L’Accademia Sironi al Salone del Restauro di Ferrara

Approvato dal MiBAC-MIUR il corso di Restauro, quinquennale e abilitante alla professione di restauratore

SaloneRestauroFerraraSassari. Al recente, prestigioso Salone del Restauro di Ferrara, da poco conclusosi, la Sardegna con l’Accademia di Belle Arti ‘Mario Sironi’ di Sassari ha potuto presentare ufficialmente l’approvazione del corso di diploma accademico di secondo livello di durata quinquennale in restauro, abilitante alla professione di “restauratore di beni culturali”. Il profilo professionalizzante, dal codice ministeriale PFP1, “Materiali lapidei e derivati. Superfici decorate dell’architettura”. La Scuola di Restauro è stata approvata dall’apposita commissione interministeriale MiBAC-MIUR congiunta presieduta da Marisa Dalai Emiliani, e firmata dal Ministro Carrozza, nello scorcio della precedente legislatura.

Non è senza significato che questa Scuola si sviluppi nella città di Sassari: all’interno della forte evoluzione del territorio, didattica e formativa che investe il settore del Restauro e le sue complesse e differenziate tematiche, tale ruolo trova particolare conforto nei depositi di beni culturali e paesaggistici della Sardegna – il campo entro il quale le necessità della conservazione e del restauro si configurano –, che sono di inusitata vastità. Una dimensione che rende nello stesso tempo di assoluto valore extra-regionale la formazione che in essa si può concretamente misurare, dando perciò alla nascita di una Scuola di Restauro in Sardegna forza attrattiva nazionale e internazionale.

L’allocazione nel capoluogo del nord Sardegna trova conforto nella presenza dei diversi soggetti e delle diverse linee istituzionali legate alla conservazione dei beni culturali: dal gabinetto di restauro della Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Sassari all’Università degli Studi di Sassari, alla realtà del Centro regionale di restauro e conservazione dei beni culturali di Li Punti, complesso operativo di eccellenza vocato per i beni archeologici.

È ora possibile costruire un sistema forte e integrato. Tale sistema è già prefigurato dalle convenzioni in atto fra le varie istituzioni e dagli accordi integrati fra Università degli Studi e Accademia di Belle Arti, con specifica disponibilità a scambi laboratoriali, didattica e ricerca integrata fra l’ateneo artistico sassarese e i Dipartimenti di Scienze della Natura e del Territorio e di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Sassari, dotati di specifici laboratori diagnostici.

Per la sede della prestigiosa Scuola, grazie alle disponibilità e alle sensibilità illuminate dell’Amministrazione Comunale e Provinciale di Sassari, sono stati previsti appositi ambienti nell’ex-Mattatoio sassarese. In particolare, il progetto è stato approvato dalla severa commissione MiBAC-MIUR anche grazie alla perfetta conformità degli spazi della stecca dell’ex mattatoio che è adiacente a via Diaz: locali da tempo riservati all’Accademia sassarese per il suo sviluppo nel territorio.

Nello specifico, il percorso “Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura” trova senso nella natura fisica e storica particolare del patrimonio edilizio sardo e nelle tipologie di decorazioni presenti negli edifici, con particolare acmè nel vastissimo patrimonio decorativo di età liberty e ‘déco’ – censito e indagato dalla nostra Istituzione – e nella specifica storia edilizia dei ‘centri storici’, che va dalle fasi medievali ai secoli successivi, sino alla particolare dinamica ottocentesca, con l’attraversarsi di tradizioni urbane colte e forme di architettura e decorazione tradizionale.

Sia gli interventi dedicati ai centri storici, sia il recupero conservativo edilizio ordinario pongono costantemente il problema di un approccio che conservi, come elemento forte di decoro urbano, gli edifici presenti e consolidi o rinnovi un senso di appartenenza legato alla qualità dell’abitare. Ciò configura un cantiere teoricamente continuo per le professionalità di restauratore prodotte dai diplomi proposti, e una canalizzazione virtuosa delle attività edilizie, con evidenti prospettive occupazionali.

È un fatto che spesso coinvolge strettamente, nel recupero edilizio, le superfici decorate sia a livello plastico sia pittorico, tanto nelle architetture civili quanto – in genere con maggiore forza – in quelle religiose e in quelle di alto ruolo storico-architettonico spesso attualmente di rilievo istituzionale o economico.

Anche i dati più recenti sottolineano come l’industria culturale rappresenta parte significativa della produzione di ricchezza e dell’occupazione in Italia: in tale contesto il restauro e in genere gli interventi conservativi e di recupero del patrimonio culturale sono un requisito essenziale per l’identità, la fruizione e per il suo uso economico. Meccanismi destinati alla migliore funzionalità in un quadro di corretta e avanzata conservazione sia del paesaggio sia del patrimonio culturale, comprendente quello storico-artistico, fattori decisamente spiccati in un territorio come quello della Sardegna.

Aggiungiamo che la Scuola di Restauro approvata con successo dalla commissione interministeriale MiBAC-MIUR (solo 5 Accademie Statali su 20 sono state accreditate) può svilupparsi solo attraverso il contributo fattivo di tutte le componenti culturali di settore (Soprintendenza di Sassari e Nuoro, Università e Centro di conservazione e restauro dei beni culturali di Li Punti) e politiche del territorio (Comune di Sassari e Provincia), compresa la Regione Autonoma della Sardegna che potrà supportare ciò che l’Accademia ha saputo conquistare con la riconosciuta e certificata eccellenza didattica del suo progetto a livello nazionale.

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