Al via a San Giuseppe la novena della Madonna della Mercede

Tutti i giorni alle 19 la Santa Messa seguita dalla novena accompagnata dal canto dei tradizionali “Gosos” della Mercede in lingua sarda. Il 5 ottobre la festa con l’Intregu al mattino e la processione in serata

Ieri, venerdì 26 settembre, nella chiesa di San Giuseppe in Sassari, è iniziata la solenne novena in preparazione alla festa di Nostra Signora della Mercede, patrona del Gremio omonimo, una delle ricorrenze religiose più sentite della città.

Tutti i giorni alle 19 la Santa Messa seguita dalla novena accompagnata dal canto dei tradizionali “Gosos” della Mercede in lingua sarda, ritenuti dagli storici tra i più antichi della Sardegna in quanto risalgono al tempo della dominazione aragonese sul colle di Bonaria a Cagliari (1324).

Sabato 4 ottobre, alle 19, alla presenza del Gremio, la Santa Messa della vigilia, con Vespri solenni e Omelia Mariana di don Alessandro Madeddu, già componente del Gremio.

Domenica 5 ottobre, giorno della Festa, alle 11 la Messa Solenne concelebrata presieduta dal Rev.mo Mons. Antonio Tamponi, amministratore diocesano dell’Arcidiocesi di Sassari. La celebrazione sarà animata dal Coro Polifonico “Francesco d’Assisi” diretto dal Maestro Ciro Cau. Il nuovo obriere maggiore sarà Antonello De Rosas mentre l’obriere uscente è Marco Sara. Di sera, alle 17,45, la celebrazione dei secondi vespri e subito dopo si snoderà la tradizionale e partecipata processione-fiaccolata con il venerato simulacro di Nostra Signora della Mercede, accompagnata dal Corpo Bandistico “Luigi Canepa” e con l’intervento dei carabinieri in alta uniforme, degli agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria, dei Vigili del Fuoco, e con la partecipazione dei Gremi, dell’Arciconfraternita della Santa Croce e del Gonfalone, della Confraternita dei SS. Misteri, e migliaia di fedeli. Per l’occasione il Santo Padre Leone XIV benignamente concede l’indulgenza plenaria, alle solite condizioni, a tutti i fedeli che prenderanno parte tanto alla Messa Solenne del mattino quanto alla grande Processione pomeridiana che si concluderà con la benedizione con le reliquie dei Santi Mercedari.

Il Gremio della Mercede, fondato a Sassari nel 1867 come corporazione dell’antica categoria dei braccianti, prende parte con proprio candeliere alla storica “Faradda” del 14 agosto occupando il primo posto e solo dopo il suo ingresso nella chiesa di Santa Maria in Betlem è possibile sciogliere il voto cittadino alla Vergine Assunta. La festa della Mercede è sempre una buona occasione per meditare sul grande dono, per nulla scontato, della libertà, un tesoro dal valore inestimabile che in passato si è dovuto scontrare con l’avidità umana di possedere tutto, anche le persone. Ed è così che da antichissima data si sono perpetrate diverse forme di schiavitù che hanno imprigionato i corpi ma anche le menti e perfino i credi. Nel secolo XIII corsari maomettani invadono continuamente le coste del mediterraneo, rubando tutto e conducendo in Africa in schiavitù centinaia di migliaia di cristiani i quali si trovarono in serio pericolo di rinnegare la propria fede. In questo contesto, nella notte tra il primo ed il due di agosto dell’anno 1218, la Vergine Santissima apparve a Barcellona in Spagna ad un giovane cavaliere di nome Pietro Nolasco, esortandolo a fondare un Ordine Religioso che si dedicasse totalmente, anche a costo della propria libertà e del proprio sangue, a liberare gli schiavi cristiani, in modo particolare coloro che si trovavano in pericolo di abiurare.

L’Ordine venne fondato il 10 agosto dello stesso anno 1218 e prese il nome della Mercede, una parola spagnola utilizzata come sinonimo di pietà e misericordia applicata soprattutto alla liberazione degli schiavi, considerata nel medioevo l’opera di misericordia per eccellenza. A sua volta la parola Misericordia deriva dall’unione di tre parole latine “Miseri-cor-diae” che letteralmente significano “aprire il cuore ai miseri”: la Madonna della Mercede è dunque colei che apre il proprio cuore alle miserie dell’uomo. Dall’anno 1218 sino al 1815, anno in cui il Congresso di Vienna abolì ufficialmente la schiavitù, i Mercedari hanno liberato circa 52.000 schiavi come risulta dai cosiddetti “cataloghi” conservati presso la Curia Generale dell’Ordine e presso l’Archivio della Corona d’Aragona. Anche a Sassari e più in generale nell’intera Sardegna, i Mercedari hanno liberato tantissimi nativi della nostra isola e sarebbe davvero bello non perdere mai la memoria dell’immenso bene operato da questi frati nei confronti delle popolazioni sarde. Partecipare alla festa della Madonna della Mercede è pertanto l’occasione migliore per ringraziare la Madonna per aver conseguito la libertà acquistata anche con il sacrificio di tanti suoi figli. Quest’anno ricorrono i trecento anni dalla liberazione di 370 schiavi che, nel corso del Giubileo del 1725, l’Ordine della Mercede condusse a Roma per l’incontro con il Papa. I Mercedari pagarono per il loro riscatto la cospicua somma di 90.122 scudi. I redenti furono ospitati nei locali dell’Arciconfraternita della Santissima Trinità e da lì mossero in processione verso San Pietro dove furono ricevuti da Benedetto XIII. Il Santo Padre donò a ciascuno di loro una medaglia con l’indulgenza plenaria “in articulo mortis” e un’immaginetta raffigurante l’Agnus Dei. In più, regalò duecento scudi da distribuire ai più poveri e pagò di tasca propria le spese del vitto e dell’alloggio nell’Arciconfraternita per tre giorni oltre a quelli previsti per il soggiorno dei pellegrini. Pure la nobiltà romana fu generosa nei confronti di queste persone, molte delle quali, rimaste senza casa, famiglia e lavoro, vennero assunte alle dipendenze delle principali famiglie patrizie. Fu questo l’evento più importante del giubileo del 1725.

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