Missa manna in onore a su Santu Karol Wojtyla
Domenica mattina si è svolto il suggestivo rito officiato da padre Raimondo Turtas. Il video della lettura del Vangelo
Sassari. Lo desideravamo già dalla prima Missa Manna del giugno 2005, quando, affidando i nostri intenti alle associazioni Acuvacamus e S’Iscola Sarda, organizzavamo la Santa Messa in suffragio di Papa Giovanni Paolo II nella chiesa di Santa Maria in Betlem a Sassari. Sono passati dieci anni di sensibilizzazione – scrive il responsabile dell’iniziativa Fabritziu Dettori, a nome di “Sos amigos, l’amigghi, de Karol Wojtyla” – e abbiamo cercato di mantenere viva la fiamma della speranza nella nostra città e in Sardegna, ma ora, finalmente, Karol Wojtyla (Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005) è Santo. La cerimonia di canonizzazione avverrà in Piazza San Pietro a Roma il 27 aprile, insieme a quella di Papa Giovanni XXIII. L’associazione “Amigos, l’amigghi di Karol Wojtyla” per domenica 6 aprile del corrente anno, con la collaborazione affettuosa dei frati conventuali che dal 2005 ci accompagna, ha organizzato la 10ª Missa Manna e, allo stesso tempo, la 1ª in onore al Santo Karol Wojtyla.

“Santo subito!” L’abbiamo ripetuto infinite di volte, perché in lui vedevamo un amico sincero della Sardegna e dei sardi. La nostra Missa Manna vuole essere una riconoscenza cristiana profonda verso quest’uomo che ha vissuto da uomo nella verità che egli ci ha donato con i gesti, le parole e i sorrisi. Gli renderemo omaggio con i colori degli abiti isolani, con la musica ancestrale delle launeddas e i canti sacri tradizionali e, soprattutto, con la lingua che lui considerava bellissima, perché noi siamo sardi. Ma non tutti hanno colto la sua sincera partecipazione alla nostra sardità e molti, per pregiudizio politico, hanno rifiutato ciò che ci offriva. Grazie Papa Wojtyla! Grazie, per aver ricordato e insegnato al mondo la nostra storia nazionale con Mariano IV, Eleonora d’Arborea e la Carta de Logu. Grazie per le speranze che ci hai dato e che ci incoraggiano ancora una volta a rivolgere un accorato appello alla chiesa sarda affinché conceda l’uso normale del sardo nei riti liturgici.
La Santa Messa è stata celebrata da Padre Raimondo Turtas domenica 6 aprile alle ore 10 nella chiesa di Santa Maria di Betlem, che custodisce i candelieri dei Falegnami, Ortolani, Piccapietre, Muratori, Sarti, Contadini, Autoferrotranvieri, testimoni della fede cristiana di un’intera città. Hanno partecipato gli amici dell’Associazione Culturale e folklorica Thathari, i maestri di launeddas Sergio Lecis e Bruno Loi dell’associazione Sonus de Canna di Assemini e il Coro Polifonico Laudate et Benedicite di Sassari, diretto da Jana Bitti, accompagnati dall’organo del maestro Luca Virgilio. Durante la funzione religiosa è stato letto, come di consueto, il Padre Nostro sia in sardo, ritratto dal chiostro della Basilica del Pater Noster di Gerusalemme, sia in sassarese. Icone che l’anno scorso abbiamo donato in grande formato all’offertorio e che i celebranti hanno posato accanto all’altare lasciandole lì per diverse settimane. I testi sacri sono stati donati ai fedeli presenti alla messa.
Al termine della messa, come da tradizione, nel piazzale esterno della chiesa, sono stati eseguiti antichi balli nazionali sardi in onore al Santo Karol Wojtyla.







