegno considerando questo evento denso di profondo significato simbolico e sociale. Le vecchie carceri testimoniano che quasi un secolo e mezzo fa Sassari è stata in grado di dotarsi di un impianto urbanistico al passo con l’Europa che insieme alle carceri includeva: l’Ospedale Civile, il palazzo della Provincia, il Teatro Politeama, la stazione ferroviaria, la Caserma Lamarmora, il Mattatoio e il Manicomio. Nella città si è già aperto il dibattito su come recuperare l’antica struttura, enorme e ormai vuota, che con un cambio di destinazione d’uso potrebbe offrire servizi alla città e “rivivere” attraverso un adeguato recupero di atmosfere nuove. Anche nel quadro di questa riflessione il Fai propone la visita di un monumento così ricco di memoria affinché i cittadini possano visitarlo e conoscere la sua storia. Tra gli eventi collegati alle “Giornate Fai di Primavera di Sassari” la rappresentazione della commedia “Il Gatto Prigioniero”, del giornalista e autore Cosimo Filigheddu, messa in scena dalla Compagnia Teatro Sassari in scena il prossimo giovedì 27 marzo alle 21 al Teatro Comunale “Andrea Parodi” di Porto Torres.
Venerdì pomeriggio la manifestazione è stata aperta, con un incontro organizzato nella “Rotonda” centrale, dalla presidente regionale del Fai, Maria Grazia Piras, presente il capo delegazione di Sassari, Angelo Tilocca, e dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, mentre gli aspetti storici sono stati ricostruiti dall’architetto Sandro Roggio. Ma, adesso che il vecchio carcere non svolge più la funzione per la quale fu costruito, come convertirlo ed utilizzarlo? «C’è in corso un’interlocuzione avanzata con il Ministero della Giustizia. Adesso dobbiamo riprenderlo, perché è cambiato il ministro. Credo che questo carcere possa essere utilizzato da uffici giudiziari adesso sparsi per la città. È importante portare al centro strutture oggi decentrate», ha detto Ganau.
L’incontro tra il FAI e la gente è anche l’occasione per tutti gli italiani di entrare a far parte di questa grande comunità che ama il proprio Paese e che difende le proprie ricchezze. Chiunque può partecipare iscrivendosi alla Fondazione, o con un contributo libero durante le visite o mandando un SMS da 1 euro fino al 23 marzo al 45595*. Una raccolta fondi essenziale, un piccolo grande gesto nei confronti degli oltre 7.000 volontari che in questi anni hanno scritto un’importante pagina di storia sociale e artistica del nostro paese e che solo grazie all’aiuto degli italiani potranno continuare a farlo. I beni da visitare sono ogni anno di più e gli interventi del FAI sono sempre più presenti: ma sono anche aumentate le aree e le opere da difendere, recuperare e restituire al pubblico. Un contributo è quindi un gesto concreto di supporto economico a questo obiettivo comune e al lavoro della Fondazione. Per l’elenco completo delle aperture delle Giornate FAI consultare il sito www.giornatefai.it oppure telefonare al numero 02.87119115. Con un touch si potrà inoltre scaricare gratuitamente sugli store di Google e Apple la app delle Giornate FAI di Primavera: pochi secondi per visualizzare la mappa con tutte le aperture, l’App riconoscerà la vostra posizione e vi saprà indicare i luoghi più vicini.