Edilizia scolastica, Fois: «Provincia non può fare da banca allo Stato»

È guerra aperta con il Ministero. Solo il 20 per cento dei finanziamenti già stanziati sono arrivati all’Amministrazione sassarese

Sassari. Un atto d’accusa rivolto al Ministero, lento, lentissimo nel trasferimento dei finanziamenti all’Amministrazione provinciale per l’edilizia scolastica. Si tratta di fondi che riguardano lavori già eseguiti e altri in stato di avanzamento. Un ritardo che sta causando enormi disagi alle imprese e che mette in difficoltà gli uffici dell’ente. Solo nel settore nord ovest della Provincia sono stati stanziati per tutte le misure 13 milioni di euro in totale. Ma di questi sono arrivati appena solo il 20 per cento. Una situazione al limite del paradossale. La Provincia sollecita il Ministero a dare giustificazioni su uno stallo delle pratiche che mette in ginocchio gli uffici ma soprattutto le aziende che hanno già eseguito i lavori. «Noi prendiamo gli impegni. E le imprese a cascata se non ricevono i pagamenti poi sono obbligati a versare penali – dichiara l’amministratore straordinario Pietrino Fois –. Pensiamo che l’origine di questi ritardi abbia nomi e cognomi».

Una situazione che non è circoscritta alla Provincia di Sassari ma coinvolge tutte le province italiane, come ha già evidenziato l’Upi, l’Unione Province italiane, che ha spiegato le difficoltà che incontrano gli uffici, dal disbrigo di pratiche su piattaforme che sono del tutto estranee alle tempistiche sugli appalti in materia di edilizia scolastica, sino all’erogazione dei finanziamenti che non arrivano nelle casse della Provincia. Per di più si chiede all’ente di anticipare con fondi propri, sapendo meglio di tutti, che le casse sono vuote.

«Parliamo di ritardi negli stati di avanzamento delle opere», spiega l’architetto Vittoria Loddoni, dirigente responsabile del settore edilizia scolastica della Provincia, intervenuta martedì mattina alla conferenza stampa convocata al Palazzo della Provincia, presente anche il referente del settore Est, l’architetto Marco Carlino. «Facciamo alcuni esempi. L’Ipia di Alghero: lavori conclusi e collaudati nel settembre del 2021 come ci era stato chiesto ma siamo ancora in attesa di 100mila euro. Altre scuole sono a Ozieri, o il Castelvì di Sassari, il Manno di Alghero, lo Scientifico di Porto Torres».

Il Ministero della Pubblica Istruzione eroga gli interventi sull’edilizia scolastica attraverso diversi canali di finanziamento come il “Piano scuole superiori del 2021”, “Fondo a valere sul dm 175/2020 piano 2019”, “Fondo 140 province, città metropolitane e comuni”, “Fondi Pon edilizia leggera”, “Fondo per affitti noleggi e lavori” ed altri. Un esempio su tutti riguarda gli adeguamenti degli spazi covid, secondo una misura partita nel 2020, attraverso la quale erano stati stanziati 330 milioni di euro. Ad oggi, con i lavori eseguiti secondo una tempistica stringente, il Ministero ha erogato in tutta Italia solo il 20 per cento addebitando alle amministrazioni oneri che non sono sostenibili. Oneri su tutti i fronti: dalle piattaforme informatiche che vengono chiuse e non permettono il caricamento dei documenti, il personale in call center che non è preparato in materia di edilizia e lavori pubblici e non ha strumenti in grado di risolvere le problematiche lamentate dagli uffici, fino alle richieste di anticipazione con fondi di cassa, come se la Provincia fosse una banca che eroga per conto dello Stato. Un altro esempio eclatante riguarda il Primo Piano scuole superiori, che va ad avvalersi della legge 8. L’erogazione dei finanziamenti ad oggi è pari a zero. Per giunta, i finanziamenti del Miur disposti da questa misura sono confluiti nel Pnrr. Ecco allora che la pratica avviata col Miur non ha valore e lo avrà invece una nuova procedura legata al Pnrr che, di fatto, non aggiunge fondi a quelli già erogati dal Miur, ma sposta il fondo da una misura all’altra. In realtà tutti i finanziamenti che insistono nella legge 8 sono confluiti nel Pnrr, con tutta una serie di criticità che congelano qualsiasi azione della provincia: nel primo piano della legge in questione, il Ministero non ha ancora erogato, ad oggi, nemmeno l’anticipazione del 10% che sarebbe dovuto arrivare conseguentemente all’emanazione del decreto.

Anche i finanziamenti che si avvalgono della misura DM175, un piano del 2019, sono confluiti nel Pnrr, ma risultano bloccati poiché la piattaforma che gestisce la pratica è chiusa dal settembre 2021, quasi un anno ad oggi. Su questa misura, ci sono 131 mila euro di lavori conclusi e collaudati che non possono essere erogati, senza contare i lavori bloccati dalla Provincia proprio per evitare situazioni imbarazzanti. Un altro esempio eclatante sono i fondi 140: anche qui i tempi stringenti hanno chiesto agli uffici provinciali le acrobazie. I lavori sono stati eseguiti nei tempi stabiliti, e la situazione attuale è che alcune imprese hanno già chiesto per mezzo del proprio legale la diffida di messa in mora afferente alle somme insolute.

Una situazione ingestibile e gravissima che la Provincia deve necessariamente portare alla luce e che necessita risposte immediate dal Ministero. Le conseguenze più gravi sono tutte a carico delle imprese che pagano l’incompetenza dello stato e che si trovano costrette a procedere con decreti ingiuntivi alla Provincia, a sua volta obbligata a pagare anche gli interessi. «La Provincia – spiega l’amministratore Pietro Fois – non ci sta a fare da scudo allo stato e propone un’azione di rivalsa nei confronti del Miur con nomina di un legale. Gli uffici della provincia hanno già scritto più volte alla direzione generale intimando le azioni di rivalsa. Nonostante la crisi di governo in corso, ci auguriamo che venga data priorità ed esigibilità alle questioni Pnrr, che vengano salvaguardati i finanziamenti e che si dia priorità al rilancio dell’economia».

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